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La batteria che salva la rete? Al via negli USA i test sui sistemi “a flusso” da 100 kW. Il futuro dello stoccaggio è liquido

Gli USA inaugurano i test utility-grade da 100 kW per le batterie a flusso di vanadio: una tecnologia liquida per stabilizzare la rete e prevenire i blackout.

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Mentre in Europa si discute ancora animatamente di transizione energetica tra mille direttive e burocrazia, dall’altra parte dell’Atlantico si passa, come spesso accade, alla pratica. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) ha segnato un punto importante nella partita per la stabilità delle reti elettriche del futuro, partendo con un’applicazione su larga scala delle batterie liquide a flusso di Vanadio. 

Presso il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL), è stata inaugurata una nuova fase di test utility-grade nel nuovissimo Grid Storage Launchpad (GSL). Non stiamo parlando dei soliti test di laboratorio su piccole celle, ma di un salto di scala fondamentale: la capacità di test passa dai precedenti 10 kilowatt a 100 kilowatt. Un aumento di dieci volte che porta la ricerca fuori dalla teoria e dentro la realtà operativa della rete elettrica moderna.

Il salto di qualità: dal laboratorio alla “Utility Scale”

Perché questo test è così rilevante da meritare attenzione? Fino a ieri, i ricercatori erano limitati a sistemi inferiori ai 10 kW. Per fare un paragone comprensibile, è come testare il motore di un modellino sperando di capire come si comporterà un camion a pieno carico in autostrada.

Con la nuova soglia dei 100 kW, il GSL diventa un vero e proprio banco di prova nazionale. Vince Sprenkle, direttore del GSL, non ha usato mezzi termini: “Con questo primo test di batterie di livello utility, il GSL è ora pienamente operativo come terreno di prova della nazione per le tecnologie di stoccaggio su scala di rete”.

In sostanza, si offre agli sviluppatori un feedback indipendente e accurato, necessario per preparare le tecnologie alle applicazioni del mondo reale, dove un guasto non è un dato statistico, ma un blackout.

La tecnologia sotto la lente: le batterie a flusso di Vanadio

Il protagonista di questa prima tornata di test non è la classica batteria agli ioni di litio che abbiamo nei nostri smartphone o nelle auto elettriche. Sotto i riflettori c’è una batteria a flusso di vanadio, sviluppata da Invinity Energy Systems.

Ciclo di carico e scarico di una batteria liquida a Vanadio

Qui entra in gioco l’aspetto tecnico interessante per chi segue l’evoluzione industriale. Le batterie a flusso differiscono radicalmente da quelle tradizionali. Invece di avere tutto “impacchettato” in celle solide, utilizzano un elettrolita liquido stoccato in serbatoi separati. Questo liquido scorre attraverso una cella elettrochimica (stack) per caricare e scaricare energia.

Perché questa architettura piace agli ingegneri di rete?

  • Scalabilità disaccoppiata: Se vuoi più energia (kWh), basta ingrandire i serbatoi. Se vuoi più potenza (kW), aumenti la dimensione dello stack, cioè della riserva. È una flessibilità che il litio non ha.

  • Longevità: L’elettrolita non si degrada ciclando come avviene nelle batterie solide.

  • Sicurezza: Essendo basate su soluzioni acquose, il rischio di incendio è drasticamente ridotto rispetto al litio.

Obiettivo primario: la stabilità della frequenza

Il test, che durerà un anno, non servirà solo a vedere “se funziona”, ma a stressare il sistema su compiti critici. Il focus principale è la regolazione della frequenza.

La rete elettrica è un organismo delicato che deve “battere” a un ritmo preciso. Negli Stati Uniti questo ritmo è di 60 Hertz (da noi in Europa è 50 Hz). Se la domanda supera l’offerta o viceversa, la frequenza oscilla. Se oscilla troppo, le protezioni scattano e si rischiano guasti a catena o blackout. Praticamente è quello che è successo in Spagna lo scorso aprile 2025. 

Le rinnovabili, essendo intermittenti e prive di inerzia rotante (tipica delle grandi turbine a gas o vapore), mettono a dura prova questa stabilità. Qui intervengono le batterie: devono essere capaci di iniettare o assorbire potenza in millisecondi per mantenere l’onda sinusoidale perfetta.

