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«INVECE DI DARCI L’EURO AUTENTICO, CI HANNO DATO UN EURO FALSO». PAROLA DEL PROF. GIUSEPPE GUARINO (di G. PALMA)

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Autentica banconota napoletana….

 

Nel 1994, con la creazione dell’IME (Istituto Monetario Europeo), viene prevista la nascita – entro il 1° gennaio 1999 – della BCE (Banca Centrale Europea) e del SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali) che avrebbe coordinato la politica monetaria unica. Al fine di poter giungere alla fase finale, ciascuno Stato firmatario del Trattato di Maastricht (1992) avrebbe dovuto rispettare cinque criteri di convergenza. La realizzazione dell’unione economica e monetaria costituisce infatti una delle finalità più importanti del Trattato di Maastricht (TUE), il quale ne stabiliva appunto i criteri per poterne far parte, i cosiddetti “parametri di Maastricht”:

  • Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%;
  • Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60% (Italia e Belgio venivano esentati dal rispettare questo parametro);
  • Tasso d’inflazione non superiore dell’1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi;
  • Tasso d’interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre Paesi più virtuosi;
  • Permanenza negli ultimi due anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale.

 

Il 1° gennaio 1999, con l’inizio della terza fase dell’UEM, vengono fissati i tassi di cambio irrevocabili (i c.d. cambi fissi) tra l’Euro e le valute dei Paesi aderenti all’unione monetaria. Una vera e propria iattura sulla quale ho già scritto tantissimo!

 

Ma i gravi aspetti di criticità di questa moneta unica non si riducono solo a quelli da me più volte denunciati nei miei libri ed articoli (che non ritengo opportuno ripetere in questa sede), infatti c’è un altro importantissimo aspetto da tenere in considerazione: CI HANNO DATO UN €URO FALSO!

A tal proposito il prof. Giuseppe GUARINO, classe 1922, nel suo libro “Cittadini europei e crisi dell’Euro” (Editoriale Scientifica, Napoli 2014) scrive che “il 1.1.1999 il lancio dell’euro, la moneta disciplinata dal TUE, non avvenne. La moneta regolata dal TUE, per la quale il governo tedesco si era fortemente battuto ed alla cui adozione aveva condizionato la propria adesione, non è mai nata. In data 1.1.1999, con il nome di euro, generando così la fallace impressione che si trattasse della moneta creata e disciplinata dal TUE, fu lanciata con immissione nei mercati quale moneta comune avente valore legale degli Stati senza deroga, una moneta soggetta ad una disciplina diversa. La disciplina della moneta immessa nei mercati il 1.1.1999 era contenuta in un “regolamento” (n. 1466/97), adottato con il procedimento disciplinato dagli artt. 103. N. 5 e 189 c) del TUE. Il procedimento non conferiva alcuna autorità a modificare il Trattato ed aveva un oggetto del tutto diverso. Il reg. 1466/97 nello stesso momento in cui si avvaleva dell’art. 103 TUE, in realtà lo violava, utilizzandolo per un oggetto e finalità diverse […]. La modifica introdotta dal reg. 1466/97 rispetto al TUE (Maastricht), sul piano formale, è consistita nella abrogazione di un diritto-potere, quello degli Stati di concorrere alla crescita con la propria “politica economica”, concorrendo così anche alla crescita dell’Unione, sostituendola con un obbligo/obbligo, gravante sugli Stati, avente come contenuto il pareggio di bilancio a medio termine, da conseguirsi nel rispetto di un programma predeterminato. Gli elaboratori delle norme non si sono resi conto delle conseguenze che sarebbero derivate dall’aver messo a base del sistema, un “obbligo” al posto di un “potere”. Cancellando l’obiettivo della crescita, il reg. 1466/97 ha in realtà cancellato ogni attività politica nel sistema[1].

 

In pratica – per dirla con parole povere – il 1° gennaio 1999 non avvenne il lancio della moneta unica prevista dal TUE (Maastricht), bensì di una cosa ben diversa disciplinata illegittimamente da un Regolamento dell’UE (Reg. n. 1466/97), in aperto contrasto con il contenuto, gli strumenti e soprattutto le finalità del Trattato di Maastricht. Alla luce delle predette argomentazioni è lo stesso Guarino a sostenere che «Invece di darci l’euro autentico, ci hanno dato un euro falso».

 

Lo dico ai vari personaggi da avanspettacolo che continuano a sostenere acriticamente l’Euro anche di fronte al massacro sociale cui assistiamo inermi ormai da più di sei anni: il prof. Guarino, nelle sue puntuali critiche all’Euro e ai Trattati dell’UE, non esprime mai opinioni personali ma svolge unicamente analisi giuridiche su presupposti inconfutabili! Con buona pace di coloro che dovrebbero avere l’umiltà di inchinarsi di fronte allo spessore culturale e scientifico di un ragazzo di appena 93 anni.

E che il buon Dio ce lo preservi ancora per molto!

 

Giuseppe PALMA

 

 

[1] Giuseppe Guarino, “Cittadini europei e crisi dell’Euro”, Editoriale Scientifica, Napoli 2014.


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