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La Costituzione rubata – Francesco Carraro su Byoblu

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https://youtu.be/bNFCTS0FcC0

I trattati europei non sono solo parzialmente in contrasto con la Costituzione italiana. Ne costituiscono, addirittura, l’antitesi: un rovesciamento radicale dei valori nati dalla Resistenza e su cui si fonda la nostra stessa democrazia. I trattati, quindi, rappresentano a tutti gli effetti l’Anti-Costituzione. I principii fondanti della nostra Carta fondamentale sono inscritti fin nei suoi primi quattro articoli: diritto al lavoro (art. 1 e 4), solidarietà politica e sociale (art. 2), uguaglianza (art. 3). Ebbene, i trattati di Maastricht e Lisbona, sfrondati dalla retorica di facciata, si basano su “ideali” specularmente opposti: la salvaguardia delle rendite al posto della tutela del lavoro (art. 3 di Maastricht, 119 e 127 di Lisbona), l’egoismo istituzionalizzato al posto della solidarietà (artt. 123, 124 e 125 di Lisbona) e la gerarchia sociale al posto dell’uguaglianza (artt. 3 di Maastricht). Si tratta della precisa traduzione, sul piano giuridico, del neoliberismo: un’autentica ideologia che ha infettato, fino a corromperlo del tutto, lo spirito umanistico, comunitario e inclusivo della nostra Costituzione. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio golpe bianco. E per dirlo non serve essere complottisti. Basta mettere in fila i pensieri, le parole, le opere e le omissioni di molti protagonisti e testimoni del processo, apparentemente irreversibile, della unificazione: è stato fatto tutto alla luce del sole; ce lo avevano detto, ci avevano avvertiti e così, un passo alla volta, ci troviamo con una Costituzione spolpata dall’interno e con gli Stati Uniti d’Europa alle porte. Eppure, non tutto è perduto. Abbiamo ancora la possibilità di cambiare il corso della storia. Per esempio, tornando a utilizzare quegli spazi di sovranità, anche e soprattutto monetaria, che non abbiamo ancora perduto. Poi, rifiutandoci categoricamente di andare avanti lungo la strada della disintegrazione dell’Italia come Stato, come Paese, come Popolo. Infine, rottamando questa Unione e ripensando alla radice le ragioni e le modalità attraverso le quali i popoli europei possono stare insieme. Gli Stati Sovrani d’Europa possono tornare a immaginare un futuro di cooperazione e vicinanza completamente diverso da quello che, in alte sedi, qualcuno ha disegnato per loro.  Nel rispetto della libertà e dell’indipendenza di ciascuno.


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