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Inflazione, tedeschi e Roma antica: quali sono i veri parallelismi

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In preda al solito terrore inflazionistico, senza neanche comprenderne bene la ragione, i tedeschi sono ormai partiti in confronti storici apocalittici per spiegare l’attuale situazione. Oggi il giornale tedesco Die Welt, nella sua prima pagina online, è partito con un parallelo inquietante, ma interessante: “Pandemia, inflazione, errori politici: “Declino come nell’antica Roma”

La Welt fa un parallelo fra i disastri della fine dell’Impero Romano e quelli attuali. il problema è che la comparazione è poco realistica nel particolare, ma mette in luce un fatto inequivocabile, cioè il fallimento del governo dei microsistemi.

Confrontare il Covid-19 con la peste di Galeno (II secolo) o la peste di Cipriano (III secolo) è per lo meno offensivo: anche se non è chiaro di quale malattia si sia trattato (febbri emorragiche? vaiolo? una forma molto virulenta di morbillo? Tifo?) le epidemie che colpirono l’Impero tomano furono qualcosa di devastante, con percentuali di mortalità molto elevate tanto che impattarono sulla disponibilità di forza lavoro, perché la grande piaga dell’imperò romano, dopo la fine della sua espansione, fu proprio la grande carenza di manodopera che ne arrestò lo sviluppo economico.

Anche lo svilimento della moneta, cioè il calo in peso e in titolo d’argento del denaro romano, non fu una causa diretta dell’inflazione. Il calo del titolo, iniziato in modo fortissimo con Didio Giuliano, non ebbe effetto inflazionistico, ma quest’ultima esplose intorno al 270, molti anni dopo

 

Il motivo è semplice e dovrebbe far ragionare ancora ora: l’argento non si mangiava all’epoca, per cui il problema inflazionistico non era causato, essenzialmente, da un’eccesso di moneta, quanto da una carenza di beni che si venne a produrre con la crisi del III secolo, le guerre civili fra i vari imperatori e il caos politico che scoppiò proprio in quell’epoca.

Eppure delle similitudini ci sono, fra Impero Romano e crisi attuale:

  • la crisi demografica, all’epoca causata soprattutto dalle epidemia e dal calo della natalità, oggi imputabile solo al calo verticale della natalità. All’epoca il problema si risolse solo dopo al caduta dell’Impero, per mutamenti di carattere morale e religioso e tecnologico agricolo;
  • enormi errori di carattere politico. L’impero fu distrutto dalle guerre civili, dalle persecuzioni religiose e da enormi errori strategici (nei confronti di Parti e dei Sasanidi o dei Goti). Oggi lascio al lettore elencare l’enorme numero di errori che stiamo compiendo;
  • l’incapacità di maxi strutture politiche di trovare soluzione a problemi creati dal loro stesso gigantismo. All’epoca la soluzione fu quella di dividere l’impero in due e quindi a loro volta in quattro, fra “Augusti” d’Occidente e d’Oriente e successivamente, all’interno degli stessi con i Cesari, nella struttura della Tetrarchia di Diocleziano

    La tetrarchia di Giustiniano

  • La suddivisione dell’Imperò non funzionò, o meglio non funzionò ovunque: in Occidente i problemi erano troppo profondi per poter essere risolti e tutto si risolse nella frantumazione legata alla nascita dei vari regni barbarici o romani barbarici. In Oriente, etnicamente più stabile e omogeneo, la situazione si stabilizzò, almeno per un paio di secoli sino all’esplosione islamica.

Quindi i paralleli con l’Impero Romano sono azzardati: Roma aveva dei problemi strutturali molto più profondi dei nostri, ma noi abbiamo un’incapacità politica molto superiore. Inoltre il nostro problema demografico è molto più radicale, non risolvibile solo con un’evoluzione etica e agricola. Tra l’altro quale etica abbiamo ora, che non sia autodistruttiva.

La civiltà romana non morì, ma ebbe un’evoluzione, fondendosi con gli apporti cristiani e barbarici, ponendo la base su cui si sviluppò l’Europa medievale. Ciò che scomparve completamente furono le strutture politiche e militari. Probabilmente anche oggi sarà necessario dissolvere le strutture fallimentari dell’Unione Europea come è, prima di poter fare un passo avanti nella soluzione della crisi.


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