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La Corte Suprema USA ribalta il “Caso Chevron”: negli USA le agenzie federali NON possono emettere norme cogenti

Le agenzie federali USA ora non hanno più il diritto di dare un’interpretazione preferenziale alle leggi. Solo i giudici e i legislatori avranno diritto di emettere norme di legge

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In una decisione storica, la Corte Suprema ha ribaltato la vecchia “dottrina Chevron”, alterando fondamentalmente l’equilibrio di potere tra la magistratura e le agenzie federali.

La sentenza, emessa nel caso Loper Bright Enterprises et al. contro Raimondo, Segretario del Commercio, et al.

La dottrina Chevron, stabilita nel 1984 nel caso Chevron U.S.A. Inc. contro il Natural Resources Defense Council, è stata a lungo fonte di controversie. Essa concedeva un potere alle agenzie federali nell’interpretazione di statuti ambigui, permettendo di fatto a burocrati non eletti di fare leggi attraverso le loro azioni normative.

Tuttavia, con una maggioranza di 6-3, la SCOTUS ha ora dichiarato che tale potere è incostituzionale e va contro i principi della governance democratica. Solo gli organi elettivi possono interpretare le norme.

“Chevron è superato”, ha scritto il Presidente della Corte Suprema John Roberts nella sua opinione di maggioranza. “I tribunali devono esercitare il loro giudizio indipendente nel decidere se un’agenzia ha agito nell’ambito della sua autorità statutaria o meno”. Nessun favore concesso alle agenzie federali e alle loro interpretazioni. Una vera e propria rivoluzione

 

Il Presidente della Corte Suprema Roberts ha sottolineato che il ruolo di interpretare le leggi e di prendere decisioni politiche dovrebbe spettare ai rappresentanti eletti al Congresso, e non ai funzionari delle agenzie non responsabili. La sentenza è stata accolta dai critici dell’eccesso di regolamentazione come una vittoria della separazione dei poteri e dello Stato di diritto.

La sentenza Chevron, spiega Roberts, “sfida il comando” della Legge sulla Procedura Amministrativa, la legge che governa le agenzie amministrative federali, “secondo cui il tribunale di controllo – e non l’agenzia di cui esamina l’azione – deve decidere tutte le questioni di legge pertinenti e interpretare… le disposizioni di legge. Richiede al tribunale di ignorare, non di seguire, la lettura che il tribunale avrebbe raggiunto se avesse esercitato il suo giudizio indipendente come richiesto dall’APA”.

La presunzione della sanzione Chevron che le ambiguità statutarie siano deleghe implicite del Congresso alle agenzie federali “è fuorviante”, spiega Roberts, “perché le agenzie non hanno una competenza speciale nel risolvere le ambiguità statutarie. Lo fanno i tribunali”.

Roberts osserva che la decisione odierna “non mette in discussione i casi precedenti che si basavano sul quadro Chevron. Le sentenze di quei casi, che stabiliscono la legittimità di specifiche azioni dell’agenzia – compresa la sentenza del Clean Air Act di Chevron stesso – sono ancora soggette allo stare decisis statutario, nonostante il nostro cambiamento nella metodologia interpretativa”.

La decisione è accompagnata dal consenso dei giudici Thomas e Gorsuch, che hanno aggiunto il loro punto di vista, sottolineando la necessità costituzionale dell’indipendenza giudiziaria nell’interpretazione delle leggi.

Ora il potere di emettere o interpretare leggi spetterà solo o al legislatore o al giudice, NON a un burocrate. 

Niente interpretazioni autentiche, se non da chi comunque è eletto dal popolo.

E pensare che in Europa invece questo potere è lasciato quasi esclusivamente ai burocrati.


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