Energia
La Cina fa scorta di petrolio: Pechino accumulerà greggio fino al 2026. Cosa si nasconde dietro questa strategia?
Mentre il mercato si interroga sulle future mosse dell’OPEC+, la Cina accelera l’accumulo di riserve strategiche di greggio a un ritmo impressionante. Secondo gli analisti, questa mossa non sarebbe legata a un boom della domanda, ma a una precisa strategia a lungo termine. Scopriamo quali sono le implicazioni per i prezzi e per l’economia globale.

Secondo Frederic Lasserre, responsabile globale della ricerca e dell’analisi presso il gigante del commercio di materie prime Gunvor, la Cina continuerà ad accumulare petrolio greggio nelle riserve strategiche e commerciali fino al 2026.
Dopo un inizio d’anno lento, la Cina ha iniziato ad aumentare le importazioni di petrolio greggio tra marzo e aprile e da allora ha mantenuto livelli di importazione elevati. Secondo gli analisti, il fattore chiave è stato l’accumulo di scorte di greggio, non un forte rimbalzo della domanda.
L’aumento degli acquisti cinesi ha contribuito a sostenere i prezzi del petrolio nonostante l’aumento della produzione dell’OPEC+ e le persistenti preoccupazioni sul tasso di crescita della domanda globale di petrolio, in un contesto di politiche commerciali e dazi statunitensi incoerenti.
Da marzo in poi, “abbiamo iniziato a vedere un tasso di stoccaggio molto impressionante, pari a quasi un milione di barili al giorno”, ha dichiarato Lasserre al pubblico della conferenza APPEC 2025 a Singapore, ospitata da Platts e S&P Global Commodity Insights.
Il tasso di riempimento è di circa il 60%, il che suggerisce che la Cina ha margine per un ulteriore accumulo di scorte, ha affermato Lasserre, come riportato da Reuters.
A differenza degli Stati Uniti, la Cina, il principale importatore mondiale di greggio, non comunica le scorte e gli analisti stanno esaminando l’offerta complessiva e i tassi di lavorazione delle raffinerie per stimare quanta parte del greggio viene destinata alle riserve strategiche o commerciali e quanta viene trasformata in carburanti.
La Cina ha iniziato ad accelerare le importazioni di petrolio greggio a marzo e aprile, ma l’aumento degli acquisti non è stato necessariamente un segno di ripresa della domanda di carburante nel maggiore importatore mondiale di greggio. È più probabile che le raffinerie cinesi abbiano aggressivamente accumulato greggio più economico a causa delle incertezze sul futuro delle sanzioni.
Gli analisti prevedono che le forti importazioni cinesi e la produzione di raffinazione siano continuate durante l’estate, in piena stagione turistica e con le raffinerie statali impegnate a ricostituire le scorte di carburante.
L’accumulo aggressivo di greggio in Cina sembra essere continuato anche ad agosto. Secondo i dati doganali pubblicati lunedì, le importazioni di greggio, pari a 49,49 milioni di tonnellate, ovvero 11,65 milioni di barili al giorno (bpd), sono aumentate dello 0,8% ad agosto rispetto all’anno precedente e del 4,9% rispetto a luglio di quest’anno.
Questo accade nonostante si prevedano dei cali nei prezzi dopo l’aumento annunciato della produzione OPEC+ ad ottobre. Quindi o i cinesi sanno qualcosa che noi ignoriamo o la loro domanda è superiore alle attese.

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