Difesa
Israele ha una famiglia di droni stealth da attacco?
I documenti filtrati dagli USA fanno ritenere che Israele abbia una famiglia di droni da ricognizione e attacco segreta e in grado di colpire facilmente l’Iran
L’esistenza di un drone segreto israeliano, denominato RA-01 e utilizzato per missioni segrete, è emersa da una divulgazione non autorizzata di documenti dell’intelligence statunitense che ora sono stati pubblicati su tutti i social media.
Data la sua posizione geopolitica e l’avanzata industria aeronautica, è plausibile che Israele abbia sviluppato una flotta di droni stealth a lungo raggio. Questi velivoli senza pilota, capaci di raccogliere informazioni e condurre attacchi in modo discreto, sarebbero uno strumento prezioso nel conflitto con l’Iran, fornendo a Israele un significativo vantaggio strategico in eventuali operazioni militari.
La menzione del RA-01 si trova in documenti classificati della National Geospatial-Intelligence Agency (NGA) degli Stati Uniti, la cui autenticità non è stata contestata da funzionari statunitensi, anzi è stata indirettamente confermata, e che sono emersi online per la prima volta la settimana scorsa attraverso un canale pro-Iran sul social network Telegram. È in corso un’indagine per stabilire se questa pubblicazione non approvata sia il prodotto di un hacking o di una fuga di notizie. I documenti potrebbero ancora essere disinformativi o contenere informazioni imprecise, quindi non possiamo confermare in modo indipendente la loro autenticità, ma al momento non ci sono indicazioni che non siano legittimi e ci sono molte indicazioni che lo siano.
I documenti dell’NGA sono incentrati sulle osservazioni del 15-16 ottobre di un’esercitazione di grandi forze dell’Aeronautica israeliana (IAF), considerata parte dei preparativi per la rappresaglia, in primo luogo per il lancio di missili balistici. all ‘inizio di questo mese. Oltre a parlare del RA-01, si discute delle capacità di attacco missilisto da parte d’Israele, tra cui il Rocks e il Golden Horizon, precedentemente non rivelato, che sono stati impiegati in precedenti attacchi di rappresaglia israeliani contro l’Iran. Poi si parla di uso della armi nucleari che Israele, non ufficialmente, possiede, ma questo è un altro discorso.
Per quanto riguarda il RA-01, nei documenti dell’NGA non vengono forniti dettagli sul suo progetto o sulle sue capacità, né sulle dimensioni della flotta. Non si sa quale significato possa avere la nomenclatura RA-01. “RA” potrebbe implicare una capacità di ricognizione e di attacco. La sua struttura di base è anche in linea con le denominazioni alfanumeriche che Israel Aircraft Industries (IAI) ha utilizzato in passato per i progetti di droni. La designazione potrebbe essere una di quelle che la comunità di intelligence statunitense usa internamente per riferirsi a questa piattaforma e che non riflette in alcun modo il nome che gli israeliani gli danno. Uno dei documenti della NGA si riferisce anche al missile balistico lanciato in aria Rocks come IS02, che potrebbe essere un’altra designazione interna degli Stati Uniti.
Il rapporto dell’NGA non dice che i RA-01 siano stati effettivamente osservati, ma solo che c’erano segni che stavano operando nel periodo in questione da un’area riservata della base aerea di Ramon, nel deserto del Negev, nel sud di Israele. Ramon, che è stata tra gli obiettivi degli attacchi missilistici e dei droni iraniani contro Israele in aprile, ospita principalmente caccia F-16I Sufa ed elicotteri d’attacco AH-64, ma nel corso degli anni è stata anche sede di varie unità segrete e specializzate.
Esperti e osservatori hanno già individuato un paio di aree isolate e recintate all’estremità nord-orientale di Ramon, con accesso diretto condiviso a una delle due piste di decollo della base, che potrebbero ospitare i RA-01.
I lavori in quest’area segregata della base risalgono almeno al periodo 2007-2008, come risulta dalle immagini satellitari disponibili. Una significativa riqualificazione ed espansione di questa sezione, compresa la costruzione di una pista di rullaggio completamente nuova, di altri hangar e di altre strutture, è avvenuta a metà degli anni 2010.
Ciascuna delle attuali aree recintate ha una coppia di hangar semicircolari lunghi circa 27 metri e larghi 25 metri delle sezioni ha anche un hangar rettangolare, che risale alla costruzione originale di questa parte della base, lungo circa 120 piedi e largo 60 piedi. Entrambe le aree sono dotate di recinzioni aperte in stile ombrellone di 15 metri per 15 m,etri piedi che conducono alla via di rullaggio condivisa, larga poco più di 70 piedi. Questo potrebbe indicare la lunghezza massima dell’apertura alare dell’RA-01.
I triangoli bianchi dipinti sull’asfalto che si estendono su un lato di entrambi i parasole sembrano essere aree di segnalazione del backblast dei motori, il che potrebbe indicare la presenza di propulsione a reazione. Ciò indica anche che queste strutture sono rifugi dove il personale di terra può caricare munizioni e altre scorte, nonché effettuare vari altri tipi di controlli dell’ultimo minuto, al riparo da occhi indiscreti, compresi i satelliti sopra di noi.
