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LA BCE LASCIA INVARIATI I TASSI. CERTO, CHE VI ASPETTAVATE ? DRAGHI NON VUOLE METTERE I CHIODI SULLA BARA DELL’EURO, PER ORA

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Draghi, il presidente BCE, ha lasciato i tassi invariati, ed anche il programma QE. Per cui abbiamo

  • Tassi depositi overnight -0,30%
  • Tasso base – 0%
  • Tasso di finanziamento per liquidità: 0,25%.

Non è cambiato niente, anche se l’inflazione è leggermente salita e ormai i tassi USA sono in crescita piuttosto rapida. Non ci sono neppure avvisaglie di mutamenti a breve termine. Perchè ?

Prima di tutto l’inflazione è si risalita al 1,8% nell’area euro, ma essenzialmente per fattori esteri come l’energia. L’inflazione Core resta molto, ma molto, più bassa e , soprattutto , non ha superato il limite di guardia in modo stabile. Anzi, non ci si è neppure avvicinata. 

Si ora siamo a 1,2% (che non è 2%…), ma a Marzo eravamo a solo 0,7%. e nei mesi precedenti a 0,9%. Insomma c’è stato un certo riscaldamento, ma proprio poco.

Del resto si assiste alla solita dicotomia europea: l’inflazione core Italiana bassissima:

Inflazione Core tedesca più elevata.

La Dicotomia prosegue se analizziamo i prezzi immobiliari . Consideriamo prima l’Italia:

Mentre , per quanto riguarda la Germania …

Immaginate di essere un  banchiere centrale, in cui mezzo sistema finanziario sta andando in bolla, anche se lentamente, e mezzo invece stia smaltendo un fortissimo sboom. Che fareste ? Se alzate i tassi, mandate sotto terra il sistema già in crisi. Ora fino a quando il sistema che sta crescendo  non andasse in vera e propria bolla lo lascereste andare: a stringere i cordoni della borsa si fa sempre in tempo! 

Aggiungiamo che il sistema on crisi ha anche un pesante debito pubblico e che ci sono forti grida per una riduzione del potere della Banca Centrale, se non addirittura per dismettere tutto il sistema, e capite la decisione di Draghi. Se alza i tassi sa benissimo di accentuare i diversi andamenti delle economie europee, e non vuole ripetere gli errori del 2010-11 quando due ritocchi in alto ai tassi scatenarono la crisi dell’euro. Insomma non vuole essere lui ad inchiodare la bara sulla moneta unica. Lascia questo compito a qualcun altro, probabilmente nordico, che verrà dopo di lui. 


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