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Attualità

Iper-inflazione: più di un semplice problema monetario

Pubblicato

il

di Cullen Roche
21.03.2011

“L’inflazione è sempre e ovunque un fenomeno monetario”
(Milton Friedman)


L’iperinflazione non viene ben compresa.
Come potrebbe suggerire il nome, la maggior parte delle persone credono che l’iperinflazione sia semplicemente un’inflazione “sotto steroidi”.
Ma questo non è del tutto esatto.
L’inflazione può verificarsi, e si verifica, in un’economia perfettamente sana. Di fatto, dal 1913, anno in cui fu fondata la Federal Reserve, l’inflazione negli Stati Uniti è aumentata costantemente con una media del 3,5% l’anno.
Ciò potrebbe far presumere che il paese abbia vissuto una grande ingiustizia, ma la verità è che il 1900 è stato caratterizzato dalla più grande espansione economica e creazione di ricchezza mai viste al mondo. Nonostante la comune citazione secondo cui  “il dollaro americano ha perso il 90% del suo valore”, gli Americani hanno sperimentato un periodo di prosperità senza precedenti durante questo periodo.
In effetti, la ricchezza divenne così straripante negli anni ’90, che gli americani si sentivano in diritto di avere seconde case, seconde auto e quasi tutti i beni di lusso conosciuti dall’uomo.
Quello che non si è verificato è stata la iperinflazione, che è tutt’altra cosa rispetto all’inflazione.
L’iperinflazione è una progressione economica disordinata risultante da eventi esogeni ed insoliti che portano al rifiuto della moneta sovrana.
Contrariamente a quanto si creda, una spesa in deficit eccessivamente elevata e livelli di debito pubblico esorbitanti non sono le vere cause di un’iperinflazione. In molti casi è stato il risultato di altri eventi esogeni come la cessione della sovranità monetaria, la guerra, la corruzione dilagante o un cambio di regime.
Sono questi fattori esogeni che provocano il rifiuto della moneta, il collasso del sistema fiscale e la risposta del governo di stampare più moneta per colmare il vuoto di fiducia.
Alla fine il vuoto non può essere colmato e la valuta viene completamente respinta dal pubblico in forma di iperinflazione.

Nel mio trattato sul sistema monetario discuto l’importanza di questo tacito accordo tra settore pubblico e privato:
Su cosa poggiano le banconote che abbiamo creato? Che cosa conferisce loro valore?
In definitiva, questi pezzi di carta rappresentano una certa quantità di produttività.
Le banconote in sé e per sé non hanno alcun valore intrinseco, ma fungono da mezzo di scambio che consente ai cittadini di mutuare beni e servizi vari.
La volontà dei consumatori di utilizzarle dipende interamente dal valore sottostante della produzione e/o produttività e dalla mia abilità di farne uso. Il governo non può imporne il valore ai cittadini. Il valore di queste banconote è in ultima analisi determinato da beni e servizi prodotti dai cittadini e dal valore che altri cittadini sono pronti a pagare per tali beni e servizi.
Pertanto, il governo è incentivato a promuovere un output produttivo. Altrimenti, il rischio è la svalutazione della moneta.
Pagare i propri cittadini per restare a casa ad oziare, comprare macchine di cui non hanno bisogno o acquistare case che non possono permettersi sono tutte forme di spesa improduttiva (vi suona famigliare?).
Se il governo spende male e diventa un’istituzione mal gestita e sminuisce la potenziale prosperità del settore privato, allora è giusto che i cittadini si ribellino, denunzino la valuta sovrana, e chiedano il cambiamento…
I servizi segreti statunitensi sono stati creati appositamente per questo scopo: per proteggere il dollaro.
Probabilmente non c’è nulla di più importante per la stabilità del governo che mantenere il valore e la fiducia nella moneta sovrana. Finchè un’economia è produttiva, la nazione sovrana può imporre l’uso di detta valuta, e fino a quando non viene emessa una quantità eccessiva di valuta, dovrebbe sempre essercene una certa richiesta. In altre parole, la fiducia nella valuta nazionale è al sicuro fintanto che viene mantenuto lo stato di dirtitto, le aziende sono produttive ed io Stato mantengo la capacità di tassarvi.
Se il governo è corrotto, spende ben più della capacità produttiva o gestisce male l’economia, allora siamo di fronte a una forte possibilità di crollo della valuta (iperinflazione). In sostanza, ciò si verifica quando i cittadini perdono fiducia nella moneta sovrana e lentamente cominciano a non voler più effettuare  transazioni e produrre in quella valuta”.

