La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, arriva oggi a New Delhi con il suo Collegio di commissari, per una visita ufficiale che durerà due giorni e che segna un’importante tappa nelle relazioni tra l’Unione Europea e l’India. Alla missione partecipa anche il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, che su x ha cosi commentato la missione “La partnership tra Ue e India è strategicamente importante: dal turismo alle infrastrutture digitali, attraversando molti altri settori, e porta a crescita e innovazione per entrambe le parti. Avremo anche l’opportunità di confrontarci con i rappresentanti del settore produttivo attivo nel Paese”.
La presidente Von der Leyen è alla sua terza visita nel grande paese indiano dal 2022. “In questa era di intensa competizione geostrategica, l’Europa si schiera a favore dell’apertura, del partenariato e del dialogo. Cerchiamo di approfondire i legami con uno dei nostri amici e alleati più fidati: l’India” ha affermato invece la presidente Von der Leyen.
Per von der Leyen, Europa e India sono partner affini, uniti dalla convinzione condivisa che la democrazia sia il sistema che meglio serve i cittadini. “Per questo, una delle prime visite della nuova Commissione è in India. Siamo determinati a rafforzare il nostro partenariato strategico per promuovere il commercio, la sicurezza economica e catene di approvvigionamento resilienti, insieme a un’agenda tecnologica comune e a una cooperazione rafforzata in materia di sicurezza e difesa”.
Per l’occasione si riunirà anche il consiglio Ue-India per il commercio e la tecnologia.Una comunicazione congiunta su una nuova agenda strategica Ue-India è prevista per il secondo trimestre del 2025. Un vertice Ue-India potrebbe aver luogo nell’ultimo trimestre del 2025. Un calendario con date, tappe, obiettivi, a riprova di volersi mettere al riparo da nuove tensioni commerciali e nuovi ordini mondiali.
L‘Ue desidera sviluppare le sue relazioni con l’India, il cui mercato e la cui crescita economica rappresentano una preziosa opportunità per le aziende europee, soprattutto nel campo delle tecnologie verdi. L‘India è leader nella promozione delle energie rinnovabili, viene ricordato, e questo ruolo non è nuovo. A marzo 2018 il primo ministro indiano, Narendra Modi, insieme al Presidente francese Emmanuel Macron, ha co-presieduto la conferenza fondatrice dell’Alleanza internazionale per il solare (International Solar Alliance, Isa).La missione dell’Isa è quella di sbloccare un trilione di dollari in investimenti solari entro il 2030, riducendo al contempo i costi di tecnologia e finanziamento.
La missione arriva in un momento in cui i rapporti tra la Ue e gli Usa, suo storico alleato, sono diventati piuttosto tesi, a causa della minaccia arrivata proprio in queste ore da parte di Trump, di imporre dazi fino al 25% su alcuni prodotti europei. E’ chiaro che in questo momento rinsaldare legami con un paese in forte crescita economica come l’India, diventa un passo quasi obbligato. L’Ue è il principale partner commerciale dell’India, con scambi di beni per un valore di 124 miliardi di euro nel 2023, con un incremento di quasi il 90% nell’ultimo decennio. Circa 6.000 aziende europee sono presenti in India, fornendo direttamente 1,7 milioni di posti di lavoro e sostenendone indirettamente 5 milioni in vari settori. Il commercio di prodotti è aumentato del 72% negli ultimi dieci anni e, nello stesso periodo, l’afflusso di investimenti esteri da parte dell’UE è aumentato dall’8% al 18%; il che ha fatto assumere all’UE il ruolo di più importante finanziatore estero dell’India. Collegamenti più stretti hanno già contribuito ad aumentare gli scambi e gli investimenti tra i due partner.
La nuova Federazione delle Imprese Europee in India (Febi) contribuirà a rafforzare i legami commerciali. L’Ue e l’India hanno ripreso i negoziati per un Accordo di libero scambio nel 2022, dopo la visita della presidente von der Leyen a Nuova Delhi. Il prossimo round è previsto dal 10 al 14 marzo 2025 a Bruxelles. L’India si affaccia al 2025 forte di una crescita economica sostenuta e di un ruolo politico che, se non è forse ancora globale come vorrebbe, le riserva un posto da protagonista autorevole sulla scena internazionale, di cui l’Italia sembra ora decisa ad accorgersi.
Con il governo Meloni i rapporti sembrano essere diventati ancora piu stretti per diverse ragioni. Prima fra tutte, l’ottimo rapporto personale fra Narendra Modi e Giorgia Meloni, un inedito nelle relazioni bilaterali. L’empatia è cresciuta attraverso la collaborazione nel G20, di cui hanno assunto a turno la presidenza, e nel G7, ma potrebbe avere radici più profonde e sulle quali puntare. Le rispettive storie politiche sono per molti versi parallele: entrambi vengono dalle fasce più estreme dei rispettivi schieramenti; entrambi hanno cercato di prenderne le distanze con una manovra graduale, senza rinunciare per questo allo hard core del loro sostegno originario; entrambi si presentano come leader capaci di mettere in ombra un pesante bagaglio intollerante e populista per assumere il ruolo di statista moderato.
Le due nazioni sono attivamente impegnate in joint venture e collaborazioni in settori come ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, tecnologie pulite, energie rinnovabili, ICT, sanità, aerospazio, istruzione e beni culturali. Come membro chiave dell’Unione Europea e uno dei principali partner commerciali dell’India, l’Italia conta oltre 600 aziende attive in India, con circa 60.000 dipendenti e un fatturato complessivo di 9,7 miliardi di euro. A novembre dello scorso anno, in occasione del G20 a Rio de Janeiro, i due paesi hanno firmato un piano di azione comune per espandere la loro collaborazione strategica.
Il piano d’azione strategico congiunto 2025-29 delinea in questo senso la visione condivisa per i prossimi cinque anni favorendo collaborazioni, programmi e iniziative congiunte. Il tutto tenendo conto delle priorità nazionali di ricerca dell’Italia e dell’India, nell’ottica di rafforzare le collaborazioni per l’innovazione, anche nel contesto dell’Iniziativa indo-pacifica per gli oceani, in aree di interesse comune. Il focus sarà su fintech, edutech, assistenza sanitaria, logistica e supply chain, agritech, progettazione di chip ed energia verde
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