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Intervento USA in Argentina: Bessent (Tesoro) compra Pesos sul CCL. Trump: “Aiuti solo se Milei vince”
Scoop Argentina: Il Tesoro USA compra pesos per salvare Milei prima del voto. Trump avverte: “Aiuti per 20 mld solo se vince”. Mercati ancora volatili.

Sembra una mossa d’altri tempi, ma è accaduto ieri, 17 ottobre 2025. Il Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha confermato via X (l’ex Twitter) di essere intervenuto direttamente sul mercato finanziario argentino. La notizia bomba? Il Tesoro USA ha acquistato pesos argentini operando sul famigerato mercato del “Contado con Liquidación” (CCL).
L’intervento arriva in un momento di forte volatilità valutaria, a poco più di una settimana dalle cruciali elezioni di medio termine in Argentina. Il messaggio di Bessent è stato un palese sostegno al governo libertario di Javier Milei, con tanto di citazione trumpiana: “L’Argentina tornerà grande”.
The United States stands with Argentina. Yesterday, Treasury bought pesos in the "Blue Chip Swap" and spot markets. Treasury remains in close communication with Argentina's economic team as they work to Make Argentina Great Again. Treasury is monitoring all markets, and we have…
— Treasury Secretary Scott Bessent (@SecScottBessent) October 17, 2025
Il “Blue Chip Swap” di Washington
Il Tesoro USA non si è limitato a un tweet. Secondo fonti interne, l’operazione ha comportato acquisti di pesos sia sul mercato finanziario (il CCL) sia sul mercato spot. È una misura senza precedenti nelle recenti relazioni bilaterali, volta a puntellare le riforme di Milei in vista di un imminente accordo commerciale con l’amministrazione Trump.
Ma il mercato, per ora, non sembra del tutto convinto. L’impatto immediato è stato contrastato:
- Il dollaro all’ingrosso è salito del 2% (a $1,440).
- Il dollaro ufficiale ha fatto un balzo di 25 pesos (a $1,455).
- Le obbligazioni in dollari hanno mostrato lievi cali.
In sostanza, la pressione sul peso non si è fermata, nonostante l’intervento “amico”.
Quanti soldi (e perché)?
La mossa non è stata isolata. Giovedì, la società di consulenza Outlier aveva già notato un’anomalia: i volumi scambiati sul MEP (un altro dollaro finanziario , che lavora scambiando titoli, non sul mercato ufficiale) avevano superato quelli del mercato ufficiale ($381M vs $296M), un evento rarissimo.
Secondo le stime di Consultora 1816, il Tesoro USA avrebbe già iniettato circa 339 milioni di dollari tra mercoledì e giovedì.
Ma qual è la strategia tecnica? Gli analisti la interpretano come un tentativo di assorbire pesos senza espandere la base monetaria (o meglio, prosciugando liquidità in pesos dal mercato). Bessent ha rispolverato il termine “Blue Chip Swap”, il vecchio nome del Contado con Liqui che si basava su azioni di grandi aziende (YPF, Tenaris, etc.).
In pratica, i dollari di Bessent comprano pesos, sotto forma di titoli, ma poi questi pesos acquistati restano “parcheggiati” presso la BCRA (Banco Central de la República Argentina), togliendoli dalla circolazione e cercando così di raffreddare la domanda di dollari, oltre che riducendo la base monetaria argentina. Praticamente il Tesoro USA viene ad operare come se fosse una banca centrale, giocando sui titoli per ridurr base monetaria.
La politica batte l’economia
Se la tecnica è finanziaria, la motivazione è squisitamente politica. L’ultimo intervento simile degli USA risale al 1998-2000 (su yen ed euro). Stavolta, l’ombra di Donald Trump è ingombrante.
Durante l’incontro alla Casa Bianca con Milei, Trump ha detto “la parte che non si dovrebbe dire” ad alta voce. Ha ammesso che la nuova linea di sostegno da 20 miliardi di dollari (che porterebbe il totale a 40 miliardi) è un tentativo di influenzare le elezioni legislative del 26 ottobre.
“La vittoria [di Milei] è molto importante,” ha detto Trump, aggiungendo che gli USA non “perderanno tempo” con l’Argentina se il partito di Milei non dovesse prevalere. Tante cose si possono dire di Trump, ma non che non dica le cose chiare e pulite, anche quando sono sporche. Fosse europeo avrebbe fatto un giro di parole su “Sostenibilità” e “Stato di diritto”, per poi giustificare comportamenti ben peggiori.
Bessent ha poi precisato che i 20 miliardi aggiuntivi non proverranno (direttamente) dai contribuenti USA, ma saranno un “pacchetto di soluzione del settore privato”, con impegni da banche e fondi sovrani. Un aiuto, insomma, ma condizionato al successo dell’alleato libertario, le cui politiche di austerità faticano a mantenere il sostegno popolare di fronte alla crisi valutaria. La domanda ora è: quanti pesos è disposta a comprare Washington per salvare il soldato Milei?
Domande e Risposte (Q&A)
1. Perché gli Stati Uniti stanno comprando pesos argentini? L’intervento ha un doppio obiettivo. Ufficialmente, è una mossa tecnica per stabilizzare il peso argentino, assorbendo liquidità in eccesso (pesos) dal mercato per frenare la svalutazione e sostenere le riforme economiche del presidente Milei. In realtà, la motivazione principale è politica: l’amministrazione Trump vuole garantire che il suo alleato libertario, Javier Milei, ottenga un buon risultato nelle imminenti elezioni di medio termine, considerandole un referendum sulle sue politiche di austerità. Trump stesso ha legato i futuri aiuti economici a una vittoria elettorale di Milei.
2. Cos’è il “Contado con Liquidación” (CCL) e perché è importante? Il “Contado con Liquidación” (CCL), o “Blue Chip Swap”, è un meccanismo finanziario legale molto usato in Argentina per aggirare i controlli sui cambi (il cepo). Funziona così: un investitore compra un’azione o un’obbligazione sul mercato argentino pagando in pesos. Successivamente, vende quello stesso titolo su un mercato estero (es. Wall Street) incassando dollari. Il tasso di cambio implicito in questa operazione è il “dollaro CCL”. È un mercato finanziario parallelo a quello ufficiale, e il fatto che il Tesoro USA lo abbia usato dimostra la gravità della situazione e la volontà di intervenire sui mercati “reali” dove si forma il prezzo, non solo su quello ufficiale.
3. L’intervento USA ha funzionato nel fermare la svalutazione del peso? Nell’immediato, l’impatto sembra essere stato limitato o addirittura contrastante. Nonostante l’iniezione di quasi 340 milioni di dollari da parte degli USA per comprare pesos (e quindi rafforzarli), il giorno dell’annuncio il dollaro (sia all’ingrosso che ufficiale) è salito ulteriormente contro il peso. Questo suggerisce che la sfiducia del mercato e la pressione per vendere pesos sono, al momento, più forti della mossa di Washington. L’intervento forse ha evitato un crollo peggiore, ma non ha invertito la tendenza negativa.

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