Difesa
Iniziato il ritiro di soldati e attrezzature russe dalla Siria. Fine di un periodo
La Russia sta ritarando carri armati, blindati e attrezzature dalla Siria attraverso la base navale di Tartus che, progressivamente, viene evacuata. Un trasferimento che può avere delle ricadute pesanti
Recenti immagini satellitari hanno rivelato chiare indicazioni che la Russia ha iniziato a ritirare le proprie forze dalla base navale di Tartus in Siria, segnando un significativo sviluppo nella posizione militare del Cremlino nella regione.
Il ritiro, che segue mesi di speculazioni e una costante riduzione delle forze nella base aerea di Khmeimim, potrebbe segnalare un importante cambiamento negli interessi strategici della Russia in Siria e nel Medio Oriente in generale.
Le immagini satellitari confermano l’attività di ritiro
Le immagini satellitari ottenute da Maxar Technologies ed esaminate da The War Zone (TWZ) mostrano prove inconfutabili del ritiro della Russia da Tartus. Le immagini catturate il 25 gennaio 2025 mostrano le navi da carico roll-on/roll-off (RO/RO) battenti bandiera russa Sparta e Sparta II attraccate al porto, insieme a visibili attività di trasbordo del carico. Queste navi erano rimaste in mare aperto per diversi giorni prima di entrare nel porto, il che suggerisce uno sforzo coordinato per evacuare attrezzature e personale.
Le immagini rivelano anche una significativa riduzione dei veicoli e dei materiali russi dal molo dove erano stati ammassati settimane prima. Un confronto tra le foto satellitari del 17 dicembre 2024 e del 25 gennaio 2025 mostra la scomparsa di numerosi veicoli e attrezzature, a ulteriore conferma del ritiro. Ulteriori immagini di Planet Labs, scattate il 27 gennaio 2025, confermano che un numero ancora maggiore di veicoli e materiali è stato rimosso, con alcuni mezzi ora posizionati vicino al bordo del molo per facilitare il carico sulle navi.
Un gran numero di container è apparso anche in una vicina area di smistamento merci, anche se non è chiaro se questi siano legati al ritiro russo o a operazioni commerciali non correlate. In particolare, una delle navi della classe Sparta ha già lasciato Tartus, in linea con la riduzione osservata dei mezzi militari.
Satellite imagery from 19.01.2025 (Image 1) shows that the Russia military transport ship #Sparta is still in port at #Tartus, Syria, but the #SpartaII had departed and the vehicle staging area at the port is empty. On 24.02.2025 (Image 2), the vehicle staging area is full again… pic.twitter.com/i1dAXd5v8e
— OSINT (Uri) 🇺🇸 🇨🇦 🇬🇧 🇺🇦 🇮🇱 🇬🇪 (@UKikaski) January 26, 2025
Contesto più ampio: La mutevole presenza della Russia in Siria
Il ritiro da Tartus arriva nel mezzo di persistenti interrogativi sul futuro della presenza militare russa in Siria. Dalla caduta improvvisa del dittatore Bashar al-Assad nel dicembre 2024, la Russia ha ridotto costantemente la sua presenza nella base aerea di Khmeimim, un’altra struttura chiave del Paese. La perdita dell’accesso a Tartus, un porto d’acqua calda fondamentale per la Marina russa, rappresenterebbe un duro colpo per le ambizioni strategiche del Cremlino nella regione.
Tartus è stata a lungo una pietra miliare delle operazioni militari russe in Siria e non solo. La base ha fornito un hub logistico vitale per sostenere le attività russe in Africa, in particolare in Libia, dove il Cremlino ha cercato di espandere la propria influenza. Allo stesso modo, la base aerea di Khmeimim è stata una piattaforma fondamentale per la proiezione del potere aereo nel Mediterraneo e oltre.
🔺COI/OOA activity – Breaking
Russian weapon runner COI MV “Sparta IV” escorted by Russian Navy Baltic Fleet Pr.772/II Ropucha class BDK-110 “Alexandr Shabalin” VISID departed the Baltic Sea, PM 27 January 2025.
⚠️Both units highly likely ENR the Mediterranean Sea. pic.twitter.com/1Zai0h8454
— Droxford Maritime (@Drox_Maritime) January 27, 2025
Recenti notizie provenienti dai media siriani suggeriscono che il nuovo governo di Damasco, guidato da membri della coalizione Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), potrebbe aver annullato l’accordo di locazione di 49 anni della Russia per Tartus. L’accordo originale, stipulato nel 2017 con il regime di Assad, garantiva alla Russia un ampio accesso alla struttura navale e alla base aerea di Khmeimim. Tuttavia, la caduta di Assad e l’ascesa dell’HTS hanno complicato la posizione della Russia, costringendo il Cremlino a negoziare con un governo che un tempo osteggiava apertamente.
Implicazioni strategiche e dinamiche regionali
Il ritiro da Tartus sottolinea le sfide più ampie che la Russia deve affrontare in Siria. Il Paese rimane altamente instabile, con il governo guidato dall’HTS che fatica a consolidare il controllo su vaste aree del territorio. Le forze sostenute dalla Turchia continuano a scontrarsi con i gruppi curdi nel nord, mentre Israele sta consolidando il suo controllo su una zona cuscinetto nel sud-ovest.
Per la Russia, la perdita di Tartus e Khmeimim diminuirebbe significativamente la sua capacità di proiettare potenza in Medio Oriente e Nord Africa. Tuttavia, il Cremlino ha espresso il desiderio di mantenere una qualche forma di presenza in Siria e, secondo quanto riferito, sono in corso negoziati con il nuovo governo siriano.
Nel frattempo, gli Stati Uniti e le altre potenze occidentali hanno approfittato del cambiamento delle dinamiche per promuovere i propri interessi. Gli attacchi aerei americani e israeliani hanno preso di mira le milizie sostenute dall’Iran e altre minacce, mentre l’esercito americano avrebbe condiviso informazioni con l’HTS per contrastare la rinascita dell’ISIS.
La Russia non intende comunque estraniarsi completamente dall’area Mediterranea. Le navi che hanno ritirato le attrezzatura dalla Siria si sono mosse verso la Libia controllata dal generale Haftar, la parte orientale del Paese, dove Mosca appoggia il governo locale secessionista. Una soluzione che permette a Mosca di mantenere i contatti con i propri interessi africani, ma che sicuramente non fa felice l’Italia, e la Turchia, ma questo è il tema per un altro articolo.
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