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La corsa alle Isole: il vietnam costruisce avamposti nel Mar Cinese Meridionale contro la Cina

uove immagini satellitari rivelano una mossa a sorpresa del Vietnam, che accelera la costruzione di avamposti nelle isole Spratly. Quali sono le implicazioni per l’equilibrio di potere nella regione?

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Il Mar Cinese Meridionale è diventato il teatro di una crescente e silenziosa competizione, con il Vietnam che accelera la costruzione di isole artificiali, seguendo l’esempio e, potenzialmente, superando la Cina. Questo sviluppo è emerso grazie a nuove immagini satellitari, rivelando una mossa che non solo riaccende vecchie dispute territoriali ma mette alla prova l’equilibrio di potere nella regione.

Lo scenario: le isole contese e la risposta del Vietnam

Le isole Spratly, un vasto arcipelago conteso da sei nazioni (Vietnam, Cina, Taiwan, Filippine, Malesia e Brunei), sono al centro di questa escalation. Per decenni, questi avamposti scarsamente popolati, ricchi di risorse naturali come petrolio, gas e zone di pesca, sono stati oggetto di rivendicazioni sovrapposte.

Fino a poco tempo fa, l’attenzione era concentrata sulla Cina, che aveva trasformato alcune delle sue isole artificiali in vere e proprie basi militari. Ora, però, il Vietnam sembra aver adottato una strategia simile, accelerando i suoi sforzi di bonifica. Analisi recenti dell’Asia Maritime Transparency Initiative stimano che il Vietnam abbia creato “circa il 70% di terra artificiale in più nelle Spratly rispetto alla Cina”, con l’intenzione di pareggiare o persino superare l’entità delle costruzioni cinesi.

Aree contese del Mar Cinese Meridionale

Questi avamposti, un tempo semplici rocce o scogliere, sono stati trasformati in isole artificiali sulle barriere coralline di Alison, Collins, East, Landsdowne e Petley. Il Vietnam presenta questa mossa come una risposta diretta alla militarizzazione cinese, cercando di riaffermare la propria presenza e mantenere le proprie rivendicazioni territoriali, pur evitando uno scontro diretto.

Isola vientamita in costruzione

 

Le implicazioni per la regione: un’unione messa alla prova

L’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), che raggruppa dieci paesi della regione, si trova a gestire questa nuova dinamica. L’esperto Minh Son To, dell’Australian National University sostiene che, a differenza delle mosse aggressive della Cina, le azioni del Vietnam non dovrebbero minacciare l’unità dell’ASEAN. Secondo To, “il Vietnam, in generale, non vuole interrompere le sue relazioni con l’ASEAN”, e la sua politica è “probabilmente territoriale” e non mirata a destabilizzare i partner.

Infatti, il Vietnam sta rafforzando i legami con paesi come le Filippine, che condividono rivendicazioni sovrapposte, per “presentare un fronte più unito” contro la Cina. “È molto più facile trattare con i vietnamiti che con i cinesi”, afferma To, evidenziando la percezione che il problema principale nella regione rimanga il comportamento della Cina.

In ogni caso, questa corsa segreta alla costruzione di isole solleva interrogativi sulla stabilità a lungo termine, con avamposti che fungono da simboli statici di rivendicazioni, mentre la vera proiezione di potere si affida a risorse mobili come navi e aerei. Le isole sono piccole, come spilli nell’Oceano, e potrebbero essere vulnerabili ad attacchi cinesi

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