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La Cina se ne infischia delle sanzioni del Regno Unito e importa GNL russo dal Terminal sanzionato

Le sanzioni del Regno Unito sul GNL russo si rivelano inefficaci: la Cina riceve regolarmente i carichi dall’Arctic LNG 2, ignorando le mosse di Londra.

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Nonostante le sanzioni imposte questa settimana anche dal Regno Unito all’unico terminale cinese che importa GNL dal progetto Arctic LNG 2 della Russia, un nuovo carico è arrivato in Cina dall’impianto russo soggetto alle sanzioni degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali.

La nave cisterna Arctic Mulan, che trasportava combustibile proveniente dall’Arctic LNG 2, è arrivata venerdì al terminal di importazione di GNL di Beihai in Cina, secondo i dati di tracciamento delle navi raccolti da Bloomberg .

Il carico è la prima importazione cinese di GNL russo soggetto a sanzioni da quando mercoledì il Regno Unito ha sanzionato sette navi cisterna specializzate nel trasporto di GNL e il terminale cinese di Beihai LNG. Beihai importa GNL dall’Arctic LNG 2, il progetto russo di punta nel settore del GNL, gravemente compromesso e sanzionato dal Regno Unito nel febbraio 2024 e dagli Stati Uniti e dall’UE nello stesso anno.

Almeno un altro carico di GNL è in viaggio verso il terminale cinese e dovrebbe arrivare dopo il 13 novembre, quando terminerà il periodo di transizione delle sanzioni britanniche, secondo i dati di monitoraggio delle navi cisterna monitorati da Bloomberg.

Il proseguimento degli scambi commerciali tra Russia e Cina da Arctic LNG 2, iniziato quest’estate, suggerisce che Russia e Cina non sembrano turbate dalle sanzioni sul progetto o sul terminale di importazione cinese. Del resto solo Londra ha imposto le sanzioni al termina, mentre la UE continua a discutere e gli USA, in questo momento, restano avanti. Un balzo in avanti che non  ha condotto nessun risultato.

Si stima che la Cina abbia ricevuto almeno dieci carichi di GNL dall’Arctic LNG 2, mentre Pechino e Mosca sembrano più audaci nel sfidare le sanzioni degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali sulle esportazioni energetiche della Russia.

L’Arctic LNG 2, gestito dalla società energetica russa Novatek, ha faticato per più di un anno a trovare acquirenti dopo l’imposizione delle sanzioni occidentali lo scorso anno.

Ma il progetto è tornato in auge ad agosto, segno che la Russia ha smesso di aspettare e sta ora inviando carichi di GNL, il che potrebbe mettere alla prova la volontà dell’amministrazione Trump di sanzionare i clienti russi di GNL in Cina.

Tutte le esportazioni di Arctic LNG 2 sono state spedite in Cina, dopo che quest’ultima ha smesso di acquistare GNL dagli Stati Uniti a causa della disputa commerciale tra i due paesi.

LNG artico

Domande e Risposte sul tema

1) Ma allora queste sanzioni sono completamente inutili?

Non completamente, ma la loro efficacia è dubbia. Le sanzioni creano attrito, aumentano i costi assicurativi, complicano la finanza e spingono le aziende occidentali (come TotalEnergies, partner del progetto) a ritirarsi. Tuttavia, se due giganti come Russia e Cina sono determinati a commerciare, trovano il modo di aggirarle. La Russia reindirizza i flussi verso l’Asia e la Cina ottiene energia, probabilmente a prezzi scontati, ignorando le pressioni di Londra o Washington, la cui azione scoordinata (solo UK sul terminale) indebolisce ulteriormente la misura.

2) Perché la Cina compra GNL russo sanzionato e non da altri?

Per due ragioni principali: sicurezza energetica e geopolitica. La Cina ha bisogno di diversificare le sue fonti energetiche e la Russia è un fornitore vicino e strategico. Inoltre, a causa delle tensioni commerciali e politiche con gli Stati Uniti, Pechino ha ridotto drasticamente gli acquisti di GNL americano. Comprare gas russo, sfidando le sanzioni occidentali, rafforza l’asse Mosca-Pechino e invia un chiaro messaggio politico a Washington e ai suoi alleati, dimostrando la loro scarsa influenza sulle scelte energetiche cinesi.

3) Cos’è esattamente l’Arctic LNG 2 e perché è così importante per la Russia?

È un enorme progetto di estrazione e liquefazione di gas situato nella penisola di Gydan, nel circolo polare artico russo, gestito dalla società privata Novatek. Per la Russia è strategico: rappresenta il tentativo di Mosca di diventare uno dei maggiori esportatori mondiali di GNL via nave, un mercato finora dominato da USA, Qatar e Australia. Dopo aver perso gran parte del mercato europeo del gas via tubo, la Russia punta tutto sul GNL per raggiungere i mercati asiatici. Le sanzioni mirano a bloccare questa strategia, ma per ora riescono solo a rallentarla.

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