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La Cina massimizza l’import di petrolio russo a marzo

La Cina compra grandi quantità di petrolio russo a marzo, aumentando le proprie riserve, in attesa di un aumento dei prezzi

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Petroliera russa

La Cina ha realizzato volumi record di importazioni di greggio dalla Russia a marzo, aggiungendo 790.000 barili al giorno alle sue scorte, rispetto ai 570.000 bpd di gennaio e febbraio, ha riferito giovedì Clyde Russell di Reuters, citando i dati ufficiali delle importazioni cinesi.
Gli sforzi di Pechino per aumentare le scorte strategiche stanno contemporaneamente alterando il quadro della domanda di petrolio del Paese, con importazioni record di petrolio russo che contribuiscono a creare un quadro falsato della domanda complessiva del Paese, osserva Russell.

I numeri del primo trimestre dell’anno mostrano un aumento delle scorte di 670.000 bpd.

Secondo Russell, i dati nascondono importazioni di greggio cinese più deboli per il 1° trimestre 2024, che si sono attestate a 11,02 milioni di bpd, rispetto agli 11,06 milioni di bpd dello stesso trimestre dell’anno scorso.

“Il quadro che emerge dal primo trimestre è che la domanda cinese di greggio importato è stata praticamente piatta e che i raffinatori stanno ancora aumentando le scorte, anche se i prezzi iniziano ad aumentare”, ha scritto Russell.

Martedì, i prezzi del petrolio sono aumentati in seguito alla pubblicazione di nuovi dati economici della Cina, che hanno mostrato forti dati sul PIL, il che è tipicamente rialzista per i prezzi del petrolio. Nonostante i dati sul PIL, altri indicatori economici come le vendite al dettaglio, la produzione industriale e gli investimenti immobiliari hanno mostrato una domanda interna di petrolio debole rispetto alle previsioni.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) prevede che la domanda dla Cina s crescerà di 500.000 bpd quest’anno, per poi diminuire a 300.000 bpd l’anno prossimo. Rispetto agli altri Paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), si prevede che la Cina, che l’anno scorso ha rappresentato l’80% della crescita della domanda dell’OCSE, vedrà tale quota ridursi al 43% quest’anno e al 27% l’anno prossimo.

L’agenzia vede una graduale attenuazione della domanda, basata sulla flessione della crescita economica cinese e “sulla rapida adozione a livello nazionale di tecnologie sostitutive del petrolio, come i veicoli elettrici (EV) e la ferrovia ad alta velocità”.

Nel frattempo però Pechino riempe i serbatoi, anche nel timore di un aumento dei prezzi petroliferi.

 


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