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La Cina sta costruendo una “Portaerei Terrestre”? Spuntano catapulte elettromagnetiche su camion a Shanghai

Cina: spuntano le catapulte elettromagnetiche su camion. I droni stealth ora decollano dalle strade, addio alle piste fisse.

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È ormai una tradizione non scritta, ma puntualmente rispettata: tra Natale e Capodanno, mentre l’Occidente è distratto dalle festività, la Cina fa emergere nuove, inquietanti capacità militari. Questa volta, l’epicentro dell’interesse è il cantiere navale di Hudong-Zhonghua a Shanghai. Le immagini satellitari e le foto rubate dai social media cinesi, pubblicate da TWZ,  ci mostrano qualcosa che potrebbe cambiare la dottrina della guerra aerea: droni stealth pronti al lancio non da una pista, ma da un sistema modulare su ruote, che sostiene una catapulta. 

Non stiamo parlando di semplici camion da trasporto, ma di quella che appare come una vera e propria catapulta elettromagnetica terrestre. Se confermata, questa tecnologia rappresenterebbe un salto qualitativo nella capacità di proiezione di potenza dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA), svincolando l’aeronautica dalla tirannia delle piste di atterraggio fisse.

La catapulta EMALS con i droni in mostra

L’innovazione: Catapulte EMALS su gomma

Al centro dell’attenzione ci sono alcuni camion a otto ruote, parcheggiati in fila sulla banchina. A un occhio inesperto potrebbero sembrare normali veicoli logistici, ma un’analisi più attenta rivela dettagli tecnici che non lasciano spazio a molti dubbi:

  • Modularità: I veicoli sembrano progettati per agganciarsi l’uno all’altro, formando una catena.
  • Superficie piana: Una volta collegati, creano una superficie continua, un binario.
  • Sistemi di potenza: I lati dei camion sono aperti, mostrando cablaggi pesanti e cilindri sopra le ruote, suggerendo la presenza di elettromagneti o sistemi di sospensione autolivellanti, essenziali per garantire un lancio stabile su terreni non perfettamente preparati.

La logica suggerisce che questi veicoli formino un sistema EMALS (Electromagnetic Aircraft Launch System) mobile. A differenza delle vecchie catapulte a vapore, brutali e complesse da manutenere, il sistema elettromagnetico permette un’accelerazione progressiva e finemente regolabile. Questo è cruciale per lanciare droni, che sono molto più leggeri dei caccia con equipaggio e verrebbero distrutti dalle sollecitazioni di una catapulta a vapore tradizionale.

Inoltre, avendo l’energia a disposizione, è un apparato molto meno complesso di una catapulta a vapore, che può essere smontata in parti, come mostra chiaramente questo disegno.

I Droni: “Loyal Wingman” pronti al decollo

Sui camion e nelle vicinanze sono stati avvistati mockup o prototipi di droni da combattimento a bassa osservabilità (stealth). Il design richiama fortemente l’XQ-58A Valkyrie americano e il concetto cinese FH-97.

FH 97 in esposizione

Un dettaglio tecnico conferma l’ipotesi della catapulta: il carrello anteriore di questi droni è dotato di una barra di traino rinforzata, chiaramente progettata per agganciarsi a uno “shuttle” di lancio. Non è un carrello per un decollo autonomo da pista standard. Questo rende quasi certa la possibilità di un lancio da catapulta.

Tabella: Confronto tra le piattaforme osservate

CaratteristicaXQ-58A Valkyrie (USA)FH-97 / Drone Shanghai (Cina)
RuoloLoyal Wingman / AttaccoLoyal Wingman / Ricognizione / Attacco
LancioRazzo (RATO) o PistaCatapulta Elettromagnetica (Mobile/Navale)
RecuperoParacaduteParacadute o arresto con cavi (presunto)
Peso Max~ 3 Tonnellate~ 2-3 Tonnellate (stimato)

Perché una catapulta su camion? La strategia della dispersione

La domanda fondamentale che un analista deve porsi non è “come”, ma “perché”. Perché investire risorse in una catapulta terrestre quando esistono i razzi (RATO, rocket assisted take off) per lanciare i droni? Oppure esistono piste autostradali.  Ecco le varie alternative:

