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Iron Beam: Israele riceve il primo sistema laser operativo. Una rivoluzione economica e militare

Difesa aerea: Israele schiera il primo Iron Beam. Ecco perché il laser da 100kW cambierà le regole del gioco (e i costi) della guerra ai droni e ai razzi.

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Non siamo ancora su un set di Guerre Stellari, ma la realtà industriale e militare israeliana ci si sta avvicinando molto. Ieri, in una cerimonia dai toni pragmatici presso il quartier generale della Rafael Advanced Defense Systems nel nord di Israele, è avvenuto un passaggio di consegne che potrebbe cambiare la dottrina della difesa aerea globale: il primo sistema laser ad alta energia “Iron Beam” è stato ufficialmente consegnato alle Forze di difesa israeliane (IDF).

La Direzione per la ricerca e lo sviluppo della difesa (DDR&D) del Ministero della Difesa e la stessa Rafael hanno confermato che il sistema ha superato la fase dei prototipi. Non si tratta più di slide su PowerPoint, ma di un assetto pronto a integrarsi nella complessa architettura di difesa dello Stato ebraico.

Oltre la balistica: la logica economica del laser

L’aspetto più interessante per noi, al di là della tecnica, è quello economico-strategico. Israele dispone già di una difesa a strati invidiabile (Iron Dome, David’s Sling e Arrow), ma ogni intercettazione ha un costo esorbitante. Un missile Tamir dell’Iron Dome costa decine di migliaia di dollari; intercettare un colpo di mortaio da pochi dollari con un missile ad alta tecnologia è un’asimmetria finanziaria insostenibile nel lungo periodo.

L’Iron Beam entra in gioco proprio qui. Secondo quanto riportato da Rafael e dal Ministero, il sistema offre un costo per impiego drasticamente inferiore. “Energia diretta” significa che finché c’è alimentazione, si spara. Il sistema laser da 100 kW è progettato per neutralizzare:

  • Razzi a corto raggio;

  • Colpi di mortaio;

  • Droni (UAV);

  • Missili da crociera.

Come funziona e chi c’è dietro

Il sistema non sostituisce l’Iron Dome, ma lo completa. Lavorerà in tandem con i sistemi cinetici esistenti, occupandosi probabilmente delle minacce a saturazione o a corto raggio dove l’uso di un missile intercettore sarebbe uno spreco.

Il progetto è frutto di una collaborazione industriale di alto livello guidata dal dipartimento di ricerca e sviluppo dell’IMOD e da Rafael come prime contractor. Tuttavia, la filiera coinvolge altri attori chiave:

  • Elbit Systems: responsabile della sorgente laser.

  • SCD e Shafir Systems: partner per la componentistica e i sistemi accessori.

Amir Baram, Direttore Generale dell’IMOD, ha dichiarato senza mezzi termini che questa consegna segna “il completamento della prima fase”, ovvero la transizione dallo sviluppo alla produzione di massa. Altri sistemi sono già sulla linea di assemblaggio. Baram ha parlato dell’inizio di una “rivoluzione tecnologica”, anticipando lo sviluppo di sistemi di nuova generazione sia per uso terrestre che aereo.

Caratteristiche tecniche in sintesi

Per gli amanti dei dettagli tecnici, ecco cosa sappiamo dell’Iron Beam consegnato:

  • Tipologia: Sistema di difesa aerea terrestre a energia diretta.

  • Potenza: Effettore laser ad alta energia da 100 kW.

  • Componenti: Radar di ricognizione, sistema di controllo del tiro, sistema di puntamento elettro-ottico avanzato.

  • Raggio d’azione: Fino a 10 chilometri (ideale per la difesa di punto).

  • Integrazione: Multistrato con Arrow, David’s Sling e Iron Dome.

In conclusione, Israele aggiunge un tassello fondamentale alla sua sicurezza. Migliora la capacità di contrastare minacce complesse, ma soprattutto migliora il rapporto costi-benefici tra minaccia e intercettazione. E in un mondo dove i droni low-cost proliferano, avere una “munizione” che costa quanto la bolletta della luce è il vero vantaggio strategico.


Domande e risposte

Perché Israele ha bisogno del laser se ha già l’Iron Dome? L’Iron Dome è estremamente efficace, ma ogni missile intercettore è molto costoso e le scorte non sono infinite. L’Iron Beam offre una soluzione complementare con un costo per colpo quasi nullo e un “caricatore” illimitato finché c’è energia. È ideale per abbattere minacce a corto raggio, come colpi di mortaio o sciami di droni, preservando i preziosi missili intercettori per minacce più complesse e distanti.

Il sistema Iron Beam può funzionare con qualsiasi condizione meteo? Questa è la principale limitazione fisica dei sistemi laser rispetto ai missili. I laser soffrono la dispersione del fascio in caso di nebbia fitta, nubi basse o tempeste di sabbia. Per questo motivo, l’Iron Beam non sostituisce i sistemi cinetici come l’Iron Dome, ma si integra con essi. In condizioni di visibilità ottimale il laser interviene; in caso di maltempo, la difesa missilistica tradizionale rimane la garanzia di sicurezza.

Quando sarà operativo su tutto il territorio israeliano? La consegna del primo sistema segna l’inizio della produzione di massa, ma non la copertura totale immediata. Il sistema verrà integrato gradualmente nell’Aeronautica Militare. Come confermato dal Direttore Generale dell’IMOD, Amir Baram, numerosi altri sistemi sono in produzione. Si prevede un dispiegamento progressivo per coprire le aree critiche, iniziando probabilmente dalle zone di confine più soggette a fuoco di mortaio e razzi a corto raggio.

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