Cultura
La Dissoluzione della Memoria di Internet: Censura Algoritmica e Archivi Cancellati rischiano di Distruggere la memoria
sempre più entità stanno cancellando o modificando i dati salvati con internet, e questo si incrocia con le censure più o meno evidenti. Questo mette in pericolo la Storia e la capacità di prendere decisioni. Si tratta di un problema che colpisce la collettività
Negli ultimi mesi, il panorama digitale sta attraversando una profonda trasformazione che minaccia i principi fondamentali di trasparenza, accessibilità e memoria storica del World Wide Web. Un insieme di eventi interconnessi sta progressivamente erodendo la capacità di documentare e verificare i contenuti online, sollevando serie preoccupazioni sulla libertà di informazione. Il rischio è che nel futuro chi ha il potere possa facilmente riscrivere la storia, esattamente come aveva previsto Orwell in 1984. Il Browstone institute si è occupato del problema.
La quasi censura degli algoritmi
I social media e le piattaforme di ricerca hanno sviluppato meccanismi sofisticati che vanno oltre la censura diretta, operando attraverso algoritmi che modificano sostanzialmente la visibilità dei contenuti.
Un esempio eclatante è rappresentato dall’intervista di Joe Rogan con Donald Trump, che ha totalizzato 34 milioni di visualizzazioni prima che YouTube e Google intervenissero per renderla difficilmente reperibile. Non potendo censurarla, hanno fatto in modo che fosse difficile da trovare. Se non fosse stato per X la sua visibilità sarebbe stata ridotta.
Questi strumenti algoritmici non cancellano esplicitamente i contenuti, ma ne compromettono significativamente la rintracciabilità, creando quello che può essere definito un meccanismo di “quasi-censura”. Gli algoritmi oggi non si limitano a rimuovere, ma manipolano la ricercabilità, rendendo alcuni contenuti virtualmente invisibili.
Tutto questo non è facilmente controllabile. L’unica vera cura è la concorrenza fra più piattaforme, ma, proprio considerando youtube, questa è in una posizione assolutamente dominante. Che fare allora?
La fine degli archivi digitali
La situazione più allarmante riguarda la progressiva scomparsa dei servizi che storicamente hanno documentato l’evoluzione di Internet. Archive.org, attivo dal 1994 e considerato la memoria digitale del web, è stato colpito da un massiccio attacco DDoS l’8 ottobre 2024, interrompendo per la prima volta in 30 anni la sua funzione di archiviazione globale.Attualmente la sua attività è solo parziale.
Contemporaneamente, altri servizi cruciali sono spariti. Google ha eliminato il suo servizio di cache dei link, mentre Alexa, lo strumento fondamentale per classificare il traffico dei siti web, è stato misteriosamente rimosso da Amazon nel 2022. Questi non sono eventi isolati, ma tappe di un processo sistemico di “cancellazione” della memoria digitale.
Senza la possibilità di avere archivi digitali certi ognuno può facilmente manovrare la storia. Un pericolo enorme, soprattutto nella nostra epoca in cui le copie cartacee sono destinate a sparire. Chi tutelerà la verità storica? Chi impedirà che questa venga modificata e cancellata in futuro?
La Storia diventa malleabile
Le conseguenze sono profonde e potranno influenzare le decisioni politiche future. Chi ha il potere potrà facilmente affermare che le sue decisioni, ad esempio, sono sempre state coerenti con il passata. I dati contrari alle decisioni del potere, anche a livello scientifico, rischiano di sparrire o, semplicmente, di diventare introvabili.
Senza questi archivi diventa impossibile:
- Verificare dichiarazioni precedenti di istituzioni, per cui ognuno può dire quello che vuole,s enza che questo sia verificabile. Ad esempio un Presidente del Consiglio può dire impunemente di non aver reso obbligatori i vaccini, se non c’è un ricordo storico-documentale del fatto;
- Documentare cambiamenti nelle narrative ufficiali. Diventa possibile come in 1984 , affermare che la “Razione di cioccolato viene aumentata a 20 grammi, quando la settimana prima era stata ridotta a 20 grammi”;
- Ricostruire contesti storici recenti e fattuali, come, ad esempio, ricostruire i dati relativi alla sicurezza. Si può facilmente affermaree che l’insicurezza sia figlia solo di un’impressione personale collettiva, non della realtà
Ricercatori e storici perdono la capacità di confrontare contenuti nel tempo, compromettendo fondamentalmente il principio di trasparenza informativa.
Tutta questa corsa alla cancellazione del ricordo storico è, non casualmente, accelerata dopo la vicenda epidemica del 2020. Questo non è casuale e dovrebbe far pensare profondamente a cosa cerchino di cancellare.
La Storia deve diventare un diritto
In questo contesto diventa sempre più necessario che la permanenza e l’immutabilità dei dati nel tempo diventi un valore assoluto che deve essere tutelato da una pluralità di soggetti: stati, single persone, singole istituzioni devono far si che la memoria dei dati di internet non sparisca, ma diventi qualcosa di immutabile e assoluto nel tempo.
Un fatto importante per permetterci di prendere le decisioni più banali, comprendere il nostro percorso, identificare le vere responsabilità dei fatti. Anche però qualcosa di necessario nel momento in cui questi dati diventano la base delle Intelligenze artificiali: se il loro fondamento è falso e inquinato, anche la loro elaborazione sarà un rifiuto intellettuale.
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