Gli utenti della moneta possono sempre decidere di rifiutarla. E io credo che dovrebbero farlo nel momento in cui non viene usata per favorire la crescita del settore privato. Tale rifiuto si presenta sotto forma di collasso del sistema fiscale. Quando il sovrano perde la capacità di tassare il gioco è finito. Accadde in Russia negli anni ’90, in diverse nazioni europee negli anni ’20 (No, Weimar non fu l’unico paese a soffrire di iperinflazione) e in particolare nello Zimbabwe in anni recenti.

 

UNO SGUARDO ALLA STORIA

Una breve rassegna dei più recenti casi di iperinflazione economica mostra sorprendenti similarità. In particolare, ci sono sempre stati di mezzo guerre (dalla parte dei perdenti), cambi di regime e un debito denominato in valuta estera. Tutto questo ha portato a iperinflazioni catastrofiche.

 

 IPERINFLAZIONI MODERNE (SUCCESSIVE AL 1900)

 Iperinflazioni durante la Prima Guerra Mondiale: 

  1. Austria
    Causa: debito denominato in valuta estera
  2. Ungheria
    Causa: Debito denominato in valuta estera e cambio regime
  3. Germania (Repubblica di Weimar)
    Causa: Debito denominato in valuta estera e cambio regime
  4. Polonia
    Causa: Guerra con la Russia, cambio regime
  5. Russia
    Causa: Cambio regime, Guerra Civile

 Iperinflazioni post Seconda Guerra Mondiale: 

  1. Cina (1948)
    Causa: Cambio di regime, guerra civile
  2. Grecia (1944)
    Causa: Guerra civile, cambio di regime
  3. Ungheria (1945)
    Causa: Debito denominato in valuta estera, guerra
  4. Argentina (1975-1991)
    Causa: Debito denominato in valuta estera
  5. Zimbabwe (2004)
    Causa: Cambio regime, debito denominato in valuta estera

E’ importante notare la causa e l’effetto.
Queste iperinflazioni non furono semplici eventi monetari. Non si trattò solo di “alta inflazione” o eccessiva spesa pubblica.
Fu un rifiuto totale della valuta sovrana. Questa è una serie drammaticamente diversa di circostanze rispetto a un graduale aumento dell’inflazione o a un’inflazione costante. I cittadini ebbero un rigetto per la valuta a causa di questi eventi esogeni.
Ma perché si verifica l’iperinflazione?
Come accennato in precedenza, si verifica generalmente a causa di eventi esogeni estremi. I fenomeni di iperinflazione si sono di solito verificati in nazioni con una corruzione dilagante, guerre, crollo della produzione o altri fattori esogeni estremi.
La “stampa della moneta” che in genere ne deriva, non è in reatà la causa dell’iperinflazione. E’ semplicemente il risultato di questo evento esogeno.

 

IL CASO DI WEIMAR

La Repubblica di Weimar rappresenta il caso di iperinflazione più degno di nota. Ma non fu l’unico nell’Europa di quel tempo. Infatti, molte nazioni europee furono devastate dalla guerra, dai risarcimenti dovuti alla guerra e dai cambi di regime che ne seguirono. Nel caso di Weimar, il paese versava già in uno stato di debolezza dopo che la Germania perse la Prima Guerra Mondiale. Per aggiungere al danno la beffa, le nazioni alleate reclamarono risarcimenti di guerra punitivi che crearono un debito in valuta estera.

Mises ha elaborato l’insormontabile pressione che ciò procurò alla Germania:
“Il Governo tedesco non ha alternative per onorare i suoi obblighi di risarcimento. Non ci riuscirebbe se tentasse di racimolare le somme richieste emettendo obbligazioni o aumentando le tasse. Visto come stanno le cose attualmente con il popolo tedesco, una politica di adesione non potrebbe contare sul popolo tedesco, non potrebbe contare sul consenso della maggioranza se le conseguenze economiche di tale politica fossero chiare e non se ne nascondessero i costi. L’opinione pubblica si scaglierebbe con forza contro qualsiasi governo che tentasse di adempiere completamente agli obblighi assunti nei confronti delle Potenze Alleate”
(Mises, 1923, pag.31).

