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“Lo ius soli non passerà, vogliono solo andare presto alle elezioni, dopo la legge finanziaria”. Verso la grande patrimoniale

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Vediamo oggi in Italia molti personaggi, anche insospettabili, sostenere a parole l’approvazione della legge sullo ius soli corretto. Bene, sappiate che tale legge non passerà. Il motivo è semplice: tale provvedimento porterebbe istantaneamente 800’000 voti al PD, più un altro milione nel giro di pochi anni, per cui va bene essere ignavi, certamente corrotti ma pienamente idioti no. Dunque al Senato il centrodestra, con varie manfrine, farà saltare il provvedimento. Poi di corsa verso le elezioni.

Perché molti spingono per lo ius soli proprio ora?
Appunto, approvata la manovra economica fatta di poche tasse certe e molte addivenire (…), tutti vogliono andare rapidamente al voto ma non lo possono dire, forse tranne Berlusconi che tirando fino a maggio 2018 pensa ancora di poter essere riabilitato dopo la sentenza di Strasburgo della sua incandidabilita’ (illuso). Dunque la strategia è semplicemente quella di far cadere il governo al Senato magari una volta messa la fiducia al provvedimento sullo ius soli. In tale contesto Gentiloni, che veste suo malgrado il ruolo di primattore nel gioco dell’ “utile idiota” – ultimamente si è anche autoconvinto di essere uno statista – traghetterà la partita precisamente verso l’epilogo già scritto.

Si, ma perché tanta fretta di votare?
Semplice, perché sono stati presi accordi in sede EU: dopo una prima finanziaria leggera bisogna votare rapidamente con il fine di completare la manovra finanziaria con i provvedimenti veri e sostanziali, appunto quelli concordati con Berlino più che con Bruxelles, ossia tagliare il debito italiano in modo sostanziale. Chiaramente nessun partito si sarebbe potuto assumere l’onere e soprattutto il disonore di approvare provvedimenti lacrime e sangue stile Grecia prima delle elezioni senza perderle. Da qui l’accordo con l’EU – soprattutto da parte di Matteo Renzi, che resta il solito traditore seriale -, prima c’è stata l’apparenza di flessibilità concessa da Bruxelles, dopo le elezioni arriveranno le vere mazzate.

Perché l’EU o meglio Berlino vogliono leggi draconiane sul debito italiano, leggasi ulteriori, pesantissime tasse?
Bisogna essere schietti, il debito italiano è insostenibile e resterà tale permanendo nell’euro: era circa il 130% del PIL nel 2011, oggi è attorno al 155%. Infatti i conti vanno fatti senza considerare l’economia sommersa, correttivo introdotto a livello statistico nel 2014. Fate conto che, usando lo stesso metro, la Grecia dovette accettare la Troika quando il suo debito raggiunse il 140% del PIL. La richiesta all’Italia di ulteriore rigore – è dal 2011 che l’EU continua ad imporre austerità a Roma – deriva da vari fattori: su tutti, formalmente, l’indisponibilità tedesca a condividere i debiti EU oltre alla mancanza di interesse a creare un meccanismo comunitario per la garanzia dei depositi bancari. Dietro a ciò in realtà si cela un triplice obiettivo: appropriarsi degli attivi italici fatti di aziende e risparmio privato, rendere di fatto l’Italia una colonia che acquista i prodotti eurotedeschi e soprattutto abbattere il principale alleato USA non anglosassone in Europa, ricordando che ormai Berlino ha sfidato apertamente Washington volendosi sostituire agli americani al comando del Vecchio Continente. Ben inteso, l’EU NON è un progetto solidale ma semplicemente neocoloniale.