Peak Shaving: tagliare i picchi per salvare il portafoglio

Oltre alla frequenza, il sistema sarà testato per il cosiddetto peak shaving. La domanda di elettricità non è costante: ha picchi violenti al mattino (quando le industrie aprono e le macchine del caffè si accendono) e alla sera (quando si rientra a casa).

Dover dimensionare l’intera rete nazionale per reggere quei pochi minuti di picco massimo è un incubo economico e ingegneristico. Le batterie a flusso possono immagazzinare energia quando la domanda è bassa (e l’elettricità costa poco) e rilasciarla durante i picchi, “rasando” le punte di consumo e stabilizzando i prezzi.

Ecco una sintesi delle caratteristiche chiave del test in corso al PNNL:

CaratteristicaDettaglio
LuogoGrid Storage Launchpad (GSL), PNNL
Capacità di Test100 Kilowatt (aumento di 10x rispetto al passato)
TecnologiaBatteria a flusso di Vanadio (Invinity Energy Systems)
Durata1 anno di regime rigoroso
ObiettiviRegolazione di frequenza (60Hz), Peak Shaving, Validazione per uso in rete

L’importanza della politica industriale

C’è un aspetto “macro” che non va sottovalutato. Matt Harper, Presidente di Invinity, ha sottolineato l’orgoglio di collaborare con il PNNL a supporto del programma di stoccaggio energetico del DOE.

Questo ci dice qualcosa di preciso: gli Stati Uniti stanno usando la leva pubblica (il Dipartimento dell’Energia e i suoi laboratori nazionali) per validare e spingere tecnologie private verso la maturità commerciale. È un approccio keynesiano classico applicato all’innovazione tecnologica: lo Stato si assume il rischio della validazione e delle infrastrutture di test costose (come il GSL), permettendo all’industria di scalare.

Mentre il GSL si prepara ad aprire le porte ad altri produttori dopo questo primo test, il messaggio è chiaro: la transizione energetica non si fa solo con i pannelli solari, ma con l’acciaio, i serbatoi e l’elettronica di potenza necessari a far funzionare una rete che non può permettersi di spegnersi.

L’esperimento americano ci ricorda che la stabilità della rete è un bene pubblico e, come tale, richiede investimenti e una visione strategica che vada oltre il semplice mercato spot dell’energia. Vedremo tra un anno se il vanadio avrà mantenuto le promesse, ma intanto, il test è partito.

L’interno di un modulo di accumulo liquido


Domande e risposte

Cosa differenzia una batteria a flusso da una classica al litio?

La differenza principale risiede nello stoccaggio dell’energia. Nelle batterie tradizionali (come quelle dei telefoni), l’energia è immagazzinata negli elettrodi solidi. Nelle batterie a flusso, l’energia è contenuta in elettroliti liquidi conservati in serbatoi esterni. Questo permette di disaccoppiare la potenza (dimensione della cella) dall’energia (dimensione dei serbatoi), rendendole ideali per stoccaggi di lunga durata e su larga scala, oltre a essere generalmente più sicure e meno soggette a degrado.

Perché la regolazione della frequenza è così importante?

La rete elettrica deve operare a una frequenza costante (60 Hz negli USA, 50 Hz in Europa) per funzionare correttamente. Deviazioni significative da questa frequenza possono danneggiare apparecchiature industriali e domestiche, o far scattare i sistemi di sicurezza delle centrali, causando blackout a cascata. Le batterie sono essenziali perché possono rispondere in millisecondi alle variazioni, iniettando o assorbendo energia molto più velocemente delle centrali termoelettriche tradizionali, garantendo così la stabilità istantanea del sistema.

Qual è il ruolo del Grid Storage Launchpad (GSL)?

Il GSL funge da ente di validazione indipendente. Prima di installare nuove tecnologie sulla rete nazionale (dove un guasto sarebbe catastrofico), è necessario testarle in un ambiente controllato che simuli condizioni reali. Il GSL offre infrastrutture capaci di testare sistemi fino a 100 kW (livello utility), fornendo dati certi e certificati sulle prestazioni. Questo riduce il rischio per gli investitori e per i gestori di rete, accelerando l’adozione di nuove tecnologie di stoccaggio.

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