Economia
La BCE ci ripensa? In caso di crisi, solo il contante è la vera salvezza
La BCE lancia l’allarme: in caso di blackout o crisi, il denaro digitale potrebbe non funzionare. Ecco perché ora consiglia di tenere una scorta di contanti a casa e a quanto dovrebbe ammontare.

Sembra quasi una barzelletta, ma non lo è. Dopo anni passati a decantare le lodi dei pagamenti digitali e a preparare il terreno per l’onnipresente euro digitale, la Banca Centrale Europea fa una parziale ma significativa marcia indietro e ci ricorda una verità antica quanto il commercio: in tempi di crisi, non c’è niente di più sicuro del buon vecchio contante.
In un recente studio pubblicato mercoledì, due economisti della BCE, Francesca Faella e Alejandro Zamora-Pérez, hanno messo nero su bianco un concetto che a molti sembrerà banale, ma che evidentemente a Francoforte suonava rivoluzionario: “L’utilità del contante si intensifica notevolmente quando la stabilità è minacciata”. Poco importa la natura dello shock: che sia una pandemia, un blackout come quello visto quest’anno in Spagna e Portogallo, o uno scenario peggiore, la banconota si conferma l’ancora di salvezza.
Il documento sottolinea “l‘importanza continua per le banche centrali e il settore privato di garantire una fornitura di contante efficiente e robusta, che comprenda scorte adeguate e piani di continuità aziendale resilienti”.
La grande contraddizione dell’era digitale
Questo monito arriva in un momento di palese contraddizione. Mentre la stessa BCE spinge per l’introduzione dell’euro digitale e il numero di sportelli bancari e ATM continua a diminuire in tutta Europa, si riscopre l’acqua calda: un sistema di pagamento totalmente digitalizzato è intrinsecamente fragile. La preoccupazione per il ridotto accesso al contante, finora liquidata come un timore da retrogradi, diventa improvvisamente un punto centrale.
Non a caso, la BCE arriva a descrivere il contante come una “componente critica della preparazione nazionale alle crisi”. Il documento evidenzia persino le raccomandazioni di alcune autorità nazionali, che sembrano quasi dei manuali di sopravvivenza per cittadini previdenti.
Ecco alcuni esempi citati:
- Paesi Bassi, Austria, Finlandia: Le autorità di questi paesi consigliano ai cittadini di detenere una riserva di contanti che va da 70€ a 100€ per membro della famiglia.
- Obiettivo della riserva: Avere abbastanza liquidità per coprire le necessità essenziali per circa tre giorni.
- Innovazione “analogica”: In Finlandia si sta addirittura esplorando la creazione di sportelli bancomat “a prova di interruzione”, pensati per funzionare anche in caso di guasti digitali su larga scala.
La morale è semplice e, per certi versi, ironica. Per quanto comodi e moderni, i sistemi di pagamento elettronici poggiano su un’infrastruttura tecnologica vulnerabile. Un blackout esteso, un attacco informatico su vasta scala o, nello scenario peggiore, un conflitto militare, potrebbero rendere inutili carte di credito e app in un istante.
In quei momenti, l’unica cosa che conta per acquistare beni di prima necessità non è la velocità del tuo smartphone, ma avere qualche banconota in tasca. Tutti gli incentivi e le pressioni verso una società “cashless” si scontrano con la cruda realtà della resilienza. E alla fine, sembra che persino ai piani alti di Francoforte se ne stiano finalmente accorgendo.
Domande e Risposte sull’articolo
- Perché la BCE, che promuove l’euro digitale, ora sottolinea l’importanza del contante?
La BCE non sta abbandonando il progetto dell’euro digitale, ma sta prendendo atto di una realtà emersa con forza durante le recenti crisi (pandemia, blackout energetici). Queste esperienze hanno dimostrato che i sistemi digitali, pur essendo efficienti in condizioni normali, sono vulnerabili a shock sistemici. Il contante è l’unico strumento di pagamento che funziona senza elettricità, senza connessione internet e senza intermediari bancari. Pertanto, la BCE lo riconosce come un pilastro essenziale per la “resilienza sistemica” e la sicurezza dei cittadini, un’ancora di salvezza che deve coesistere con le soluzioni digitali.
- Quanto contante bisognerebbe tenere a casa secondo queste raccomandazioni?
Lo studio della BCE non fornisce una cifra unica, ma cita le raccomandazioni di alcune autorità nazionali come esempio. Si parla di un importo che va dai 70€ ai 100€ per ogni membro del nucleo familiare, oppure di una somma sufficiente a coprire le spese essenziali (cibo, acqua, medicine) per circa tre giorni. L’obiettivo non è l’accumulo, ma la creazione di una piccola riserva di emergenza per far fronte alle prime ore di una crisi, quando i sistemi di pagamento elettronici potrebbero essere temporaneamente fuori uso.
- Questo improvviso interesse per il contante significa che la transizione verso una società “cashless” si fermerà?
È improbabile che la tendenza generale verso i pagamenti digitali si inverta. Tuttavia, questo documento della BCE segna un importante punto di riflessione. Riconosce ufficialmente che una società completamente “cashless” sarebbe pericolosamente fragile. Di conseguenza, è più probabile che si vada verso un modello ibrido: da un lato, lo sviluppo di strumenti digitali come l’euro digitale; dall’altro, nuove politiche per garantire e proteggere l’accesso universale al contante, visto non più come un residuato del passato, ma come una componente strategica per la sicurezza nazionale e individuale.

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