Nel suo eccellente libro When Money Dies  (Quando muore il denaro) Adam Fergusson descrisse come l’iperinflazione sia più un evento psicologico che un fatto puramente monetario:
“Attribuire la disperazione interamente all’inflazione sarebbe fuorviante. Non c’è dubbio, tuttavia, che l’inflazione abbia aggravato qualsiasi male, rovinato qualsiasi possibilità di rinascita nazionale o di successo individuale, e prodotto le condizioni in cui gli estremisti potevano aizzare le folle contro lo stato. Ha minato la risoluzione nazionale quando il semplice bisogno avrebbe potuto rafforzarla.
La moneta non è altro che un mezzo di scambio. Solo quando ha un valore riconosciuto da più di una persona può essere usata. Quando nessuno gli riconobbe un valore, come hanno imparato i tedeschi a loro spese, le loro banconote non valevano più nulla. La scoperta che mandò in frantumi la loro società fu che il deposito tradizionale del potere d’acquisto era scomparso e che non c’erano altri mezzi per misurare il valore delle cose.
Quando la vita è al sicuro, la società riconosce il valore dei beni di lusso, quei godimenti senza i quali la vita può andare avanti ma che la rendono molto più piacevole. Quando non lo è, i valori cambiano. Senza il calore, un tetto, vestiti adeguati, può diventare difficile sostenere la vita per più di qualche settimana. Senza cibo, la vita può essere ancora più breve. In cima alla scala di valori, i beni più preziosi sono l’acqua e l’aria.
Per i poveri in Germania, i cui soldi non avevano valore di scambio, l’esistenza si avvicinò molto a queste concezioni metafisiche. Era stato così durante la guerra. In All Quiet on The Western Front (Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale) Muller è morto  e “mi ha lasciato in eredità i suoi stivali, gli stessi che gli lasciò Kemmerick. Li indosso, perché mi stanno abbastanza bene. Dopo di me andranno a Tjader, gliel’ho promesso”.
Nel succitato passo di When Money Dies Fergusson descriveva la depressione che si manifestò nella repubblica di Weimar negli anni ’20 quando ci fu iperinflazione. La Repubblica di Weimar era una regione devastata dalla guerra con un governo in subbuglio. Lo sconvolgimento economico aggravò i problemi quando i risarcimenti di guerra stabiliti dal Trattato di Versailles e l’occupazione straniera della Ruhr misero a dura prova la capacità della Repubblica di gestire prudentemente la propria finanza e la propria economia interna.
La sommatoria di tutto questo creò uno scenario decisamente insolito e “infiammabile”. Il finanziere tedesco Carl Melchior ha riassunto bene la situazione della Germania nel 1921:
Possiamo superare i primi due-tre anni con l’aiuto di prestiti esteri. Entro la fine di quel periodo le nazioni straniere avranno capito che questi ingenti pagamenti possono essere effettuati solo attraverso enormi esportazioni tedesche e che queste danneggeranno il commercio in Inghilterra e America, al punto che gli stessi creditori verrano da noi per chiedere delle modifiche”.

Il clamoroso collasso dell’economia alla fine degli anni ’20 dimostrò che Melchior aveva ragione. Ma l’iperinflazione era già ben avviata nel momento in cui Melchior pronunciava quelle famose parole e non fu dovuta solamente alle presse tipografiche del governo, ma piuttosto a una complessa (e insolita) serie di eventi che ridussero la domanda aggregata del settore privato, frantumarono la fiducia del pubblico, portarono a un estremo intervento del governo nei mercati valutari e infine  comportarono il fallimento della valuta nazionale.
Gravi ( e insolite) circostanze esogene pongono le basi per l’inizio dell’iperinflazione, queste gravi (e insolite) circostanze iniziano il ciclo, la grave inettitudine del governo favorisce l’iperinflazione, la grave diffidenza pubblica la aggrava  e il governo completa il ciclo quando in ultima istanza avvia disperatamente le presse nel tentativo di inondare il mercato con valuta indesiderata.
Ciò che è importante notare qui è che le macchine da stampa esacerbano e terminano il ciclo piuttosto che iniziarlo. Quello che pone le basi per l’inflazione sono gravi forze esogene o un ambiente altamente insolito a cui il governo risponde in modo inefficace o inappropriato.

Quindi Weimar non fu semplicemente un caso di “stampa di moneta” impazzita.
In realtà, furono il cambio di regime, il fragile stato mentale, i debiti in valuta straniera e il crollo produttivo che condussero a un “eccesso di stampa di denaro”, al collasso del sistema fiscale e all’iperinflazione.