In questo contesto, vale la pena notare che i droni statunitensi progettati per missioni segrete e clandestine, compresi quelli che operano in profondità all’interno di aree negate, che risalgono all’epoca della Guerra Fredda e che ora sono emersi alla luce, presentano un’ampia gamma di dimensioni, complessità e configurazione. Tra gli esempi più significativi di questa diversità di progetti (e di profili di missione specifici) vi sono l’ala volante stealth RQ-170 Sentinel e l‘RQ-29, un aereo sportivo leggero civile convertito.
Negli anni novanta la IAI aveva già sviluppato un drone avanzato , sicuramente testato in galleria del vento, denominato HA-10
HA 10 era un drone estremamente avanzato:
- Lunghezza: Circa 15 metri (49 piedi).
- Apertura alare: Stimata a 14-15 metri (46-49 piedi).
- Altitudine di crociera: In grado di operare tra i 7.000 e i 15.000 metri (circa 23.000-49.000 piedi).
- Capacità di carico utile: Progettato per trasportare fino a 1.000 kg (circa 2.200 libbre).
- Durata: Può sostare sulla stazione per un massimo di 24 ore.
- Velocità: la velocità massima non è stata dichiarata esplicitamente, ma si prevede che sia significativa, dato che è stato progettato per operazioni ad alta quota.
- Caratteristiche stealth: Incorpora tecnologie per ridurre le tracce infrarosse e radar.
- Armamento: Potenzialmente armato con due o quattro missili aria-aria della serie Python e dotato di un sistema di ricerca e tracciamento a infrarossi (IRST), di un telemetro laser e di collegamenti dati per il puntamento.
In un documento presentato dai membri della IAI al 24° Congresso Internazionale di Scienze Aeronautiche nel 2004, l’HA-10 viene descritto come una delle “numerose configurazioni avanzate ad alta quota” che l’azienda aveva esaminato in precedenza “nell’ambito dell’attività di progettazione avanzata”. La serie “HA” di IAI comprende anche un altro progetto non stealth, l’HA-13, che l’azienda ha proposto insieme a TRW negli Stati Uniti per soddisfare i requisiti Tier II+ dell’aeronautica militare statunitense, che alla fine hanno portato alla messa in campo del Global Hawk.
La possibilità che l’RA-01 sia vicino nella forma e/o nella funzione a qualcosa come l’HA-10 o l’RQ-170, o addirittura a un UCAV ad ala volante, si allineerebbe bene con gli altri dettagli sull’esercitazione dell’IAF di grandi dimensioni, nonché con le considerazioni operative generali di Israele, soprattutto per quanto riguarda l’Iran. Sebbene l’attuale regime iraniano sia capace di iperboli assurde, comunque ha abbattuo un RQ-04 nel 2019 e perfino recuperato un RQ-170 nel 2011, che poi ha utilizzato per sviluppare i propri droni.
È interessante notare che i lavori iniziali sulla sezione segregata della base aerea di Ramon, alla fine degli anni 2000, si sono svolti in un momento in cui crescevano le preoccupazioni per l’Iran di ricevere dalla Russia sistemi missilistici terra-aria S-300 più potenti. Queste stesse preoccupazioni , secondo quanto riferito, hanno contribuito alla decisione dell’IAF di acquistare i caccia stealth F-35. L’Iran ha concluso l ‘accordo per l’acquisto degli S-300 nel periodo in cui si stavano svolgendo i lavori di ristrutturazione e ampliamento delle aree recintate di Ramon.
La costruzione della sezione iniziale della base aerea di Ramon coincise con l’attacco israeliano del 2007 contro un reattore nucleare siriano costruito con l’assistenza nordcoreana. Questo evento, insieme ad altri incidenti come gli attacchi del 2019 contro milizie filo-iraniane in Iraq e le segnalazioni di misteriosi oggetti volanti sopra l’Iran, suggerisce la possibilità che Israele abbia sviluppato capacità avanzate nel campo dei droni stealth.
Per un Paese come Israele, impegnato in operazioni a lungo raggio spesso clandestine, un drone stealth in grado di condurre missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) offrirebbe un vantaggio strategico considerevole.
Immaginate un velivolo senza pilota capace di penetrare in spazi aerei ostili senza essere rilevato, raccogliendo informazioni vitali su obiettivi sensibili e fornendo un quadro dettagliato della situazione prima e dopo un eventuale attacco. Un simile strumento permetterebbe di monitorare costantemente le attività nemiche, identificare potenziali minacce e persino valutare i danni di un bombardamento, come dimostrato dall’utilizzo dell’RQ-170 americano.
È plausibile che Israele, forte della sua esperienza nel settore aerospaziale, abbia collaborato con gli Stati Uniti allo sviluppo di droni come l’RQ-170 o abbia persino creato una propria versione di un UCAV (Unmanned Combat Air Vehicle) stealth. Un UCAV consentirebbe a Israele di colpire obiettivi di alto valore in territori densamente difesi, con un raggio d’azione superiore a quello dei caccia convenzionali e senza rischi per i piloti.
L’esistenza di un programma di droni stealth israeliano, seppur non confermata ufficialmente, appare tutt’altro che improbabile. In un contesto geopolitico complesso come quello mediorientale, la capacità di operare con discrezione e precisione a distanza rappresenta un asset fondamentale per la sicurezza nazionale. Sarebbe sorprendente se Israele, con la sua attenzione all’innovazione tecnologica e alla difesa, non avesse investito in questa direzione. Se questo programma esiste ne vedremo le conseguenze nei prossimi giorni.
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