Energia
Iraq e Siria verso la riapertura dello storico oleodotto Kirkuk-Baniyas: una svolta per le esportazioni di petrolio?
Dopo oltre vent’anni, Baghdad e Damasco discutono il ripristino dell’oleodotto che collega Kirkuk al Mediterraneo. Una mossa strategica per diversificare le rotte energetiche e offrire un’alternativa all’export del petrolio curdo, con importanti implicazioni geopolitiche per il Medio Oriente.
Martedì l’Iraq e la Siria hanno discusso della ripresa dell’oleodotto Kirkuk-Baniyas tra i due paesi, secondo una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro iracheno.
I colloqui si sono svolti durante un incontro a Baghdad tra il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani e il ministro dell’Energia siriano Mohammad al-Bashir, secondo quanto riportato.
La dichiarazione afferma che l’incontro “ha esaminato le prospettive delle relazioni bilaterali e le modalità per rafforzarle in vari settori, in particolare in quello energetico, in modo da servire gli interessi dei due popoli fratelli”.
Si è inoltre discusso della “possibilità di ripristinare l’oleodotto Kirkuk-Baniyas, alla luce della costituzione di un comitato tecnico congiunto incaricato di valutare le condizioni dell’oleodotto e di esplorare le opzioni per il suo ripristino, nell’ambito dei progetti previsti dal governo nel quadro dei suoi sforzi volti a diversificare i canali di esportazione”.
L’oleodotto Kirkuk-Baniyas è stato costruito nel 1952 per trasportare il petrolio greggio dai giacimenti di Kirkuk in Iraq al porto siriano di Baniyas sul Mar Mediterraneo. Si tratta di un’opera storica, uno dei primi importanti oleodotti internazionali mai costruiti.
Successivamente è stato messo fuori servizio più volte, l’ultima nel 2003, dopo aver subito gravi danni durante l’invasione statunitense dell’Iraq. Da allora non è stato riparato né messo in funzione, anche per le sanzioni che colpivano la Siria di Hassan, eppure sarebbe un’infrastruttura essenziale.
L’incontro ha anche toccato “le opportunità congiunte per promuovere progetti nell’industria petrolifera e petrolchimica sulla costa mediterranea, nonché le opportunità di coordinamento per affrontare il cambiamento climatico e regolare la ripartizione delle risorse idriche nel bacino del fiume Eufrate”.
Al-Sudani ha affermato “il sostegno dell’Iraq alla stabilità e alla sovranità della Siria sul suo territorio, respingendo qualsiasi aggressione contro di essa, sottolineando al contempo l’importanza di rafforzare il coordinamento e la solidarietà per affrontare le sfide comuni e le conseguenze dell’aggressione (israeliana) in corso contro Gaza”.
Al-Bashir ha sottolineato “la profondità delle relazioni bilaterali tra i due paesi, con le loro dimensioni sociali e culturali, e le opportunità di cooperazione nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei cavi ottici provenienti dall’Europa attraverso il territorio siriano, nonché negli investimenti reciproci e congiunti”, secondo la dichiarazione.
Martedì mattina, al-Bashir è arrivato a Baghdad per una visita di durata indefinita, durante la quale avrebbe dovuto incontrare funzionari per discutere della cooperazione in settori quali i progetti energetici e idrici.
La ripresa dell’attività dell’oleodotto permetterebbe la ripresa dell’esportazione del petrolio curdo, in alternativa con il più recente ed utilizzato, ma ora fermo, oleodotto turco Ceyhan.
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