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Euro crisis

Mentre politici e alti ufficiali italiani vicini ad ambienti militari chiedono un cambio di rotta, i media finanziari riesumano l’Italexit: coincidenza?

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Beh, a giudicare dal freddo calcolo di Mishtalk, considerare oggi l’uscita dall’euro come una possibilità concreta sembrerebbe un’ipotesi razionale, anzi di mera sopravvivenza per l’Italia. Nell’ordine, la situazione economica italiana secondo il rinomato blog britannico è la seguente (analisi correttissima, ndr):

  1. Il sistema bancario italiano è insolvente [dopo 6 anni di nefasta austerità EUroimposta]
  2. Un’altra crisi umanitaria si sta preparando (dalla Libya; da settembre i flussi saranno enormi, ndr)
  3. la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 37% [numero spaventoso]
  4. a BCE è l’unico acquirente vero dei BTP italiani
  5. La ripresa mondiale ha i giorni contati
  6. L’Italia non ha fatto nessun passo avanti durante la ripresa globale, non è cresciuta
  7. L’Italeave NON è più tabù [finalmente]
  8. Il debito italiano su GDP è oltre il 130% e, aggiungo io, se non si considera l’economia sommersa si è attorno al 155%, livello superiore a quello che portò la Troika in Grecia

Il punto 8 è interessante in quanto non è stato tanto il debito italiano (rispetto ai partners EU) a salire quanto la crescita a mancare, ossia il denominatore del rapporto debito/PIL. E tale stallo è diretta conseguenza dell’austerità voluta dall’EUropa ed inaugurata da Mario Monti, con una perseveranza tanto soffocante nell’imporre misure non solo inutili ma anche nefaste per uscire dalla crisi da poter ipotizzare che dietro ci sia un qualche piano recondito (tedesco) taciuto alle masse ed ai mercati, un secondo fine (…).

 

Si noti che anche le  prospettive future italiane non lasciano ben sperare, vedasi grafico di Bloomberg. Tradotto: con una siffatta economia, con l’INPS sull’orlo del fallimento ed una popolazione vecchia e che invecchia la bancarotta italiana è garantita entro 5 anni!

L’altra considerazione che va enfatizzata è come lo stesso economista tedesco H. Flassbeck abbia concluso recentemente che l’Italia per modificare l’assetto attuale dell’EU (assetto che inevitabilmente porterà Roma alla bancarotta entro massimo 5 anni, ndr) deve minacciare seriamente un’uscita dall’Euro, l’unico modo per costringere la Germania a rinegoziare il debito non solo italiano ma soprattutto Greco oltre che i trattati EU (in questo contesto ricordo che, notizia di ieri, Schauble ha ufficialmente escluso la colomba FMI dalla troika per quanto riguarda i prossimi incontri per la rinegoziazione del debito ellenico ossia espellendo l’unico attore che si batteva apertamente per un taglio unilaterale del debito di Atene).

Tradotto: la Germania gioca l’All In con l’EU tedesca e non è disposta a mollare (con nessuno, nemmeno con gli USA). Dunque, o l’Italia esce dall’Euro o finirà come la Grecia. Punto e finito il discorso.

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In questo contesto l’aspetto interessante che sta emergendo è il coro di voci, chiaramente di matrice anglosassone, che sta improvvisamente soffiando sul fuoco dell’insostenibilità dell’Italia nell’EU e, notate bene, non per fare polemica ma per la prima volta dal 2011 per trovare – sembra – una soluzione. Appunto, sembrerebbe quasi che ci sia una regia (anglosassone?) tra militari italiani, alcuni politici vicini ad ambienti militari e la stampa specializzata USA (partendo da quella informale, per ora) nel mirare ad una rottura del fronte EUropeo incentrato nell’euro. Vedasi anche i commenti allarmistici di una certa stampa straniera ad enfatizzare i blindati austriaci al Brennero, quasi si fosse all’alba di un conflitto (…).

Questo sembrerebbe denotare una prosssima vittoria dell’amministrazione di Trump sul Deep State con tutte le ripercussioni del caso a livello globale, vedremo; certo che all’arrivo del nuovo capo dell’FBI sostituto del troppo implicato Comey potrebbero partire inchieste in grado di annientare leltteralmente l’intero impianto clinton-obamiano [costruito sulla sabbia] degli ultimi 8 anni, non solo negli USA (ad es., Renzi?). La Germania oggi (per propri interessi, alas ricavarsi un posto al sole a nome dell’EU) rappresenta il baluardo del globalismo clintoniano oltre ad essere a termine il vero avversario occidentale degli USA, da cui si vuole emanicipare quanto meno in EUropa: se l’Italia esce dall’EU la Germania avrà perso tutte le sue battaglie mandando in frantumi una rincorsa durata 75 anni, ecco perchè Roma potrebbe – oggi, con Trump – valere una messa. Vedremo se a Berlino avranno fatto bene i loro calcoli.

L’antipasto in ogni caso lo avremo nelle settimane successive alla ratifica senatoriale della nomina del nuovo capocentro CIA a Roma, ossia l’Ambasciatore USA in Italia; per non parlare dell’ambasciatore presso l’EU, Tedd Mallock. Si va a poco.

Per intanto osserviamo speranzosi gli eventi.

MD


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