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Crisi

Iperinflazione: casi storici e loro cause, e perchè non dovremmo averne paura.

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affrontiamo ora uno dei terrori che si diffondono fra la gente comune quando viene riproposto il tema della sovranità monetaria: l’iperinflazione. si parla di iperinflazione quanto il tasso di incremento dei prezzi supera l’1% al giorno o, alternativamente, il 50% al mese. Si tratta di un fenomeno devastante per la ricchezza cumulata non rivalutabile, in grado letteralmente di cancellare una valuta , il risparmio e portare povertà nelle classi medie.

Una tabelle esemplificativa dei maggiori casi di iperinflazione  nel XX secolo può essere trovata presso il Cato Institute all’indirizzo

http://www.cato.org/sites/cato.org/files/pubs/pdf/hanke-krus-hyperinflation-table-may-2013.pdf

Facciamo ora una scelta degli otto casi più significativi di iperinflazione del secolo passato, indicandone le cause e le dimensioni per poterne trarre delle conclusioni analitiche.

1) Ungheria 1945 – 46. L’Ungheria  uscì in modo disastroso dalla seconda guerra mondiale, con il 40% delle proprie infrastrutture e del proprio capitale distrutti. Durante la guerra il debito pubblico era cresciuto esponenzialmente per supportare lo sforzo bellico in alleanza con i tedeschi. Nel dopoguerra furono imposte da parte dei sovietici pesantissime riparazioni belliche, variabili fra il 25% ed il 50% del PIL. Inoltre i sovietici diedero indicazione di stampare “A palla” per pagare la spesa pubblica. I dirigenti magari cercarono di avvisare dei possibili danni portati da una pratica del genere, con la sparizione della precedentemente fiorente classe media, ma i Sovietici perseguirono nella propria strada, forse con l’obiettivo mirato di distruggere proprio una classe sociale viste come base del capitalismo. E vi riuscirono. Tasso di inflazione giornaliero : 207 %.I prezzi raddoppiavano ogni 15 ore.

2) Zimbabwe 2007/08. La politica pseudosocialista di Mugabe nel decennio 1990 portò ad un declino della produzione e delle esportazioni del paese, con un declino del PIL ed una diffusione della povertà  La risposta del dittatore fu l’espulsione dei proprietari terrieri bianchi ancora nello stato, anche con metodi violenti. Il risultato fu una caduta ulteriore della produzione nazionale. Dato che il dittatore proseguiva anche con il costoso impegno militare in Congo il risultato fu una crisi della finanza pubblica, brillantemente risolto stampando moneta a tutto spiano, tanto che ad un certo punto le banconote furono utilizzate come sostituto meno costoso.della carta da parati. A cavallo fra il 2007 ed il 2008 l’inflazione toccò il 98% al giorno, con il raddoppio dei prezzi ogni 24 ore.

3) Yugoslavia/Repubblica Serba 1992/93.  A seguito della caduta del muro di Berlino la Yugoslavia si sbriciolò in diversi stati. La serbia ereditò sia la burocrazia sia il debito dello stato centrale, e la banca centrale perse il controllo dell’emissione della moneta. Inflazione giornaliera 65 % . Raddioppio dei prezzi in 34 ore.

4) Repubblica di Weimar 1922/23 Il caso classico. Già durante la guerra la Germania aveva finanziato con il debito e con la moneta l’ingente costo bellico. Al suo termine le entrate dello stato crollarono per la diminuzione della produzione e per l’ingente disoccupazione dovuta allo scioglimento di gran parte dell’esercito. a questo si aggiunse una politica miope e stupida riguardante le riparazioni militari da pagare ai francesi e la minaccia , poi parzialmente eseguita, di occupazione della valle del Reno in caso di mancato adempimento agli obblighi di pace. Nel 1922/23 l’inflazione toccò il 21% al giorno con raddoppiamento del prezzo ogni 3 giorni e 17 ore. I fenomeni iperinflazionistici andarono avanti diversi anni. Bisogna sottolineare che i momenti di maggiore inflazione furono anche però di maggiore occupazione, ma di proletarizzazione della classe media, mentre i rallentamenti salvaguardarono la ricchezza ma videro un crollo dell’occupazione. Il contrasto fra queste due tendenze favorì, senza dubbio , l’instaurarsi della dittatura.

