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Economia

La grande delusione: perché l’India non sarà la “nuova Cina” nel petrolio

Tutti si aspettavano che l’India prendesse il posto della Cina come motore della domanda di petrolio, ma non sta accadendo. I consumi calano e le previsioni sono crollate. Ecco perché la sua economia non replicherà il boom cinese.

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L’India, con i suoi quasi 1,5 miliardi di abitanti e un’economia in rapida crescita, è da tempo considerata il prossimo grande mercato per il consumo di petrolio, una sorta di “nuova Cina”. Ma nel 2025, questo rimane ancora un sogno lontano.

Per anni, gli analisti energetici hanno previsto che fattori strutturali come una demografia favorevole, l’espansione della classe media e l’accelerazione di urbanizzazione e industrializzazione avrebbero spinto la domanda di petrolio indiana.

Questi stessi fenomeni hanno trasformato la Cina nel motore della crescita globale del consumo di petrolio (e non solo) per un quarto di secolo. Dal 2000 al 2025, la Cina ha aggiunto in media 485.000 barili al giorno al consumo globale. Ora, però, quel boom sta rallentando.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, nel 2025 la domanda di petrolio cinese crescerà di soli 135.000 barili al giorno, il dato più basso dal 2005, escluso il periodo della pandemia, a causa di una crescita economica più lenta e della rapida diffusione dei veicoli elettrici.

Ci si aspettava che l’India prendesse il testimone, ma i dati recenti raccontano un’altra storia: negli ultimi tre mesi, la domanda di petrolio indiana è addirittura diminuita. Nel 2025, l’aumento del consumo potrebbe fermarsi a 130.000 barili al giorno, circa la metà di quanto previsto un anno fa, segnando il minimo degli ultimi dieci anni, esclusa la pandemia.

Fino a poco tempo fa, si stimava che l’India potesse aggiungere circa 1 milione di barili al giorno alla domanda globale tra il 2025 e il 2030, una crescita senza eguali rispetto ad altre economie emergenti come Brasile, Indonesia o Pakistan. Tuttavia, anche questa cifra impallidisce rispetto ai 3,7 milioni di barili al giorno aggiunti dalla Cina tra il 2010 e il 2015.

Il confronto con la Cina è inevitabile: oggi un indiano consuma in media 1,4 barili di petrolio all’anno, contro i 4,3 barili di un cinese. Perché l’India non sta replicando il boom cinese? La risposta sta nella struttura della sua economia. Mentre la Cina si è affidata a industrie pesanti, manifattura e grandi investimenti in infrastrutture pubbliche – tutti settori ad alta intensità di petrolio – l’India ha puntato sui servizi, che richiedono meno energia.

Crescita annuale di petrolio indiana, comprese le previsioni 2025. Fonte  Bloomberg

Cuneyt Kazokoglu, direttore di economia energetica presso FGE Energy, evidenzia altri due fattori chiave:

  • Primo, l’India non si è urbanizzata rapidamente come la Cina: la popolazione urbana rappresenta solo il 35% del totale, contro il 65% rurale, mentre in Cina le proporzioni sono quasi invertite.
  • Secondo, la partecipazione alla forza lavoro, specialmente tra le donne, è significativamente più bassa in India rispetto alla Cina. Questo riduce la domanda di energia, dato che, nonostante l’India abbia superato la Cina per popolazione totale, la sua forza lavoro resterà più piccola per decenni.

Crescita dei consumi peroliferi della Cina e dell’India comparati. Fonte Bloomberg

Ci sono poi due ulteriori ostacoli. Primo, la Cina ha beneficiato della globalizzazione, diventando la “fabbrica del mondo”. L’India non può aspirare a un ruolo simile senza incontrare resistenze: basti pensare alla reazione di Donald Trump quando Apple ha annunciato di voler spostare parte della produzione di iPhone dall’India alla Cina, suggerendo invece di riportarla negli Stati Uniti. Secondo, l’India ha un’alternativa al petrolio che la Cina non aveva nei primi anni 2000: i veicoli elettrici. In India, una parte significativa della domanda di benzina proviene dai veicoli a due ruote, come le motociclette, che possono passare facilmente all’elettrico.

Nonostante sia il terzo consumatore mondiale di petrolio, davanti al Giappone e dietro solo a Stati Uniti e Cina, l’India rimane un attore importante nel mercato petrolifero. Tuttavia, il suo ruolo sembra destinato a essere quello di una forza rilevante in un contesto di crescita globale più contenuta: significativo, ma non rivoluzionario.

Gli ottimisti sul petrolio sapevano che la Cina rappresentava un problema, ma pochi hanno riconosciuto che l’India potrebbe essere una sfida ancora più grande, e chi si aspetta che possa trascinare il prezzo del petrolio rischiano di rimanere delusi.


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