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l Giappone affila la Katana: completati i test del missile Type 12 “Migliorato”. Tokyo blinda l’arcipelago
Tokyo potenzia la difesa costiera con la nuova versione del missile antinave. Test conclusi in California, dispiegamento previsto a Okinawa e Kumamoto per contrastare le minacce nel Pacifico.

C’è un vecchio adagio che recita “Se vuoi la pace, prepara la guerra”, e sembra che a Tokyo lo abbiano imparato a memoria, declinandolo però in una salsa iper-tecnologica e pragmatica. Mentre il mondo si distrae con le consuete polemiche natalizie, il Giappone ha silenziosamente, ma decisamente, compiuto un passo fondamentale per la sua sicurezza nazionale. Il 19 dicembre, l’Agenzia per l’Acquisizione, la Tecnologia e la Logistica (ATLA) del Ministero della Difesa giapponese ha annunciato il completamento dello sviluppo della variante terrestre del missile superficie-nave Type 12 migliorato.
Non stiamo parlando di un semplice aggiornamento software o di una mano di vernice, ma di un salto quantico nelle capacità di proiezione difensiva (e offensiva, seppur la costituzione nipponica ami gli eufemismi) del Sol Levante.
Una necessità dettata dalla geografia (e dai vicini ingombranti)
La notizia arriva in un contesto geopolitico che definire “teso” è un eufemismo. Con una Cina sempre più assertiva nei mari circostanti, il Giappone ha deciso di non restare a guardare. La capacità di colpire a distanza, il cosiddetto stand-off, è diventata la priorità.
Tuttavia, c’è un’ironia di fondo: il Giappone è un arcipelago affollato. Le attuali infrastrutture locali non permettono di testare missili a lungo raggio senza rischiare incidenti diplomatici o interni. Per questo motivo, l’ATLA ha dovuto fare le valigie e trasferire armi e bagagli negli Stati Uniti. Tra l’8 ottobre e il 27 novembre, sette missili Type 12 migliorati sono stati lanciati dal Point Mugu Sea Range in California del Sud.
Solo lì, grazie alla vastità dell’oceano e alle strutture di supporto americane, è stato possibile verificare le prestazioni reali di un vettore che promette di cambiare gli equilibri nel Pacifico. Nel frattempo, Tokyo corre ai ripari costruendo un poligono domestico vicino all’isola di Minamitori-shima, per non dipendere eternamente dagli spazi altrui.
L’evoluzione della specie: dal Type 80 al “Super” Type 12
Per capire la portata dell’innovazione, bisogna guardare al passato. Lo sviluppo missilistico giapponese è stato una lenta ma inesorabile marcia verso l’autonomia e la precisione, come ben illustra la genealogia tecnica dei vettori nipponici:
- Le origini (JASDF): Si parte dall’ASM-1 (Type 80), un missile aria-nave con motore allo stato solido, per passare all’ASM-2 (Type 93) con guida a immagini a infrarossi e propulsione a getto, fino alle varianti GPS.
- La spina dorsale terrestre (JGSDF): Il venerabile SSM-1 (Type 88) ha lasciato il posto al Type 12 originale, un sistema già rispettabile ma limitato nel raggio d’azione.
- Il presente e il futuro: Il nuovo Type 12 non è solo un missile antinave. È una piattaforma versatile.
Ecco le caratteristiche chiave che distinguono la nuova versione “Improved”:
| Caratteristica | Type 12 Standard | Type 12 Migliorato (Upgraded) |
| Raggio d’azione | Circa 200 km | Esteso a 900 km (obiettivo futuro: 1.500 km) |
| Profilo | Convenzionale | Stealth (bassa RCS – Radar Cross Section) |
| Bersagli | Navi | Navi e obiettivi terrestri |
| Piattaforme | Terra | Terra, Nave, Aereo |
Il Ministero della Difesa ha approvato questo sviluppo nel dicembre 2020. L’obiettivo non è solo colpire navi nemiche lontane, ma avere la capacità di effettuare attacchi al suolo, garantendo quella “capacità di contrattacco” che segna una svolta storica nella dottrina difensiva giapponese. La forma è stata rivista per essere furtiva e la mobilità aumentata per evitare l’intercettazione.
