Attualità
Guerra urbana in Irlanda del Nord: Città in fiamme, polizia sotto assedio. Perché i media tacciono?
Tre notti di fuoco e guerriglia a Ballymena, Irlanda del Nord, dopo un brutale crimine sessuale. Case in fiamme e polizia sotto assedio. Perché nessuno ne parla? La cronaca che i media nascondono.

Mentre l’attenzione mediatica è puntata su altri fronti, una vera e propria polveriera sociale sta esplodendo nel cuore dell’Europa. In Irlanda del Nord, la città di Ballymena è da tre notti teatro di una guerriglia urbana di una violenza inaudita, ma sui principali telegiornali e quotidiani italiani ed europei cala un silenzio assordante.
La scintilla che ha incendiato la rabbia dei residenti è stata un presunto, brutale crimine sessuale. Una ragazza adolescente sarebbe stata vittima di un tentato stupro orale da parte di due 14enni. Secondo le prime indiscrezioni, non confermate ufficialmente ma rafforzate dalla presenza di un traduttore rumeno in tribunale, gli aggressori sarebbero di origine rom.
🚨 Breaking: Ballymena NI, family of victim speaks out! The second sexual assault in the area in two weeks! pic.twitter.com/LBolV1vbVH
— Gabhán (@OffgridIreland) June 10, 2025
Una parente della vittima ha raccontato a un media locale i dettagli agghiaccianti: “È stata portata in una casa e aggredita selvaggiamente. C’era un materasso nel garage”. Si tratterebbe del terzo episodio di violenza simile in appena due settimane.
Quella che era iniziata come una veglia pacifica di solidarietà per la vittima si è trasformata in un’autentica caccia allo straniero. Gruppi di residenti furiosi si sono staccati dal corteo e hanno marciato verso i quartieri a più alta densità di immigrati, mettendo a ferro e fuoco la città. Case date alle fiamme – con una donna incinta che ha dovuto essere evacuata d’urgenza –, barricate improvvisate per le strade e un violento lancio di oggetti contro le forze dell’ordine.
La polizia è letteralmente sotto assedio. Oltre 32 agenti sono rimasti feriti negli scontri, bersagliati da un fitto lancio di mattoni, fuochi d’artificio e bombe Molotov. Le forze speciali in tenuta antisommossa hanno risposto con idranti, unità cinofile e persino veicoli blindati Land Rover, disegnando uno scenario da guerra civile.
Il livello di tensione e paura è tale che i residenti hanno iniziato a marcare le proprie abitazioni per evitare di diventare bersagli. Sulle porte sono apparse bandiere del Regno Unito (Union Jack) o cartelli con la scritta “British household” (famiglia britannica). In un tentativo disperato di salvarsi, una famiglia ha affisso un cartello con la scritta “Qui vive un filippino”, sperando che la propria specifica etnia non fosse l’obiettivo della violenza.
Racist ferals burning a house of a foreigner in Ballymena, NI.
By doing this they’re pretending to be the defenders of white women and children. pic.twitter.com/pDIEpRdUUk
— DOZA🧐 (@lil_doza) June 11, 2025
La rivolta si sta allargando a macchia d’olio, con proteste e disordini che ora infiammano anche altre città come Belfast, Lisburn e Coleraine. A Ballymena, secondo l’ultimo censimento, il 16% dei residenti non è di origine britannica o irlandese, con una forte presenza di rumeni, polacchi e bulgari.
Mentre l’Europa occidentale affronta una crescente ondata di criminalità legata all’immigrazione, la violenza di Ballymena potrebbe essere solo il sinistro presagio di un futuro in cui i cittadini, sentendosi abbandonati e impotenti, decidono di farsi giustizia da soli. L’immigrazione è, paradossalmente, un problema quasi secondario: quello principale è l’incapacità di magistratura e forze dell’ordine di perseguire i reati violenti, ma provate a insultare un’alta carica, e vedrete che vi troveranno subito.
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