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Difesa

La Cina contro Starlink: Pechino vuole abbattere i satelliti di Elon Musk, a qualsiasi costo

Pechino considera la costellazione di Elon Musk una minaccia strategica per i suoi legami con il mondo militare USA. Dalle pubblicazioni scientifiche cinesi emergono piani di attacco con armi ad energia diretta e satelliti spia, innescando una nuova corsa allo spazio per l’autonomia strategica.

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Sottomarini stealth equipaggiati con laser spaziali, sabotaggio della catena di approvvigionamento e satelliti d’attacco progettati su misura. Non sono scene di un film di fantascienza, ma alcune delle strategie che gli scienziati cinesi stanno sviluppando per contrastare quella che Pechino considera una grave minaccia: la rete di satelliti Starlink di Elon Musk.

Decine di pubblicazioni scientifiche cinesi, redatte da ricercatori governativi e militari, esplorano apertamente metodi per neutralizzare o distruggere la costellazione satellitare che sta garantendo a SpaceX un dominio quasi monopolistico nelle comunicazioni spaziali. La preoccupazione di Pechino è alimentata dai profondi legami tra l’azienda di Musk e l’apparato di difesa e intelligence statunitense.

Terminal Starlink

Una minaccia strategica

I ricercatori cinesi ritengono che Starlink, una vasta rete di satelliti in orbita bassa che offre connettività veloce e a basso costo, rappresenti un rischio significativo per gli interessi strategici della Cina. In uno studio del 2023, accademici dell’Università Nazionale di Tecnologia della Difesa cinese hanno scritto: “Mentre gli Stati Uniti integrano la tecnologia Starlink negli assetti spaziali militari per ottenere un vantaggio strategico sui loro avversari, altri Paesi percepiscono sempre più Starlink come una minaccia alla sicurezza nei domini nucleare, spaziale e informatico”.

Questa percezione non è limitata alla Cina. Anche alcuni alleati tradizionali degli Stati Uniti esprimono dubbi sull’opportunità di affidare un’infrastruttura di comunicazione critica a una società privata guidata da un imprenditore imprevedibile, le cui alleanze politiche appaiono spesso mutevoli.

L’effetto Ucraina e le preoccupazioni globali

La guerra in Ucraina, iniziata nel 2022, ha rappresentato un punto di svolta. Il conflitto ha dimostrato l’enorme vantaggio tattico che Starlink può offrire sul campo di battaglia, facilitando le comunicazioni e il coordinamento di droni. Allo stesso tempo, ha messo in luce la vulnerabilità di un sistema controllato da un singolo individuo. Elon Musk, infatti, ha avuto il potere di interrompere il servizio, come quando si rifiutò di estendere la copertura per supportare un contrattacco ucraino in Crimea.

USV ucraino con connessione Starlink

Questo episodio ha funzionato da campanello d’allarme per molte nazioni, inclusi i Paesi europei, che ora cercano di accelerare sullo sviluppo di alternative per garantirsi una “autonomia strategica”. L’iniziativa europea IRIS² nasce proprio da questa esigenza, sebbene sia ancora molto indietro rispetto a Starlink, che oggi conta oltre l’80% di tutti i satelliti attivi in orbita. Eutelsat-Oneweb è un’altra inziativa alternativa, francese, anch’essa studiata per il doppio uso, ma nessuno è neppure lontanamente vicina a quanto realizzato da Pechino. Perfino Berlino pensa a una sua costellazione di satelliti in orbita per uso militare.

Le contromisure cinesi e la corsa allo spazio

Mentre i diplomatici cercano di usare la regolamentazione internazionale per contenere Musk, gli ingegneri cinesi elaborano contromisure attive. Le proposte includono

  • Satelliti ombra per seguire i veicoli Starlink e implementare misure di interferenza;
  • Sabotaggio mirato alle debolezze della catena di approvvigionamento di oltre 140 fornitori primari;
  • Attacchi con energia diretta utilizzando laser ad alta potenza per disabilitare o distruggere le apparecchiature;
  • Interferenze orbitali che coinvolgono materiali corrosivi o attacchi cinetici su propulsori ionici e pannelli solari;

Parallelamente, la Cina sta costruendo la propria alternativa. Nel 2021, Pechino ha fondato la società statale China SatNet con il compito di lanciare una megacostellazione con capacità militari, nota come Guowang. Un altro progetto, Qianfan, sostenuto dal governo di Shanghai, ha già stretto accordi con Paesi come il Brasile, approfittando anche delle tensioni tra Musk e le autorità locali. Nessuna di questi progetti è però al livello di Starlink, neppure lontamente.

La supremazia di Starlink ha di fatto innescato una nuova corsa allo spazio, spinta non solo da ambizioni commerciali ma da chiare necessità geopolitiche. Sebbene alcuni analisti statunitensi ritengano esagerati i timori di Pechino, il dibattito interno in Cina rimane acceso. La presenza di migliaia di satelliti, che possono sorvolare il territorio cinese pur non offrendo servizio nel Paese, è vista come una spada di Damocle. Come titolava un articolo scientifico cinese: “Attenzione a Starlink“.


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