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La Cina sta diventando leader anche nello stoccaggio sotterraneo di gas naturale

La Cina corre per riempire i suoi stoccaggi di gas: Pechino costruisce riserve strategiche per difendersi dalla volatilità dei prezzi del GNL e supera l’Occidente per velocità di crescita.

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Secondo un nuovo rapporto pubblicato lunedì dall’International Gas Union (IGU), dal 2022 la Cina ha aumentato la propria capacità di stoccaggio sotterraneo di gas più di qualsiasi altro Paese.

Secondo il rapporto dell’IGU, nel 2025 sono in funzione 699 impianti di stoccaggio sotterraneo di gas naturale in tutto il mondo, con un volume totale di gas lavorabile pari a 424 miliardi di metri cubi (bcm). Si tratta di un aumento di 10 bcm rispetto al 2022.

“Da notare che la Cina ha aumentato la propria capacità di stoccaggio di 6 bcm, posizionandosi ora al sesto posto a livello globale”, ha affermato l’IGU.

I primi cinque paesi con la maggiore capacità di stoccaggio di gas disponibile sono Stati Uniti, Russia, Ucraina, Canada e Germania.

La Cina è ora salita al sesto posto, grazie al forte aumento della sua capacità di stoccaggio di gas disponibile negli ultimi anni.

A differenza dell’impennata registrata in Cina, lo stoccaggio sotterraneo di gas (UGS) nei mercati sviluppati “sembra essere stagnante o registrare solo una crescita modesta”, secondo il rapporto dell’IGU.

Tuttavia, la Cina, seconda economia mondiale e principale consumatore di gas, continua ad espandere lo stoccaggio sotterraneo di gas. Una capacità aggiuntiva potrebbe aiutare il Paese a ridurre la sua esposizione al volatile mercato spot del GNL, poiché una maggiore capacità di stoccaggio potrebbe diminuire la necessità di importazioni di GNL.

Ad esempio, all’inizio di quest’anno PetroChina ha accettato di acquistare tre impianti di stoccaggio di gas naturale dalla sua controllante statale CNPC.

Acquisendo i siti di stoccaggio del gas di Xinjiang, Xiangguosi e Liaohe della CNPC, PetroChina ha aumentato la propria capacità e rafforzato il controllo dell’intera catena del gas in un momento in cui Pechino sta puntando fortemente su questo combustibile sia come copertura di sicurezza che come ponte verso emissioni più basse. L’uso del gas naturale è rimasto stabile anche se i veicoli elettrici stanno erodendo le vendite di carburante per autotrazione, e la CNPC prevede che la domanda accelererà nella seconda metà del decennio.

Il mese scorso, la Cina ha annunciato che il suo primo impianto sotterraneo di stoccaggio del gas in cavità saline è diventato operativo dopo un importante ampliamento. Secondo i media statali, ciò sta aumentando in modo significativo la capacità della Cina di gestire i picchi di domanda e garantire la sicurezza energetica.

Esempio di stoccaggio del gas

Domande e Risposte

Perché la Cina sta investendo così tanto nello stoccaggio di gas proprio ora?

La Cina mira a ridurre la sua dipendenza dal mercato spot del Gas Naturale Liquefatto (GNL), noto per la sua estrema volatilità dei prezzi. Aumentando la capacità di stoccaggio sotterraneo (UGS), Pechino può acquistare GNL quando i prezzi globali sono bassi e utilizzare le proprie riserve quando i prezzi salgono, garantendosi così la sicurezza energetica e stabilizzando i costi interni. È una mossa strategica per isolarsi dagli shock di mercato.

Chi sono i leader mondiali nello stoccaggio di gas, e come si posiziona la Cina?

I leader storici per capacità totale di stoccaggio sono, nell’ordine, Stati Uniti, Russia, Ucraina, Canada e Germania. Tuttavia, la Cina ha registrato la crescita più rapida negli ultimi anni. Con un aumento di 6 miliardi di metri cubi (bcm) dal 2022, la Cina è ora salita al sesto posto nella classifica mondiale, superando altri grandi consumatori. È il Paese che sta crescendo più velocemente in questo settore.

Qual è la differenza tra la strategia cinese e quella dei mercati occidentali?

Secondo il rapporto dell’International Gas Union (IGU), la crescita dello stoccaggio nei mercati sviluppati (come Europa e Nord America) è “stagnante o modesta”. Al contrario, la Cina sta attuando una politica industriale statale aggressiva, usando colossi come PetroChina e CNPC per espandere rapidamente le infrastrutture. Pechino la considera una priorità strategica per la sicurezza nazionale, mentre l’Occidente sembra muoversi più lentamente o fare affidamento sul mercato a breve termine.

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