Attualità
La Cina vende molti titoli di stato USA, stanca delle incertezze di politica monetaria USA
La Cina , se continua su questa strada, non sarà poù il secondo possessore di titoli di stato a stelle e strisce
La confusione dela FED circa il taglio dei tassi di interessi e la necessità di sostenere il corso dello Yuan sta facendo si che senpre più titoli di stato americani siano venduti da Pechino e presto il Regno Unito potrebbe superare la Cina come secondo detentore dei titoli di stato a stelle e strisce.
La seconda economia mondiale https://www.scmp.com/economy/china-economy/article/3259463/china-unloads-more-us-treasury-bills-odds-fed-rate-cuts-grow-slima febbraio, con un totale di 775 miliardi di dollari alla fine del mese, secondo i dati rilasciati dal Dipartimento del Tesoro statunitense mercoledì.
Il Giappone ha consolidato il suo posto di primo acquirente con un’aggiunta di 16,4 miliardi di dollari di banconote ai suoi forzieri a febbraio, per un totale di 1.168.000 miliardi di dollari di debito statunitense, mentre le partecipazioni del Regno Unito sono salite a 700,8 miliardi di dollari da 691,2 miliardi di dollari nello stesso periodo.
“Gli investimenti cinesi all’estero si sono concentrati sui Treasury statunitensi in passato, [ma] c’è spazio per il governo cinese per ridurre ulteriormente le sue partecipazioni in futuro“, ha detto Zhao Xijun, professore di finanza presso la Renmin University di Pechino.
“Pechino è preoccupata per l’imminente riduzione dei tassi negli Stati Uniti, che influirà sui rendimenti“. Perl quello che fa paura agli investitori cinese è l’incertezza delle mosse USA.
In seguito al discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell di martedì, gli economisti si aspettano un ulteriore ritardo dei tagli al tasso di riferimento degli Stati Uniti, se non perfino un aumento, con le riduzioni a fine 2024 se non addirittura nel 2025.
L’indice del dollaro USA ha raggiunto un massimo di sei mesi a 106 mercoledì. Questo obbliga chi può a vendere i titoli USA per difendere le proprie valute. Qui di seguito un grafico che mostra il salto del Dollar Index che traccia la forza del dollaro
Pechino, vigile nella protezione dei suoi beni all’estero, ha ridotto i suoi investimenti in buoni del Tesoro USA del 25 percento dall’inizio del 2021, per un ammontare di 280 miliardi di dollari.
La sua posizione ha toccato un minimo di 14 anni di 769,6 miliardi di dollari nell’ottobre 2023, un calo comunemente attribuito ad uno sforzo consapevole di diversificare le sue partecipazioni. Ecco un grafico che mostra chiaramente l’andamento del possesso cinese di titoli USA
Zhao ha osservato che i cambiamenti negli investimenti all’estero dipendono molto dal contesto, ricordando che Pechino ha aumentato i suoi investimenti in oro – un bene noto per la sua affidabilità – dopo un’analisi dell’ambiente esterno.
Gli analisti hanno confermato che le mosse della Cina per diversificare i suoi asset sono in linea con i rapidi cambiamenti della geopolitica e con le sue relazioni irregolari con gli Stati Uniti.
Alicia Garcia-Herrero, capo economista per l’Asia-Pacifico di Natixis, ha affermato che sono possibili ulteriori vendite, anche se il Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen ha sollevato la questione con le sue controparti cinesi durante una visita ufficiale all’inizio del mese.
“Penso che nel momento in cui ha detto che gli Stati Uniti non avrebbero preso ‘nulla dal tavolo’ in risposta alla sovraccapacità della Cina, [Pechino] ha voluto dare un segnale di serietà sul problema della vendita dei Treasury statunitensi”, ha detto.
Tutto questo avviene dopo un viaggio del Segretario al Tesoro Yellen
I funzionari di Cina e Stati Uniti si sono incontrati a Washington martedì per scambiare le loro opinioni sulla stabilità finanziaria, la cooperazione normativa, i pagamenti transfrontalieri e la lotta al riciclaggio di denaro, nell’ambito del gruppo di lavoro finanziario bilaterale recentemente istituito. Tuttavia, non sono stati forniti dettagli.
Garcia-Herrero ha osservato che le partecipazioni combinate di Europa e Giappone sono più grandi di quelle della Cina, il che significa che gli Stati Uniti “potrebbero mitigare il sell-off” senza “un grande impatto”. Un problema potrebbe invece avero la Cina nel controllare la svalutazione dello Yuan, senza avere sufficienti titoli di stato USA da vendere.
Comunque c’è anche un problema di immagine: se la Cina non fosse più il secondo investitore mondiale in titoli di stato USA darebbe un forte segnale di scarsa amicizia con Washington e di scarsa fiducia nel suo governo.
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