Attualità
La Cina attacca il Cognac francese, in risposta alle dichiarazioni della Von Der Leyen
La Cina ha avviato una nuova indagine antidumping sulle importazioni di cognac/brandy francese, inasprendo la disputa commerciale tra Pechino e Bruxelles e coinvolgendo anche la Francia, come riportato dal Financial Times.
I funzionari del ministero del commercio cinese hanno dichiarato che l’indagine sul brandy importato dall’UE è stata avviata in seguito alle lamentele dei produttori nazionali. Il cognac/brandy è l’acquavite più importata in Cina e proviene principalmente dalla Francia.
L’indagine arriva quattro mesi dopo che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato un’indagine antisovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, sostenuta da dirigenti e funzionari del settore automobilistico francese. “I mercati globali sono ora inondati da auto elettriche cinesi più economiche”, ha dichiarato a settembre. All’epoca, Bruxelles aveva messo in guardia da probabili ritorsioni cinesi e queste sono arrivate. Del resto, per essere chiari, tutti possono fare accuse di dumping.
Le azioni dei principali produttori di liquori sono scese venerdì, con Rémy Cointreau in calo di oltre il 12% e Pernod Ricard del 3,6%. Anche le azioni di Diageo e del gruppo del lusso LVMH, che possiede il cognac Hennessy, sono scese rispettivamente del 2,1% e dell’1,3%. Quella che segue è la quotazione di Pernod Ricard
L’associazione francese dell’industria del cognac, la BNIC, ha dichiarato che “coopererà pienamente con le autorità cinesi” per rispondere alle loro preoccupazioni. L’associazione si è detta fiduciosa che i prodotti francesi “siano pienamente conformi alle normative cinesi e internazionali e che l’UE e la Cina troveranno un modo costruttivo per risolvere qualsiasi controversia bilaterale”.
Il Ministero dell’Economia francese ha dichiarato che, insieme alla Commissione Europea, sarà “pienamente mobilitato per garantire la difesa delle nostre aziende”, aggiungendo che non vi è alcuna indicazione che un produttore di brandy francese sia colpevole di pratiche di dumping.
Pernod Ricard, che possiede i marchi di cognac Martell e Augier, ha dichiarato che il caso presentato ai funzionari commerciali cinesi da un produttore nazionale anonimo sostiene che i dazi sull’importazione del liquore dovrebbero essere aumentati al 16%, rispetto all’attuale 5%, per uniformare le condizioni di concorrenza. Tale aumento sarebbe significativo, ma inferiore ai dazi analoghi applicati in altri paesi come il Brasile, con un prelievo all’importazione del 20%, il Vietnam con il 24% e la Thailandia con il 60%. Appare poi curioso che un produttore cinese di brandy pensi di competere ad armi pari con un marchio secolare come Martell.
Von der Leyen si è lamentata del deficit commerciale record del blocco con la Cina – che ha sfiorato i 400 miliardi di euro nel 2022, il dato pubblicato più di recente – e ha lanciato appelli per smuovere le relazioni, trovando fonti di approvvigionamento alternative per i prodotti critici. La Commissione propone inoltre controlli nazionali più severi sugli investimenti e sulle esportazioni. Però, a questo punto, la UE non deve lamentarsi se Pechino si comporta nello stesso modo nei confronti dei prodotti europei, e se c’è deficit commerciale non dovrebbe essere un grosso problema. Però Bruxelles è dominato dalle Lobby, e quelle francesi sono molto agguerrite.
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