Economia
La Commissione europea: cari cittadini, preparatevi all’emergenza
La commissione emette le linee guida, e si prepara anche a emettere una legislazione, per far si che i cittadini abbiano riserve di emergenza per tre giorni. Bene, bravi, ma quali emergenze ?

Cari europei, preparatevi. La Commissione Europea, con un tono che oscilla tra il materno e il “non dite che non ve l’avevamo detto”, sta per raccomandarvi di fare scorta di cibo per almeno 72 ore. Non si tratta di diventare novelli survivalisti, ma di essere pronti a fronteggiare “disastri estremi”, come guerre, cyberattacchi, pandemie, inondazioni, crolli della civiltà. Si tratta di “Preparedness Union“, una pessima traduzione di “Unione nella preparazione” in anglo-europeo.
Come afferma la Vicepresidente della Commissione, Roxana Mînzatu, è meglio “aggiustare il tetto mentre c’è il sole”. Il che, tradotto, significa che è ora di darsi una mossa e prepararsi, a livello individuale e collettivo, ma prepararsi a cosa? Al fallimento della società? All’invasione dei marziani?
Il piano, contenuto in un documento di 17 pagine, mira a creare un’UE “sicura e resiliente”, capace di gestire minacce di ogni tipo. Tra le varie raccomandazioni, spiccano quelle di fornire aiuti ai paesi membri per lo stoccaggio di beni essenziali, la pianificazione di emergenza e la disponibilità di rifugi. Insomma, un kit di sopravvivenza europeo, riveduto e corretto.
E non si parla solo di calamità naturali, anzi si parla quasi solo di eventi catastrofici causati dall’uomo. La Commissione sottolinea l’urgenza di prepararsi anche a “attori ostili”, quindi parla di rivolte o eventi bellici. Il modello a cui si ispira è quello dei paesi nordici, dove la preparazione è un affare che coinvolge tutti, dai cittadini alle imprese, fino ai governi. Un approccio olistico, come si dice oggi.
Un fronte caldo è quello dei cyberattacchi. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha intensificato le sue attività nel cyberspazio, prendendo di mira infrastrutture critiche come le reti energetiche. Ma non è l’unica: anche Cina, Iran e Corea del Nord sono accusati di bersagliare governi e aziende occidentali. La Commissione propone quindi un “sistema europeo di allerta cybersicurezza” e più formazione digitale. Però, nello stesso tempo, la spinta alla digitalizzazione rende tutta l’Europa più fragile ed esposta.
Ma torniamo ai disastri “naturali”. Sembra che molti europei non sappiano cosa fare di fronte a un’alluvione o un terremoto. La Commissione vuole quindi promuovere una strategia di stoccaggio a livello europeo per risorse critiche, che includa anche cibo e acqua. Un po’ come avere una dispensa di emergenza a portata di continente.
Per coordinare meglio le risposte alle crisi, si pensa anche a un “hub di coordinamento della crisi”, che dovrebbe anticipare e gestire le conseguenze degli eventi avversi in tutti i settori.
E per rendere tutto più concreto, si sta valutando anche una nuova legge europea sulla preparazione, che fissi standard e obiettivi misurabili a lungo termine. Come sempre la UE, di fronte a problemi seri, viene a rispondere facendo una legge. Questa, automaticamente risolverà ogni problema, riempirà le dispense, farà comprare a tutti una radio AM (un altro bene necessario nelle emergenze, come le batterie).
Perché quando la Commissione emette una direttiva o una misura, automaticamente questa si avvera senza conseguenze. Immagino che voi siate già in coda al supemercato per acquistare scatolame. Quando arriverà l’armagheeddon e la società imploderà sarete già pronti, e sopravviverete per tre giorni.
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