 

IL CASO DELLO ZIMBABWE

L’altro caso spesso citato di iperinflazione è quello dello Zimbabwe. Si tratta di un’altra circostanza straordinaria. Definire questi eventi “rari” e “gravi” è un eufemismo. Lo Zimbabwe è una totale catastrofe economica. Il PIL è diminuito del 40% dal 2000, la disoccupazione è salita al 95% e l’iperinflazione ha devastato il paese. Il problema è troppo complesso per essere affrontato in questa sede, ma in sostanza, lo Zimbabwe ha dimostrato di essere una nazione altamente inefficiente e corrotta da diversi decenni. E’ stato un altro caso di fragile stato emotivo dovuto alla dilagante corruzione governativa, al cambio di regime, al crollo della produzione, ai debiti denominati in valuta estera e ad un definitivo collasso del sistema fiscale. Il governo di Mugabe è uno dei più controversi del mondo e si è dimostrato finanziariamente incompetente. Un ex ministro del governo della Rhodesia ha sintetizzato bene l’ambiente nello Zimbabwe nel 1989:
Il governo dello Zimbabwe, già fallito moralmente, declinerà verso il collasso economico

Come Melchior prima di lui, ha avuto ragione. Ma a differenza dell’economia tedesca devastata dalla guerra, quella dello Zimbabwe è una triste storia di secoli di regimi razzisti seguiti da leadership incompetenti. I problemi dello Zimbabwe sono in gran parte derivati dalle controverse riallocazioni di terreni che hanno consegnato le sue maggiori esportazioni e la sua forma di produttività interna nelle mani di gente incompetente nel settore agricolo. Quando la produzione di cibo interna crollò, il governo fu costretto a fare affidamento sulla generosità degli stranieri. La politica greca del “affama il tuo vicino” iniziò quando lo Zimbabwe cominciò a contare sulle importazioni di cibo dall’estero.La disoccupazione aumentò, i disordini si moltiplicarono e il governo perse il controllo delle proprie finanze interne e la valuta collassò quando i cittadini votarono “nessuna fiducia” nella moneta di governo. Permettetemi di ripetere ciò che ho detto prima:
“Gravi ( e insolite) circostanze esogene pongono le basi per l’inizio dell’iperinflazione, queste gravi (e insolite) circostanze iniziano il ciclo, la grave inettitudine del governo favorisce l’iperinflazione, la grave diffidenza pubblica la aggrava e il governo completa il ciclo quando in ultima istanza avvia disperatamente le presse nel tentativo di inondare il mercato con valuta indesiderata. Ciò che è importante notare qui è che le macchine da stampa esacerbano e terminano il ciclo piuttosto che iniziarlo. Quello che pone le basi per l’inflazione sono gravi forze esogene o un ambiente altamente insolito a cui il governo risponde in modo inefficace o inappropriato”.

 

LA CAUSA E L’EFFETTO

Il fattore costante tra i casi di iperinflazione è una serie di circostanze esogene rare:

  • Una cessione della sovranità monetaria (generalmente sotto forma di debito denominato in valuta estera o tassi di cambio fissi)
  • Circostanze sociali straordinariamente insolite (sconfitte di guerra, cambi di regime, etc…)
  • Livelli di fiducia molto bassi nel governo durante il cambio di regime (sfiducia pubblica molto elevata)
  • Corruzione dilagante
  • Crollo dell’economia interna
  • Collasso del sistema fiscale

