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Insetti come cibo? Li mangeremo tutti (e se siete degli sportivi forse l’avete già fatto)

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La recente approvazione da parte del Parlamento europeo di una bozza di regolamento UE che fra l’altro faciliterà l’autorizzazione alla commercializzazione di quello che viene definito  eufemisticamente “novel food“, tra cui gli insetti, ha portato la questione all’attenzione dell’opinione pubblica europea, con reazioni per lo più di rigetto.

La questione è soprattutto culturale e psicologica, visto che nel mondo, soprattutto in Africa ed in Asia, il consumo di insetti come cibo è piuttosto frequente, ma ha comunque delle basi anche razionali, poiché sono pochi e non esaustivi gli studi sui rischi a medio/lungo termine derivanti dal nutrirsi di larve ed insetti. Uno studio recente dell’EFSA (European Food Safety Authority) intitolato “Risk profile related to production and consumption of insects as food and feed” nelle sue conclusioni ammette che vi sono carenze di informazioni ed evidenze scientifiche riguardo a rischi come trasmissione di batteri, virus, parassiti e soprattutto di prioni, che sono proteine alterate derivate da proteine normali prodotte dalle cellule, responsabili di gravissime malattie neurodegenerative dall’esito spesso mortale in alcuni animali e nell’uomo.

Tutto questo dovrebbe portare ciascuno di noi, quando sarà reso definitivo il progetto di autorizzazione all’allevamento ed alla commercializzazione di insetti per uso alimentare, a poter decidere liberamente se nutrirsene o meno, anche in base alle garanzie che saranno date sui processi di allevamento ed utilizzo.

Peccato che non sarà così.

Nuove industrie alimentari infatti stanno premendo per ottenere il permesso di utilizzare insetti e larve per la preparazione di farine per il nutrimento animale al posto di quelle di pesce attualmente usate, perché molto più economiche, ed anche per la preparazione di paste alimentari per l’uomo: un’azienda di Spilimberno, la Ida srl, ha brevettato nel 2014  un nuovo tipo di pasta, ottenuta da una miscela di farina di crisalide e farina vegetale, che potrebbe rappresentare un alimento completo per l’uomo. Secondo il suo inventore, l’ing. Luigi De Paoli «L’alimento potrebbe essere facilmente utilizzabile come fonte alternativa di proteine anche dalle persone celiache, in quanto le farine da insetti non contengono glutine». Farine o tritati di insetti potrebbero diventare quindi componenti di biscotti, merendine, alimenti dietetici (il contenuto di grassi nella carne di cicale, cavallette e grilli è il 22% contro il 43% di quella bovina) ed alimenti energetici. Se le multinazionali alimentari otterranno poi, con la loro opera di lobbying a Bruxelles, la possibilità di indicare nella composizione dei prodotti solo l’uso di proteine o carni animali, senza specificarne la specie, ci ritroveremo tutti a mangiare biscotti o preparati con carne di insetti, senza possibilità di scelta (se non quella di non comprarli).

Se poi siete degli atleti o degli sportivi forse gli insetti li avete già mangiati: in america da qualche anno spopola una barretta energetica di una piccola industria di Salt Lake City la “Chapul” (che in atzeco significa “grillo”) che è appunto composta da cocco, zenzero, lime e… grilli! Questa barretta è stata richiesta anche da università europee in Olanda, Francia e Germania, per adesso per studiarne gli effetti nutrizionali, ma si trova in vendita via internet.

Insomma che vi piaccia o meno vi ritroverete a nutrirvi con larve ed insetti: consolatevi che in Sardegna da secoli esiste il formaggio Casu Marzu che è composto da larve che si sono nutrite di pecorino o caprino fino a riempirsene e che i greci antichi ritenevano le cicale una prelibatezza…


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