Dunque dobbiamo aspettarci la famosa imposta patrimoniale?
Si, o meglio si tratterà di qualcosa di molto simile sebbene nessuno mai ne pronuncerà il nome. L’obiettivo è di racimolare almeno 400 miliardi per abbattere il debito. Per fare questo ci sono varie proposte e la più gettonata sembra essere quella di Pellegrino Capaldo, o una sua derivazione, che poi è la stessa sostanza ipotizzata dal presidente francese Macron su suggerimento di Enrico Letta tre settimana fa, una patrimoniale immobiliare differita per l’Italia (…). Lasciando perdere lo strumento, è importante capire la ratio: l’EU è stata chiara, o le leggi lacrime e sangue l’Italia se le fa da sola o arriva la troika. E per “aiutare” il prossimo governo a prendere le decisioni “giuste” post elezione – o magari anche appena prima, per indirizzare il voto – è già pronta una crisi del debito italiano per il 2018, tipo crisi dello spread versione 2011, crisi comunque sempre utile per far svalutare l’euro contro il dollaro ossia per aiutare gli esportatori tedeschi

Ok, ma tale imposta sarà almeno risolutiva?
Assolutamente no, sarà la prima di una discreta serie, diciamo che gli italiani devono mettere in conto imposte patrimoniali dichiarate o sotto mentite spoglie volute dall’Europa per circa 1000 miliardi nei prossimi 5-10 anni restando nell’euro. Si perché tale provvedimento “patrimoniale” – se attuato – bloccherà i consumi ossia peggiorerà la crisi imponendo ulteriori e continui correttivi fiscali, ossia comporterà altri provvedimenti straordinari a maggior ragione vista la contingenza globale assai critica fatta di borse ai massimi con multipli insostenibili e nel bel mezzo di una guerra commerciale con gli USA, oltre a tassi inevitabilmente destinati a salire a termine. Per tale ragione la versione Capaldo è la più gettonata, perché sposterebbe negli anni l’incasso mettendo per altro a garanzia asset reali, ossia le ipoteche sulle case degli italiani. A tale scopo il governo ha già previsto la cartolarizzazione delle imposte future per il tramite di un pool di banche internazionali che anticiperanno i flussi di cassa ed a cui resteranno in pancia le ipoteche dei cittadini. L’incredibile miglioramento del rating italiano da parte di S&P ottobre scorso, promozione assolutamente ingiustificata, deriva appunto dalla richiesta di Roma di scontare il meno possibile i flussi di tassazione futuri da parte delle banche in tale scenario. E per fare questo bisognava abbassare lo spread, cosa puntualmente avvenuta. Faccio presente che nell’ipotesi sopra citata, a termine, gli italiani di fatto saranno a forte rischio di perdita della proprie abitazioni, che verranno messe a garanzia a favore delle banche internazionali per le imposte future che i cittadini dovranno pagare a termine, a maggior ragione se NON ci sarà crescita economica in Italia, scontato con una patrimoniale che toglierà qualsiasi residuo di ottimismo dal mercato interno. Abbiamo già visto le “prove tecniche di cartolarizzazione” delle cartelle esattoriali dei cittadini alcune settimane fa con il provvedimento ritirato in extremis del governo: tutto fatto ad arte per introdurlo col botto al prossimo giro, oggi si voleva solo preparare la platea.

Il vero dominus dietro le quinte…

Dunque la patrimoniale è sempre inutile se non nefasta
Se proprio di patrimoniale bisogna parlare l’unica accettabile sarebbe quella imposta agli italiani per ripagare il debito estero con il fine di uscire poi dall’euro, in tale modo la crescita economica ripartirebbe possente a pegno di un po’ di inflazione iniziale. Chiaro, tale strategia funzionerebbe solo a condizione di avere ancora:
– (1.) un apparato produttivo nazionale funzionante e competitivo (e non svenduto allo straniero, che di norma cerca di comprarti per eliminare competitori per i propri prodotti, vedasi ad es. Italcementi acquisita dai tedeschi di Heidelberg, ndr) e
– (.2) i capitali, leggasi i risparmi delle famiglie, necessari per poter ripartire nel nuovo assetto.
Se facciamo attenzione l’EU Franco tedesca sta sistematicamente puntando ad impossessarsi di tali due assets italici, aziende e risparmi privati, per evitare che poi Roma possa anche solo ipotizzare di uscire dalla moneta unica