  1. Indipendenza dalle Piste: In un ipotetico conflitto nel Pacifico o su Taiwan, le basi aeree e le piste di decollo sarebbero i primi obiettivi dei missili balistici nemici. Una pista distrutta mette a terra l’aviazione. Un convoglio di camion che può lanciare droni d’attacco da un parcheggio, da un’autostrada o da una radura è un bersaglio molto più difficile da neutralizzare.
  2. Logistica Semplificata: I razzi per il decollo assistito costano, occupano spazio, sono pericolosi da stoccare e, soprattutto, sono “a perdere”. Una catapulta elettromagnetica ha bisogno “solo” di energia (generatori), permettendo lanci ripetuti a costi marginali inferiori e con una logistica meno esplosiva.
  3. Il Fronte Himalayano: La Cina ha confini caldi con l’India ad altitudini estreme. A 4000 o 5000 metri, l’aria rarefatta penalizza enormemente il decollo degli aerei, costringendoli a portare meno carburante o meno armi. Una catapulta fornisce l’energia cinetica necessaria per far decollare droni a pieno carico anche sul “tetto del mondo”. A Nuova Delhi non saranno particolarmente felici di questa innovazione.
  4. L’utilizzo navalizzato: caricato su una nave cargo la trasforma in un trasporto droni pesanti.

Il contesto navale e civile

Non è un caso che tutto ciò avvenga nel cantiere Hudong-Zhonghua. Nello stesso bacino di carenaggio si trova la Type 076, la gigantesca nave d’assalto anfibio dotata, guarda caso, di una catapulta elettromagnetica. È molto probabile che la tecnologia terrestre e quella navale siano gemelle, sviluppate in parallelo per massimizzare le economie di scala e la condivisione dei componenti.

Inoltre, è stata avvistata una nave mercantile civile modificata con lanciatori verticali containerizzati.1 Questo suggerisce una dottrina di “fusione militare-civile”, dove ogni piattaforma, dal camion alla nave commerciale, può trasformarsi in un vettore di attacco.

I precedenti storici e la tecnologia

Non è un concetto del tutto nuovo. Durante la guerra del Vietnam, i Marines USA utilizzarono il sistema SATS (Short Airfield for Tactical Support), una sorta di “portaerei su terra” con catapulte e cavi di arresto per operare in zone avanzate. La Cina sembra aver ripreso quel concetto, aggiornandolo al XXI secolo con la tecnologia elettromagnetica e l’automazione dei droni.

Aziende cinesi come la Tiantao Technology avevano già mostrato render di sistemi simili, parlando di capacità di lancio per droni fino a 2 tonnellate. Le immagini di Shanghai suggeriscono che siamo passati dai rendering ai prototipi fisici.

L’apparizione di questi sistemi a Shanghai è un segnale chiaro. Pechino si sta preparando a uno scenario di guerra in cui le infrastrutture fisse non sono garantite. Sviluppando la capacità di lanciare sciami di droni da combattimento da piattaforme mobili terrestri (e navali non convenzionali), la Cina sta complicando enormemente i calcoli difensivi degli Stati Uniti e dei loro alleati nel Pacifico.

Non si tratta solo di tecnologia, ma di resilienza operativa. Mentre l’Occidente discute ancora sui budget, la Cina sforna hardware che rende il campo di battaglia sempre più imprevedibile. E lo fa, con sottile ironia, proprio sotto le feste.


Domande e risposte

Qual è il vantaggio principale di una catapulta elettromagnetica rispetto a un razzo per il lancio di droni?

Il vantaggio principale è la riutilizzabilità e la logistica. I razzi (RATO) sono costosi, monouso e pericolosi da trasportare in grandi quantità. Una catapulta elettromagnetica, alimentata da generatori mobili, può lanciare droni in sequenza rapida senza consumare propellente solido. Inoltre, l’accelerazione elettromagnetica è più “dolce” e controllabile, riducendo lo stress strutturale sul drone rispetto all’esplosione violenta di un razzo, permettendo di lanciare velivoli più sofisticati e delicati.

Questi camion possono lanciare anche caccia con equipaggio come il J-20?

Al momento è altamente improbabile. I camion avvistati e le specifiche discusse dalle aziende cinesi (come Tiantao Technology) suggeriscono una capacità di lancio per velivoli fino a 2-3 tonnellate. Un caccia come il J-15 o il J-20 pesa, a pieno carico, decine di tonnellate. Per lanciare velivoli con equipaggio servirebbero sistemi molto più grandi e potenti, simili a quelli installati sulle portaerei classe Fujian. Questa tecnologia è mirata specificamente ai droni e alla “guerra degli sciami”.

Come atterrano i droni dopo essere stati lanciati dai camion?

Questa è la parte meno chiara del sistema. Le opzioni sono diverse: i droni potrebbero atterrare su piste tradizionali se disponibili, utilizzare paracadute per il recupero (come l’XQ-58 americano), oppure essere “a perdere” in missioni di attacco unidirezionale (droni kamikaze a lungo raggio). Esiste anche la possibilità che il sistema mobile includa, o lavorerà in tandem con, sistemi di arresto mobili (cavi e ganci) simili a quelli usati dai Marines in Vietnam, permettendo un ciclo completo di lancio e recupero su strada.

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