Il piano di dispiegamento: blindare la “Prima Catena di Isole”
Ora che i test sono finiti, si passa alla produzione e alla distribuzione. La tabella di marcia della Japan Ground Self-Defense Force (JGSDF) è serrata e geograficamente inequivocabile:
- Anno prossimo: Il 5° Reggimento Missili Superficie-Nave (SSMR) a Camp Kengun (Prefettura di Kumamoto) riceverà il primo lotto.
- Anni successivi: Sarà il turno dell’8° SSMR a Oita e, soprattutto, del 7° SSMR nella prefettura di Okinawa.
Posizionare questi missili a Okinawa significa avere sotto tiro qualsiasi flotta ostile che tenti di attraversare il braccio di mare verso il Pacifico aperto o verso Taiwan. Una specie di porta chiusa con un lucchetto per la Cina.
Ma non è solo una questione terrestre. La difesa sarà tridimensionale:
- Aria (FY2027): I caccia Mitsubishi F-2 della base di Hyakuri saranno equipaggiati con la versione aviolanciata.
- Mare (FY2027): Il cacciatorpediniere JS Teruzuki (classe Akizuki) sarà la prima unità navale a integrare la variante navale dopo l’aggiornamento.
- Integrazione USA: Il cacciatorpediniere JS Chokai completerà l’integrazione con i missili da crociera Tomahawk americani l’anno prossimo, offrendo una soluzione “ponte” in attesa della piena operatività dei sistemi domestici.
Oltre il Type 12: il futuro è ipersonico?
Il Giappone non si ferma qui. È già in servizio il Type 17 (SSM-2), la derivazione navale con raggio raddoppiato a 400 km, che equipaggia i cacciatorpediniere classe Maya. Inoltre, dal 2025 inizierà l’acquisizione del Type 23, la variante aria-nave specifica per i pattugliatori P-1.
Siamo di fronte a un Giappone che si sveglia dal torpore pacifista imposto dalla Costituzione, non per aggressività, ma per puro realismo. In un mondo dove la deterrenza si misura in chilometri di gittata e in capacità stealth, Tokyo ha deciso di avere il braccio abbastanza lungo per tenere a bada chiunque pensi di poter violare le sue acque territoriali impunemente. La difesa costiera giapponese non è più l’ultima linea di resistenza, ma la prima linea di dissuasione.
Domande e risposte
Perché il Giappone ha testato i suoi missili in California e non in patria?
Il Giappone ha un territorio densamente popolato e spazi aerei/marittimi molto trafficati che rendono difficile testare missili con gittata di 1000 km in sicurezza. Attualmente non dispone di poligoni domestici adeguati per queste distanze. L’uso del Point Mugu Sea Range in California ha offerto lo spazio e la strumentazione necessari. Tuttavia, Tokyo sta pianificando un nuovo poligono vicino a Minamitori-shima per ovviare al problema in futuro.
Qual è la differenza principale tra il vecchio e il nuovo Type 12?
La differenza sostanziale risiede nella gittata e nella furtività. Il Type 12 originale copriva circa 200 km. La versione migliorata porta questo raggio a 900 km, con l’obiettivo di raggiungere i 1.500 km, permettendo di colpire da distanze di sicurezza (stand-off). Inoltre, il nuovo missile ha una forma “stealth” per essere meno visibile ai radar nemici e può colpire anche bersagli terrestri, non solo navali.
Che impatto ha questo missile sulla sicurezza nell’area del Pacifico?
Il dispiegamento del Type 12 migliorato, specialmente a Okinawa, rafforza significativamente la capacità di interdizione del Giappone lungo la “Prima Catena di Isole”. Funge da potente deterrente contro le manovre navali cinesi, impedendo l’accesso libero al Pacifico occidentale. Segna inoltre il passaggio del Giappone da una difesa puramente statica a una capacità di “contrattacco” a lungo raggio, complicando i calcoli strategici di eventuali avversari.









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