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La Commissione Europea lancia un’indagine formale su Temu

La Commissione Europea ha lanciato un’indagine forma sulla piattaforma di commercio online cinese Temu, per violazione del DSA con pratiche scorrette e mancato controllo della qualità dei prodotti

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La Commissione europea ha aperto giovedì un‘indagine formale sulla piattaforma cinese di e-commerce Temu per potenziali violazioni del Digital Services Act, il regolamento del blocco volto a limitare la diffusione di contenuti illegali e dannosi online.

Da un’analisi preliminare è emerso che Temu potrebbe non riuscire a reprimere i prodotti non conformi e ad affrontare i rischi legati al design coinvolgente della sua piattaforma, come i programmi di ricompensa, venendo meno agli obblighi di trasparenza.

All’inizio del mese la Commissione aveva ordinato all ‘azienda cinese di fornire maggiori informazioni per dimostrare come rispetta le regole dell’Unione Europea, in seguito alle crescenti pressioni dei governi del blocco e delle organizzazioni per la tutela dei consumatori che sostengono che la piattaforma non è sicura per i consumatori. Il DSA prevede un controllo delle piattaforme sui prodotti che commercializzano.

“C’è il sospetto che non si faccia abbastanza, non in modo efficace, per prevenire realmente la diffusione di prodotti illegali”, ha dichiarato un funzionario della Commissione, informando i giornalisti prima dell’annuncio. “Abbiamo motivo di credere che Temu non abbia analizzato adeguatamente la natura di dipendenza” di alcune delle sue caratteristiche, ha aggiunto.

In base alla DSA, le aziende possono incorrere in multe fino al 6% del loro fatturato globale annuo se l’indagine approfondita, che non è vincolata da alcuna tempistica, conferma violazioni importanti.

Temu, che conta 92 milioni di utenti mensili nell’UE, è stata designata a maggio come piattaforma online di grandi dimensioni (VLOP), obbligandola a rispettare regole più severe e ad affrontare il controllo diretto della Commissione.

In una dichiarazione, un portavoce di Temu ha affermato che l’azienda “prende sul serio gli obblighi previsti dalla DSA, investendo continuamente per rafforzare il nostro sistema di conformità e salvaguardare gli interessi dei consumatori sulla nostra piattaforma” e “collaborerà pienamente con le autorità di regolamentazione”.

I mercati online in forte espansione con sede in Cina – come Temu, il marchio di fast-fashion Shein e il gigante della vendita al dettaglio AliExpress – sono finiti sempre più spesso nel mirino dei politici e delle autorità di regolamentazione per le preoccupazioni legate alle pratiche di dumping, al lavoro forzato e all’inquinamento ambientale.

Queste piattaforme sono sinora riuscite a crescere in modo esponenziale nella UE, utilizzano le esenzioni per le transazioni minime dei prodotti nella UE, e quindi causando un certo danno al commercio tradizionale, oltre che drenando risorse dall’Unione verso la Cina. Del resto i rpoduttori cinesi non sono sottoposti alle assillanti normative UE e quindi possono produrre a costi molto inferiori.


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