5) Grecia 1941/45. Le spese della guerra contro l’asse prima, e poi le spese per il mantenimento dell’occupazione militare tedesca condussero lo stato greco alla bancarotta . Inflazione giornaliera 18%. Raddoppio dei prezzi in 4 giorni e 6 ore. I greci non hanno, forse, tutti i torti a chiedere i danni di guerra.

6) Cina:  Ottobre 1947  Maggio 1948. La guerra civile fra Kuomintang e comunisti portò all’instaurarsi di una vera propria guerra valutaria fra le due parti del paese, e questo condusse all’iperinflazione. Comunque già durante la guerra mondiale si era assistito ad una guerra valutaria fra Mao, Kuomintang e Giapponesi. Con la ritirata dei nazionalisti a Taiwan, anche l’isola risentì di un longo periodo iperinflazionistico. Inflazione giornaliera 18%. Tempo di raddoppio dei prezzi : 5 giorni ed 8 ore.

7) Perù: Liglio Agosto 1990. Dopo un periodo di apparenti politiche di austerità, in obbedienza al fondo Monetario Interazionale, nella prima metà degli  anni ottanta con il presidente Terry, nel 1985 il nuovo presidente populista Garcià introdusse riforme economiche che tagliarono fuori il paese dai flussi di finanziamento internazionali. A questo si unì la minaccia terroristica di Sendero Luminoso e dei gruppi paramilitari nati per contrastarlo. L’insieme di questi due problemi condusse al disastro economico. Inflazione giornaliera 5% . Raddoppio dei prezzi in 13 giorni e 2 ore.

8) Nicaragua giugno 1986 maggio 1991. Il Nicaragua vide una rivoluzione socialista vittoriosa che portò al potere i sandinisti nel 1981. proprio al culmine di una crisi economica internazionale. Il nuovo governo si trovò con un PIL calato del 38% durante la rivoluzione, ma non riuscì a risollevare il paese.anzi le nazionalizzazioni portarono ad un caos ancora maggiore.Una politica contrassegnata da una forte spesa pubblica e da forti prestiti esteri resero la situazione ancora più delicata. Quando nel 1985 si abbandonò il cambio fisso con il dollaro l’inflazione esplose. Inflazione 4% giornaliera. raddoppio dei prezzi in 16 giorni e 10 ore.

Da questi casi, come da altri, posso dedurre che i fenomeni iperinflattivi derivano dal combinarsi di fenomeni straordinari esterni uniti a cecità interna. Gli eventi esterni possono essere guerre, anche civili,  o eventi rivoluzionari violenti, mentre le cecità interne sono sempre legate alla ricerca della “Via più facile”, la creazione di moneta. Ad un problema esterno  con riflessi economici si dà la risposta più semplice: si stampa. questa scelta è spesso facilitata dalla presenza di governi non democratici, o con democrazie non sufficientemente radicate, oppure dall’introduzione di regimi socialisteggianti.

L’autonomia monetaria non è quindi di per se un problema se :

a) L’attività politica è svolta in un ambito di conflitto fisiologico, sia interno sia esterno

b) La politica nazionale è sottoposta ad un vero radicato controllo democratico.

c) La politica monetaria è svolta con un’ottica di crescita di medio/lungo periodo.

Se dovessi trarre delle conclusioni per l’Italia direi che l’autonomia monetaria dovrebbe essere accompagnata da norme di maggiore democratizzazione della vita politica, ora in balia di una classe burocratica chiusa ed autoreferenziale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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