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La borsa USA sfiora i 7000 punti, ma cosa potrebbe farla corllare per JP Morgan?

JPMorgan prevede un S&P 500 a 7000 punti, ma avverte: ecco i segnali che potrebbero innescare un crollo improvviso. Il segreto per il rialzo? La forza inattesa dei consumatori e i loro 21.800 miliardi di dollari in contanti.

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Anche i più inguaribili ottimisti, a quanto pare, sentono il bisogno di guardarsi le spalle. JPMorgan, una delle più grandi banche d’affari del mondo, ha messo nero su bianco uno scenario quasi euforico: l’indice S&P 500 potrebbe raggiungere la stratosferica soglia di 7000 punti entro la fine dell’anno. Un traguardo che farebbe la gioia di molti investitori.

Eppure, nella stessa nota, gli analisti si prendono la briga di delineare con precisione chirurgica tutti i fattori che potrebbero non solo fermare la festa, ma trasformarla in un brusco risveglio. Un classico esercizio di equilibrismo che ci dice molto sullo stato attuale dei mercati: un mix di fiducia granitica e ansia latente. Vediamo quindi quali sono i due volti del mercato secondo JPM.

SP 500 da Tradingeconomics

I fantasmi all’orizzonte: i rischi di un crollo a breve termine

Nonostante l’obiettivo finale sia rialzista, il percorso potrebbe essere tutt’altro che lineare. Gli analisti di JPMorgan identificano alcuni ostacoli non da poco nel breve periodo.

  • La Stagionalità Gioca Contro: Storicamente, settembre e ottobre non sono mesi brillanti per le borse. Le statistiche mostrano che, in anni simili a questo (con un rialzo tra il 5% e il 25% fino ad agosto), i rendimenti medi autunnali sono stati quasi nulli. Un avvertimento statistico da non sottovalutare. Il crollo del 1929 avvenne ad ottobre, e nello stesso mese vi fu quello del 1987. Anche la crisi del 2007 per la borsa partì ad ottobre.
    Un Rally Forse Troppo Lungo: Il mercato azionario sale ininterrottamente da aprile. La cosa che inizia a diventare senza precedenti è il tempo trascorso senza una correzione degna di nota (almeno un -3% dai massimi). Sono passati 93 giorni, un record eguagliato solo in altre due occasioni dal 2016. Tutta questa salita senza pause può portare a un esaurimento fisiologico.
  • L’Euforia dei Piccoli Investitori: Quando il “parco buoi” diventa troppo ottimista, spesso è un segnale contrario. Secondo i dati raccolti sui social media, il sentiment degli investitori retail è ai massimi da un anno. Storicamente, un eccesso di euforia di massa precede spesso le correzioni.
  • Le Buone Notizie Sono Già Scontate? Con i principali eventi macroeconomici ormai alle spalle, secondo JPM c’è poco spazio per ulteriori sorprese positive che possano spingere i prezzi ancora più in alto.

I fattori chiave da monitorare

Il futuro dei mercati si deciderà su alcuni bivi cruciali:

  1. Il Russell 2000: L’indice delle piccole e medie imprese americane è a un punto di svolta. Se romperà la sua resistenza pluriennale, potrebbe attirare nuovi capitali e dare ulteriore spinta al mercato. In caso contrario, una sua debolezza potrebbe contagiare il resto del listino.  Sono  5 anni  che non scende sotto i 1600
  2. I Tassi d’Interesse: Un’ulteriore discesa dei tassi USA darebbe benzina ai titoli ciclici e a quelli con molte posizioni “short” (allo scoperto). Un rialzo, al contrario, potrebbe innescare vendite automatiche da parte dei grandi fondi speculativi (CTA). In questo momento però , dopo la revisione del PIL al rialzo, c’è una bassa probabilità di nuovi tagli degli interessi nel 2025, tranne… crolli di borsa.
  3. Il Comportamento dei Retail: L’attuale euforia si sgonfierà o continuerà a spingere i volumi di acquisto? Il retail, la marea dei piccoli trader sarà un indicatore del sentire del mercato.

Perché essere ottimisti? Il motore segreto dell’economia USA

Se i rischi a breve termine sono concreti, cosa spinge JPMorgan a una previsione così audace per fine anno? La risposta non si trova tanto negli indicatori tecnici, quanto nell’economia reale, e in particolare nella solidità, quasi incredibile, del consumatore americano.