Messa così sembra che finirà davvero male per l’Italia…
Si, molto probabilmente è davvero finita, anzi si rischia di dividerla in due la Penisola, sacrificando L’Unità nazionale ai desideri francesi e tedeschi di riprendersi l’egemonia sul nord Italia, con Londra ormai non più in grado di difendere la propria creatura ottocentesca nel cuore del mediterraneo. Purtroppo gli italiani sono storicamente stupidi, non ricordano infatti che ad esempio il lombardo-veneto veniva usato dagli austriaci come vacca da mungere, infatti contribuiva con le sue tasse per circa un terzo di tutte le entrate tributarie dell’impero asburgico. Va ricordato che in tale caso il gabelliere non era italiano, ossia i soldi oggi magari spesi male in Italia restano nel paese, se arriva lo straniero proprio non li vedi più….
Il punto vero è che gli italiani non studiano: nonostante quello che si legge sui giornali cooptati al progetto di disfacimento italico, la Penisola ancora oggi è ricchissima, di aziende, di luoghi meravigliosi oltre ad un enorme bacino ottimamente distribuito di risparmi privati accumulati in decenni. I risparmi privati in particolare oltre ad essere tanti e senza debiti sono davvero cospicui oltre che omogenei, non come in Germania dove se si guarda il risparmio mediano si capisce che la vera ricchezza è concentrata nelle mani di pochissime famiglie, sempre le stesse fin dai tempi dell’Impero guglielmino. L’EU ha messo gli occhi proprio su tale tesoro, fin dal 2011 se ben ricordate quando si voleva imporre a Berlusconi un prestito forzoso per in realtà giustificare l’arrivo della troika che avrebbe dovuto mettere le mani sugli assets nazionali (il fallimento pilotato dell’Ilva grazie alla cooptazione di pezzi della magistratura – il procuratore capo di Taranto fu sostituito un mese prima degli eventi – in realtà servì per salvare il gruppo Krupps tedesco ai tempi in pessime acque, un esempio da manuale di neocolonialismo 2.0, ndr).

Ma ci sarà pure un amico dell’Italia in tutto questo enorme tragedia del debito
Senta, in ogni guerra bisogna prima di tutto capire chi è il nemico, che non può essere se stesso. Oggi i nemici, gli avversari, i neo-colonizzatori sono i francesi ed i tedeschi, gli stessi degli ultimi 500 anni. Che per raggiungere l’obiettivo hanno fatto la stessa cosa che hanno sempre fatto, comprare i politici locali con soldi, favori e carriera facendo in modo che – in cambio – approvino provvedimenti capestro per la propria gente, lo abbiamo visto chiaramente in Grecia. La cosa gravissima oggi è che a questa diciamo “prassi” si è aggiunto il ricatto sistematico, perpetrato dai tedeschi anche per il tramite dei dati fiscali rubati, panama papers e che dir si voglia reperiti dai loro servizi segreti (molti cd. Onorevoli sono sotto scacco, anche per i favori ricevuti in passato, se prendi una caramella una volta poi non puoi più tirarti indietro…).
L’unico amico che l’Italia oggi ha è per assurdo il paese più dileggiato dalla stampa nazionale, gli USA di Trump, che avrebbero tutto l’interesse a salvare l’Italia a condizione che esca dall’euro. Per la sola ragione che così facendo si ucciderebbe letteralmente la macchina da export tedesca. Infatti l’euro senza i paesi eurodeboli nel breve si rivaluterebbe anche del 70% sul dollaro (2 dollari per euro), annientando l’industria germanica a vantaggio di quella americana.
Ma come vediamo il moderno maramaldo Renzi pensava invece di portare Obama a sponsorizzare il PD nelle elezioni siciliane…
Come vuole che si salvi un paese che permette a certe persone di governare?

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Questa intervista malcelata è in gran parte frutto di un interessante cenacolo a cui lo scrivente ha partecipato, assieme ad uno stakeholder del governo attuale, che però desidera restare anonimo.
Verificheremo con attenzione le sue valutazioni, che restano tremendamente supportate dai fatti. La situazione italiana sembra davvero tragica.

Jetlag

 


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