Cina
La Cina si prepara all’invasione? Costruita una “mini-Taipei” nel deserto per le esercitazioni
Immagini satellitari rivelano una finta Taipei nel deserto della Mongolia Interna, completa di palazzi governativi e tunnel sotterranei. Pechino si prepara a uno scenario di attacco “chirurgico”, addestrando le truppe per un’invasione dell’isola.
Nuove immagini satellitari, analizzate da un think tank giapponese, mostrano come la Cina abbia ampliato in modo significativo una base di addestramento militare che è, a tutti gli effetti, una replica in scala del distretto governativo di Taipei. Un segnale che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, l’opzione militare per Taiwan non è affatto fuori dal tavolo.
La base in questione è quella di Zhurihe, situata nella regione della Mongolia Interna. Non si tratta di una novità assoluta: già nel 2015 i media di stato cinesi mostrarono filmati di truppe che assaltavano una struttura identica al palazzo presidenziale taiwanese. Ciò che preoccupa gli analisti è la recente e rapida espansione del sito.
Cosa c’è nella “finta Taipei”?
L’analisi del Japan Institute for National Fundamentals, riportata dal quotidiano Sankei Shimbun, evidenzia come il complesso di addestramento si sia quasi triplicato dal 2020. Le nuove costruzioni includono:
- Una replica dello Yuan Giudiziario: Il massimo organo giudiziario di Taiwan.
- Edifici simili ai ministeri della Difesa e degli Esteri taiwanesi.
- Un tunnel sotterraneo di quasi 300 metri: Collegato al finto tribunale, probabilmente per simulare scenari di fuga o di infiltrazione nelle infrastrutture critiche della capitale.
Le immagini satellitari non mostrano solo edifici vuoti, ma un’attività febbrile. Nel luglio 2022, sono state osservate forze dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) mentre erigevano posti di blocco attorno ai finti ministeri, prima di far entrare veicoli corazzati. Il mese successivo, un’unità delle dimensioni di una brigata è stata vista addestrarsi in un combattimento simulato contro forze che difendevano la replica del palazzo presidenziale.
Secondo Maki Nakagawa, ricercatrice del think tank, l’obiettivo è duplice: “Mettere pressione su Taiwan e avvertirla che, anche con i tunnel, non c’è via di scampo”. Pechino, insomma, starebbe passando a un “addestramento orientato al combattimento” reale.
Un messaggio politico, oltre che militare
La costruzione di questimodelli sempre più dettagliati non è solo una questione di preparazione tattica. È un chiaro messaggio politico inviato a Taipei e a Washington. Il presidente cinese Xi Jinping, nel suo recente discorso per la Festa Nazionale, ha ribadito la necessità di “opporsi fermamente alle attività separatiste” e “all’interferenza esterna”.
La reazione di Taiwan non si è fatta attendere. Il ministro della Difesa, Wellington Koo, ha affermato che Taipei è a conoscenza di questi sviluppi e ha già preso precauzioni contro una possibile “operazione di decapitazione”, ovvero un attacco mirato a eliminare la leadership politica e militare dell’isola.
Mentre gli Stati Uniti continuano a fornire armi difensive a Taiwan in base al Taiwan Relations Act, la Cina non si limita a costruire palazzi finti. Negli ultimi anni, l’EPL ha intensificato le esercitazioni anfibie e ha iniziato a utilizzare repliche di sistemi d’arma occidentali e taiwanesi, come i lanciarazzi HIMARS di fabbricazione statunitense.
La leadership cinese continua a dichiarare di preferire una “riunificazione pacifica”. Tuttavia, gli ingenti investimenti per simulare un’invasione nei minimi dettagli, nel bel mezzo del deserto mongolo, suggeriscono che Pechino si stia preparando con estrema serietà a un’alternativa tutt’altro che pacifica. E come si suol dire, le azioni parlano molto più forte delle parole.
Domande e Risposte dall’articolo
1) Perché la Cina sta costruendo una replica così dettagliata di Taipei?
La costruzione di una “mini-Taipei” ha un duplice scopo, strategico e psicologico. A livello strategico, permette alle forze speciali e alle unità d’assalto dell’Esercito Popolare di Liberazione di addestrarsi in uno scenario urbano estremamente realistico, simulando un’operazione di “decapitazione” volta a neutralizzare la leadership di Taiwan. A livello psicologico, è un potente messaggio di intimidazione rivolto a Taipei e un avvertimento a Washington, mostrando che Pechino sta preparando attivamente l’opzione militare e non la considera solo un’ipotesi remota.
2) Qual è la novità principale emersa dalle recenti immagini satellitari?
La novità non è la base in sé, nota dal 2015, ma la sua rapida e significativa espansione. Dal 2020, il complesso è quasi triplicato, con l’aggiunta di nuove repliche di edifici governativi cruciali come lo Yuan Giudiziario e i ministeri della Difesa e degli Esteri. L’elemento più significativo è la scoperta di un lungo tunnel sotterraneo, che indica una pianificazione di scenari di combattimento più complessi, che includono anche operazioni nel sottosuolo. Questo suggerisce un passaggio da un addestramento generico a uno altamente specializzato e orientato a un’invasione.
3) Come stanno reagendo Taiwan e gli Stati Uniti a questa escalation?
Taiwan ha dichiarato di essere pienamente consapevole delle attività cinesi nella base di Zhurihe. Il Ministro della Difesa ha confermato di aver adottato contromisure specifiche per prevenire un attacco a sorpresa volto a colpire la leadership del paese, anche se non ha fornito dettagli specifici. Gli Stati Uniti, pur mantenendo una politica ufficiale di “ambiguità strategica”, continuano a sostenere Taiwan fornendo armamenti difensivi, come previsto dal Taiwan Relations Act. Washington si oppone a qualsiasi tentativo di modificare con la forza lo status quo nello Stretto di Taiwan.
You must be logged in to post a comment Login