La banca definisce quella che chiama la “Consumer Cash Pile” (la pila di liquidità dei consumatori), ovvero la somma di conti correnti, depositi a risparmio e fondi monetari. Ebbene, questa cifra ha raggiunto un nuovo record nel secondo trimestre del 2025: $21.800 miliardi, in netto aumento rispetto ai $14.800 miliardi di fine 2019.

La Cah Pile, il mucchio di contanti

Ecco i dati salienti che sostengono la tesi rialzista:

  • Più Ricchi di Prima (o Quasi Tutti): Analizzando i dati per fasce di reddito, emerge che tutte le fasce, ad eccezione del 20% più povero, hanno più liquidità rispetto al 2019, anche tenendo conto dell’inflazione. Si va da un +7% a un +25% di contante disponibile.
  • L’Esplosione dei Conti Correnti: Questo è forse il dato più sottovalutato. I saldi dei conti correnti sono passati da $1.530 miliardi nel 2019 a $5.420 miliardi nel 2025. Anche i depositi bancari in generale sono potentemente cresciuti.Questi non sono risparmi a lungo termine, ma denaro pronto per essere speso, alimentando direttamente i consumi.

    Pepositi bancari 2019 oggi

  • Patrimonio Netto alle Stelle: La crisi del COVID è stata la prima recessione nella storia degli Stati Uniti in cui il patrimonio netto delle famiglie è aumentato anziché diminuire. Nel 2008, il patrimonio netto delle famiglie americane calò di $8.000 miliardi; nel 2020 è aumentato di $13.500 miliardi. Oggi, ha raggiunto un altro record a $167.200 miliardi.

Questa enorme ricchezza si è tradotta in consumi robusti, che a loro volta hanno sostenuto una crescita del PIL reale ben al di sopra delle aspettative.

Il verdetto finale: comprare sui ribassi

In conclusione, la visione di JPMorgan è “tatticamente rialzista”. Gli analisti consigliano di sfruttare ogni eventuale debolezza del mercato per acquistare in vista del rally di fine anno. I maggiori rischi? Un esaurimento del tema dell’Intelligenza Artificiale, un’impennata dell’inflazione dovuta a un mercato del lavoro troppo forte, un’impennata dei rendimenti obbligazionari o un’escalation della guerra commerciale.

Insomma, un quadro complesso dove l’ottimismo fondamentale, basato sulla solidità dei consumatori, si scontra con rischi tecnici e di sentiment a breve termine. La scommessa di JPM è che, alla fine, i soldi vinceranno.

Domande & Risposte

1. Perché JPMorgan è così ottimista sulla Borsa nonostante i numerosi rischi a breve termine?

La ragione principale risiede nella straordinaria salute finanziaria del consumatore americano. Secondo l’analisi di JPM, le famiglie statunitensi dispongono di una liquidità record ($21.800 miliardi), con un aumento significativo dei saldi sui conti correnti, pronti per essere spesi. Questo “tesoretto” sostiene i consumi, che sono il motore principale del PIL statunitense. In sostanza, la banca ritiene che la forza dell’economia reale, trainata da consumatori solidi, abbia il potenziale per superare le turbolenze tecniche e la stagionalità negativa del mercato nel breve periodo, spingendo le azioni verso nuovi massimi entro fine anno.

2. Cosa significa che l’euforia degli investitori retail è un segnale negativo?

In finanza, l’eccessivo ottimismo degli investitori non professionisti (retail) è spesso considerato un “indicatore contrario”. Quando un gran numero di piccoli investitori si riversa sul mercato in modo euforico, spinto dalle notizie positive e dalla paura di perdere il rialzo (FOMO), significa che quasi tutti coloro che volevano comprare lo hanno già fatto. Questo lascia pochi nuovi acquirenti per sostenere ulteriori aumenti dei prezzi. I grandi investitori istituzionali possono interpretare questo picco di euforia come un segnale che il mercato è surriscaldato e vicino a un picco, iniziando a vendere le proprie posizioni.

3. Qual è il rischio più grande che potrebbe invalidare questo scenario positivo?

Il rischio maggiore, secondo l’analisi, è un’inattesa accelerazione dell’inflazione. Se l’economia dovesse surriscaldarsi troppo, con un aumento significativo delle assunzioni e della spesa, la Federal Reserve potrebbe essere costretta a rinviare i tagli dei tassi d’interesse o, nello scenario peggiore, a considerare nuove strette. Questo provocherebbe un’impennata dei rendimenti obbligazionari, rendendo le obbligazioni più attraenti rispetto alle azioni e aumentando il costo del capitale per le aziende. Un simile evento potrebbe porre fine bruscamente al rally del mercato azionario, invalidando le previsioni rialziste.

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