Gli elementi maggiormente inclini a generare iperinflazione sono la guerra, il cambio di regime, la corruzione del governo e la cessione della sovranità monetaria.
Le guerre sono particolarmente distruttive per una società per ovvie ragioni. Trovarsi nella posizione degli sconfitti in guerra non è solo deleterio, è catastrofico. Non sorprende che le iperinflazioni tendano a verificarsi in nazioni dilaniate dalla guerra, poiché il sistema fiscale si dirige verso il fallimento quando i cittadini iniziano a chiedersi se il loro governo esisterà o meno negli anni a venire. Le guerre civili hanno spesso portato a iperinflazione in quanto il sistema fiscale crolla e chi emette valuta continua a spendere per finanziare una causa persa.
La Guerra Civile americana e la Confederazione ne sono la prova.
I cambi di regime sono ugualmente dirompenti. Se possono portare benefici nel lungo periodo, hanno la tendenza a portare a iperinflazioni, dato che un governo nuovo viene accolto con scetticismo. L’incertezza all’interno di questo quadro è straordinaria.
Questo è stato particolarmente evidente dopo la Prima Guerra Mondiale, quando diversi cambi di regime in Europa determinarono delle iperinflazioni.
La corruzione dilagante di un governo è un ambiente altamente distruttivo. Una valuta si basa su un accordo tra il settore pubblico e privato. Se una delle due parti è percepita come corrotta, è probabile che l’altra parte voglia rinunciare all’accordo.
Lo Zimbabwe è il simbolo moderno della corruzione e della mala gestione di un’economia domestica.
La cessione della sovranità monetaria è un altro grande responsabile delle iperinflazioni. Questa è dovuta generalmente all’incompetenza dei governi (come gli attuali trattati sull’euro), al crollo produttivo o alla corruzione.
Casi importanti includono l’Argentina, lo Zimbabwe e la Repubblica di Weimar. La cessione della sovranità monetaria attraverso l’adozione di un tasso di cambio fisso o l’accumulo di debito denominato in valuta estera è un segno evidente che un governo è sempre più instabile e rischia di crollare.
[NDT: ad esempio in Argentina sotto il governo Menem il tasso di cambio fra peso e dollaro fu mantenuto costante. Altro esempio: quando la lira entrò nello SME, accettando il tasso che il tasso di cambio fra la lira e le altre valute europee potesse variare entro una ristretta banda del 5%. Altro esempio; l’adozione dell’euro, che impone un tasso di cambio 1:1 fra euro-lira ed euro-marco. I debiti sovrani europei denominati in euro, sono diventati in valuta non sovrana, soggetta alle intemperie dei mercati].

 

C’E’ UN RISCHIO DI IPERINFLAZIONE NEGLI STATI UNITI?

 Sebbene alcuni di questi ingredienti siano presenti negli Sati Uniti dei tempi moderni (in misura molto minore), direi che siamo molto lontani dallo scenario e dalla caduta tipici delle iperinflazioni passate. Gli aspetti più importanti del collasso della valuta sono semplicemente inesistenti ad oggi negli Stati Uniti:

  • Non facciamo affidamento sulla generosità di stranieri (niente debito denominato in valuta estera)
  • Non stiamo vivendo alcun tipo di circostanze sociali straordinariamente insolite o gravi forze esogene (sconfitte in guerra, cambio di regime, corruzione del governo etc…)
  • Non manca la fiducia nella nazione sovrana. Se c’è una cosa per cui gli americani sono famosi, è la loro capacità di resilienza e arroganza fuori dal comune per ciò che riguarda la forza del loro paese.
  • Non stiamo vivendo un crollo dell’economia nazionale (non ancora perlomeno)

Per farla breve, se scommettete sull’iperinflazione negli Stati Uniti, credo che stiate scommettendo sull’esistenza di circostanze molto gravi e insolite che coincidono con la dipendenza dal debito denominato in valuta estera (di cui non c’è traccia), su un crollo dell’economia statunitense (che non sta ancora avvenendo), un calo di fiducia drammatico degli americani ed infine sulla distruzione della valuta di riserva mondiale. Non credo che lo scenario attuale sia simile agli ambienti economici disordinati che sono generalmente costanti nelle iperinflazioni.
Non mi fraintendete-abbiamo grossi problemi negli Stati Uniti, ma ritengo siano più gestibili di quanto molti credono. Il governo degli USA potrebbe diventare corrotto e incompetente al punto da provocare un rigetto della valuta sovrana? Certo, ma non credo sia un esito molto realistico considerata la situazione attuale. Finora, i mecati hanno dato ragione a questa visione dato che i titoli di stato americani hanno rendimenti fra le più basse del mondo, mentre i rendimenti delle obbligazioni sono quasi ai minimi storici.

 

CONCLUSIONI

In sintesi, l’iperinflazione non è semplicemente una elevata inflazione.
L’iperinflazione è una progressione economica disordinata risultante da eventi esogeni e inusuali che conducono al completo rifiuto psicologico della valuta sovrana.
Se i debiti del governo e la spesa in deficit potrebbero esacerbare una iperinflazione, in genere non ne sono stati la causa, ma piuttosto la conseguenza, risultato di eventi esogeni.
La risposta monetaria eccessiva ed incompetente è di solito il risultato del lavoro di forze esogene estreme come la guerra, il cambio di regime, la corruzione o la cessione della sovranità monetaria.

 


Tratto da:
https://www.pragcap.com/hyperinflation-its-more-than-just-a-monetary-phenomenon/
Traduzione a cura di Renato Nettuno

 


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