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Italia con il piano Mattei sarà protagonista al vertice Ue Africa di Luanda del 24 e 25 novembre 24

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I leader degli Stati membri dell’Unione Africana e dell’Unione Europea si incontreranno per il loro settimo vertice alla fine di questo mese, un quarto di secolo dopo il loro primo incontro biregionale al Cairo, in Egitto, all’inizio del millennio. In previsione di questo storico incontro, che si terrà dal 24 al 25 novembre a Luanda, in Angola, le due parti hanno lanciato a marzo una celebrazione della durata di un anno per celebrare i loro 25 anni di partenariato. Sarà l’occasione certamente tra le altre cose di parlare di Piano Mattei, che lanciato dal governo Meloni, sembra essere diventato un modello da seguire per tutta l’unione europea. Ma soprattutto sarà anche l’occasione per far sentire il peso di un’Europa che sembra aver perso da tempo il suo ruolo di garante nella zona. Russia, Cina e Turchia, hanno a poco poco sostituito, con differenti obiettivi, militari strategici per la Russia e la Turchia, più che altro economici per la Cina.

Il risultato di tutto questo è che l’Europa è praticamente sparita dal contesto del maghreb e del Corno d’Africa, dove ha sempre avuto invece un importante ruolo strategico per decenni. Giorgia Meloni con il suo piano Mattei e con la sua abile posizione di mediatrice con una commissione europea che da sempre deve fare i conti con la vera assenza di una politica estera comune, e epr questo deve appoggiarsi giocoforza ai paesi europei piu rappresentativi. Fino al 2022 il ruolo centrale che ha impartito la rotta in politica estera. è stato senza ombra di dubbio svolto dalla Germania e di rimando dalla Francia, con gli altri paesi, Italia in testa, a seguire.

Dal 2022 invece la musica sembra essere cambiata, e questo occorre darne atto ad un differente approccio che il governo Meloni ha saputo e voluto imprimere ai più importanti dossier di politica estera. In particolar modo proprio nei rapporti che l’Unione Europea dovrebbe avere con il grande continente africano, ricco di risorse umane e materiali, che deve solo essere aiutato a sviluppare la propria economia e trattenere così le migliaia di migranti che cercando fortuna all’estero con i viaggi della disperazione verso le coste italiane, greche e spagnole. L’Italia considera l’Africa una priorità e vuole fungere da “ponte” con l’Europa attraverso il suo piano multimiliardario per stimolare la crescita del continente, anche nel settore energetico, incrementare la prosperità e la sicurezza e contrastare l’immigrazione clandestina, ha dichiarato lunedì il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. “L’Africa è sempre stata una priorità per noi. Non è un caso che abbiamo lanciato il Piano Mattei (da 5,5 miliardi di euro), che rappresenta un modo moderno di guardare al continente africano senza una mentalità coloniale”, ha affermato Tajani prima di una visita in Mauritania, Senegal e Niger.

“C’è una parte dell’Africa che guarda all’Europa come guida, e noi vogliamo essere un ponte tra l’Africa e l’Europa”, ha proseguito Tajani. I legami tra Africa ed Europa non sono stati risparmiati dagli effetti a cascata del  disordine causato dai conflitti in Ucraina e medio oriente. Dall’ultimo vertice UA-UE del 2022, la guerra tra Russia e Ucraina si è aggravata fino a diventare una costosa situazione di stallo, mentre i conflitti nella Repubblica Democratica del Congo, in Etiopia, Libia, Mali, Mozambico e Sudan hanno causato centinaia di migliaia di vittime senza alcun segno di fine. 

Di conseguenza, l’attuale incertezza geopolitica potrebbe potenzialmente indurre le due parti ad affinare la propria attenzione e ad allineare le proprie priorità. E in questo senso proprio il ruolo di Giorgia Meloni e del nostro paese potrebbe essere il fulcro di questa nuova stagione nei rapporti tra Ue ed Africa. “Sulla scia delle politiche delle precedenti amministrazioni, il governo del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha fatto della strategia Italia-Africa uno dei suoi tratti distintivi. La Meloni ha descritto l’approccio non come “un semplice pacchetto di progetti”, ma piuttosto come un “nuovo patto tra nazioni libere, che scelgono di cooperare perché credono nei valori della centralità della persona, della dignità del lavoro e della libertà”. Secondo lei, l’approccio italiano alla cooperazione alla pari con gli Stati africani è un esempio che sta diventando “un modello anche per molti altri Paesi”.

Dice Teresa Noguerita Pinto, esperta di relazioni Africa Ue e professoressa di scienza politica alla Lusofona University di Lisbona. A differenza delle strategie dell’ONU e dell’UE, il Piano Mattei pone poche richieste politiche ai partner africani. Si basa su sei pilastri: energia, infrastrutture, acqua, agricoltura, istruzione e formazione e salute. L’energia è un settore particolarmente critico, poiché l’Italia cerca di consolidare la propria posizione di polo energetico in Europa e di garantire un approvvigionamento stabile di risorse. Incorniciato in un approccio realistico alla cooperazione con gli Stati africani, il piano è stato accompagnato da significativi sforzi diplomatici. Nel gennaio 2024, il Vertice Italia-Africa, tenutosi con lo slogan “un ponte per una crescita comune”, è stato elevato dal livello ministeriale a quello dei capi di Stato. Il piano riflette una visione pragmatica, basata su interessi convergenti e una logica transazionale: promuovere la crescita economica nei Paesi africani per garantire quello che i leader italiani chiamano il “diritto a non migrare”, consentendo al contempo alle aziende italiane di espandersi nei mercati africani.

Ad un evento organizzato oggi, da Carlo Fidanza capodelegazione al Parlamento europeo di Fdi e da Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr, la premier ha parlato del piano “Oggi il Piano Mattei non è più un’idea, ma è una realtà operativa che sta producendo risultati concreti. Voglio ricordare tre numeri su tutti: il coinvolgimento diretto di ormai 14 Nazioni africane, oltre un miliardo di euro di risorse già impegnate dall’Italia per progetti nel Continente africano, la sinergia con il Global Gateway che vale più di un miliardo e duecento milioni di euro. Una cooperazione che oggi si concentra su 4 grandi iniziative strategiche: la realizzazione del Corridoio infrastrutturale di Lobito, per collegare l’Africa occidentale a quella orientale, unendo Angola, Repubblica Democratica del Congo e Zambia; lo sviluppo delle filiere produttive del caffè in diverse Nazioni africane; l’estensione verso l’Africa orientale del cavo Blue Raman, la dorsale marittima che collegherà l’India alle economie europee, passando per il Medio Oriente e il Mediterraneo; l’AI Hub for Sustainable Development di Roma, che coinvolgerà centinaia di start-up africane per applicare l’intelligenza artificiale ai diversi settori del Piano.” Insomma un progetto concreto che certamente sarà motivo di discussione del vertice tra Ue ed Africa a Luanda, dove il nostro paese, giocoforza giocherà un ruolo di primo piano

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