Economia
La Corsa delle Auto Elettriche: Errore strategico tedesco sta distruggendo il settore in Europa
La Germania ha commesso un errore strategico dieci anni fa, quando, con superficialità, ha iniziato a disegnare il proprio futuro con le auto elettriche
Nell’affollato panorama dell’innovazione automobilistica, un dramma silenzioso si sta svolgendo: la Germania, tradizionale leader mondiale dell’ingegneria automobilistica, sta perdendo terreno nella rivoluzione delle auto elettriche.
Tutto è iniziato dieci anni fa, con una decisione che oggi appare come un errore strategico cruciale. Mentre il mondo guardava con interesse alla transizione verso l’elettrico, le case automobilistiche tedesche commisero un fatale passo falso: considerare le batterie come semplici componenti acquistabili, invece di investire nella ricerca e nella produzione interna.
Maximilian Fichtner, autorevole ricercatore dell’Helmholtz Institute Ulm, racconta questa storia come un classico esempio di miopia industriale. “Pensavamo che le batterie fossero solo un accessorio”, spiega, “non capendo che rappresentavano il cuore pulsante della rivoluzione elettrica”.
Noin calcolarono che la batteria per l’automobile elettrica era come il serbatoio per l’auto a benzina, con la differenza non secondaria che mentre il serbatoio è un elemento essenziale, ma semplice, la batteria è un elemento tecnologicamente e scientificamente complesso, che, tra l’altro, può seguire tecnologie diverse: litio, stato solido, sodio, sono solo alcune delle differenti possibilità. Invece che concentrarsi su questo elemento essenziale, fare ricerca, brevetti e competere nella ricerca della soluzione migliore, seguirono la peggiore strada, quella di copiare, rimanendo sempre un passo indietro.
Senza innovazione e con costi elevati si va verso il fallimento del progetto. I numeri parlano chiaro e spietato: nel novembre 2024, le immatricolazioni di auto elettriche in Germania sono crollate: appena 35.200 nuovi veicoli, un crollo del 22% rispetto all’anno precedente. La quota di mercato si è ridotta al 14,4%, un segnale inequivocabile di un settore in profonda crisi.
Mentre la Germania esitava, la Cina correva I produttori cinesi hanno rivoluzionato il mercato con una strategia aggressiva e intelligente. I loro costi di produzione delle batterie sono precipitati a 53 dollari per kilowattora, contro una media globale di 95 dollari. Risultato? Auto elettriche che costano il 35% in meno rispetto a quelle europee.
Non solo: la Cina offre diverse alternative: tradizionali, stato solido, sodio, perché è andata avanti nella ricerca. In questo caso non ha copiato, ha innovato.
Il fallimento di Northvolt, il campione europeo delle batterie, è stato il colpo di grazia. L’azienda svedese, destinata a diventare il punto di riferimento continentale, si è sgretolata, costringendo giganti come BMW a rivolgersi a produttori asiatici.
Annemie Turtelboom della Corte dei Conti Europea descrive la situazione come un pericoloso bivio: “Stiamo rischiando di compromettere sia i nostri obiettivi ecologici che la nostra sovranità industriale”. Meno del 10% delle batterie mondiali vengono prodotte in Europa, un dato che racconta da solo la portata della dipendenza tecnologica.
La “guerra dei prezzi omicida”, come la definisce Fichtner, sta travolgendo il mercato. In Cina, due terzi delle auto elettriche costano meno dei veicoli tradizionali. Ogni auto rappresenta una sfida, ogni batteria un monito: innovare o soccombere.
Le case automobilistiche tedesche ora si trovano di fronte a un bivio cruciale. Possono continuare a inseguire, oppure reinventarsi. Lo sviluppo tecnologico richiede pazienza, investimenti consistenti e una visione che guardi molto più in là dei profitti immediati. La scleta migliore sarebbe cancellare tutto e ripartire da zero, buttando via miliardi di investimenti mal programmati e peggio eseguiti.
La lezione è brutale ma cristallina: nel mondo delle auto elettriche, chi non innova è destinato a sparire. La Germania, culla mondiale dell’ingegneria, è avvertita.
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