Seguici su

Attualità

Jeffrey Epstein: la pedina dei servizi segreti su cui resta molto da scoprire

Pubblicato

il

Jeffrey Epstein, che secondo quanto riferito aveva telecamere di sorveglianza in ogni stanza delle sue proprietà a Manhattan e nelle Isole Vergini, avrebbe raccolto informazioni sugli uomini di una delle sue “Jane Does” per “ricattarli potenzialmente”, secondo l’ampia (e continua) pubblicazione di ieri di documenti relativi al defunto pedofilo trafficante di sesso.

Questa è solo l’ultima di una serie di briciole raccolte nel corso degli anni che suggeriscono che Epstein – e Ghislaine Maxwell (il cui padre era sospettato di collaborare col Mossad) – stavano conducendo una massiccia operazione di “honeypot”, di ricatto sessuale, per fare leva su individui facoltosi e politici.

 

 

Questo non sarebbe per nulla una novità, anzi è un fatto noto da tempo: “Penso che sia impegnato in un ricatto”, ha dichiarato un ricercatore di Epstein al NY Mag nel 2019. 

“Il motivo per cui lo penso è che ho letto il rapporto della polizia di Palm Beach quando hanno eseguito il mandato di perquisizione. Epstein era stato avvertito in anticipo del loro arrivo, quindi ha ripulito la casa il più possibile, ma ha lasciato fili e cavi audiovisivi per caricare i file video sui computer e credo che la stessa polizia di Palm Beach abbia installato alcune delle sue apparecchiature di sorveglianza audiovisiva nella sua residenza – è un servizio che a quanto pare svolgono, installando telecamere di sicurezza per i residenti. Alcune delle sue vittime, come Virginia Roberts, hanno dichiarato nei documenti del tribunale che Epstein le ha detto che “l’informazione è il re” e che Bill Clinton era lì perché “mi deve un favore”. Si vantava di essere così potente. Quindi, sulla base di queste prove, sospetto che sia probabile che Epstein utilizzi le informazioni a suo vantaggio, dato che questo è il suo modo di agire”.

Nel 2019, l’ex spia israeliana e presunto “gestore” di Robert Maxwell, Ari Ben-Menashe, ha dichiarato agli autori del libro “Epstein: Dead Men Tell No Tales” che Epstein gestiva una “complessa operazione di intelligence” per volere del Mossad, come riportato all’epoca da Summit News:

Credendo che Epstein avesse intenzione di sposare sua figlia, Maxwell introdusse lui e Ghislaine Maxwell nella cerchia del Mossad di Ben-Menashe. “Maxwell iniziò a piacergli e la mia teoria è che Maxwell pensava che questo tizio volesse sua figlia”, ha detto Ben-Menashe. Ha pensato di poterlo benedire con un po’ di lavoro e di aiutarlo in modo paterno”.

I capi dell’intelligence israeliana diedero il via libera ed Epstein divenne una risorsa del Mossad.
“Erano agenti dei servizi segreti israeliani”, ha dichiarato Ben-Menashe.
Quando fu chiaro che Epstein non era molto competente a fare altro, il suo ruolo principale divenne quello di “ricattare personaggi politici americani e non”.

Nei dodici anni che hanno preceduto la morte di epstein i segni di questa collaborazione sono stati evidenti. Il procuratore della Florida Alexander Acosta, poi ministro del Lavoro di Trump, quando fu autorizzato a parlare, disse che  quando indagava nel 2007-08 su epstein gli fu detto chiaramente di farsi da parte perché Epstein era in un giro molto più potente del suo, legato ai servizi segreti che conducevano un’operazione di sorveglianza internazionale dei personaggi famosi e influenti americani ed europei. Da questo nacque l’accordo, piuttosto vergognoso, di non persecuzione del 2008 , che permise a Epstein di tenersi i soldi e di continuare a lavorare. Quei servizi erano probabilmente quelli del Mossad.

Quindi c’è ancora moltissimo da scoprire su Epstein e i suoi giri, e una nuova fetta di soprese potrebbe arrivare con l’ultimo blocco di nomi, fra un mese.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento