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India-Cina: amici nei BRICS, nemici negli affari? Il Divorzio di SAIC-JWS in India?
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India-Cina: Amici nei BRICS, Nemici negli Affari? Il Divorzio di SAIC in India
Sembra che le grandi dichiarazioni di amicizia e cooperazione all’interno dei BRICS valgano fino a quando non si toccano gli interessi concreti. L’ultimo esempio di questa Realpolitik economica arriva dal settore automobilistico, dove il colosso statale cinese SAIC Motor ha deciso di ridurre drasticamente la sua partecipazione nella joint venture indiana con il conglomerato JSW Group. Un segnale inequivocabile che, nonostante le strette di mano tra Modi e Xi, la diffidenza tra i due giganti asiatici rimane profonda.
La joint venture, battezzata JSW MG Motor, era stata creata con l’ambizioso obiettivo di “sfruttare le significative opportunità emergenti nel settore automobilistico indiano”. Purtroppo, come spesso accade quando la politica si scontra con l’economia, le aspettative del partner cinese sono andate deluse. Secondo fonti citate da Reuters, SAIC non solo intende tagliare la sua quota attuale del 49%, ma anche bloccare ogni ulteriore investimento futuro. Una ritirata strategica in piena regola.
Un Divorzio Annunciato tra Norme e Sospetti
Ma cosa ha inceppato il motore di questa alleanza sino-indiana? La ragione principale risiede in una serie di norme introdotte da Nuova Delhi nell’aprile 2020. In piena pandemia, il governo indiano ha deciso di limitare gli investimenti provenienti da Paesi con cui condivide un confine terrestre, citando la necessità di frenare “acquisizioni opportunistiche”.
Il risultato, paradossale ma non troppo, è che oggi un’azienda europea o americana può investire liberamente nel mercato indiano, mentre una cinese o pakistana si trova di fronte a un muro di burocrazia e sospetti. Una misura che, nata con intenti protettivi, si è trasformata in un’arma geopolitica.
Le tensioni, del resto, non sono mai mancate. Gli scontri militari al confine del 2020 e 2021 hanno lasciato cicatrici profonde. E anche se di recente il primo ministro indiano Modi e il leader cinese Xi hanno provato a riallacciare i fili del dialogo, parlando di partnership e non di rivalità, i fatti dimostrano una realtà ben diversa. La stretta di mano non si è tradotta in un’apertura commerciale.
Il Ricatto delle Terre Rare
A complicare ulteriormente il quadro c’è la questione delle materie prime strategiche. Pechino, pur avendo allentato le restrizioni sulle esportazioni di terre rare verso Europa e Stati Uniti, continua a tenere i rubinetti chiusi nei confronti dell’India. Nessuna azienda indiana ha ancora ottenuto il via libera per importare i preziosi magneti, fondamentali per la produzione di motori elettrici.
Questo embargo di fatto ha costretto le case automobilistiche indiane a una scelta obbligata: riprogettare i propri veicoli elettrici per fare a meno delle terre rare, affidandosi a tecnologie alternative e, soprattutto, non cinesi. Una mossa che dimostra due cose:
La volontà indiana di affrancarsi dalla dipendenza tecnologica dal potente vicino.
Il clima di gelo persistente tra due nazioni che, sulla carta, dovrebbero guidare un “nuovo ordine mondiale” alternativo a quello occidentale.
La vicenda SAIC-JSW non è quindi solo una notizia di finanza o di industria. È la cartina di tornasole di un rapporto complesso, dove la competizione strategica prevale sulla cooperazione economica, e dove l’appartenenza a club esclusivi come i BRICS si rivela più una facciata che una solida alleanza.
Domande & Risposte
1) Qual è il nucleo della notizia?
Il produttore automobilistico statale cinese SAIC Motor ha deciso di ridurre significativamente la sua partecipazione del 49% nella joint venture indiana con JSW Group e di bloccare nuovi investimenti. La decisione è motivata dalle deludenti performance e, soprattutto, dalle restrizioni imposte dall’India sugli investimenti provenienti dai Paesi confinanti, Cina inclusa. Questo rappresenta un grave intoppo nella collaborazione economica tra i due Paesi, nonostante la comune appartenenza ai BRICS.
2) Perché questa notizia è importante a livello globale?
La notizia evidenzia la fragilità delle alleanze economiche non occidentali come i BRICS quando entrano in gioco rivalità geopolitiche storiche. Dimostra che la sfiducia tra India e Cina è un fattore dominante che ostacola l’integrazione economica, spingendo l’India a cercare alternative tecnologiche per ridurre la dipendenza da Pechino, specialmente in settori strategici come quello dei veicoli elettrici e delle materie prime critiche come le terre rare.
3) Quali sono le possibili ricadute per il mercato automobilistico?
Per il mercato indiano, questa mossa potrebbe accelerare lo sviluppo di una filiera automobilistica nazionale più autonoma, in particolare nel settore EV, anche se a costo di rallentamenti iniziali. Per SAIC e la Cina, rappresenta la perdita di una grande opportunità in uno dei mercati in più rapida crescita al mondo, mostrando come le barriere politiche possano essere più invalicabili di quelle economiche. A livello globale, incentiva una regionalizzazione delle catene di approvvigionamento basata su blocchi geopolitici.
Link informativi:
Reuters: China’s SAIC to cut stake in India car venture, freeze new investments
Riassunto/Sottotitolo per Google Discover:
Il gigante cinese dell’auto SAIC fa marcia indietro sull’India: le tensioni tra Pechino e Nuova Delhi e le leggi restrittive affondano la joint venture. Un segnale che l’alleanza BRICS è più fragile del previsto.
SAIC Motor, uno dei maggiori produttori automobilistici controllati dallo Stato cinese, intende ridurre in modo significativo la sua attuale partecipazione del 49% nella joint venture indiana con il gruppo indiano JSW, secondo quanto riportato giovedì da Reuters, citando fonti a conoscenza dei piani.
SAIC e il conglomerato indiano JSW Group hanno creato la joint venture JSW MG Motor “per sfruttare le significative opportunità emergenti nel settore automobilistico indiano in rapida evoluzione”. Purtroppo non tutto è andato come previsto e, secondo fonti di Reuters, la joint venture non ha soddisfatto le aspettative del gigante automobilistico cinese.
Ecco perché SAIC ha deciso di ridurre la sua partecipazione del 49% e di interrompere ulteriori investimenti nella joint venture indiana, hanno aggiunto le fonti.
Una delle ragioni principali di questa decisione sono le restrizioni sugli investimenti provenienti dai paesi confinanti, entrate in vigore in India nell’aprile 2020.
All’epoca, l’India ha limitato gli investimenti provenienti da qualsiasi paese che condivide un confine terrestre con l’India – Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cina, Myanmar, Nepal e Pakistan – per frenare “le acquisizioni opportunistiche di aziende indiane a causa dell’attuale pandemia di COVID-19”. Per cui, paradossalmente, un’azienda europea o americana può investire liveramente in India, ma non una cinese o pakistana.
Le relazioni tra India e Cina sono state tese negli ultimi anni, con scontri al confine nel 2020 e nel 2021. All’inizio di questo mese, il primo ministro indiano Narendra Modi ha visitato la Cina per la prima volta in sette anni per un summit di alto profilo con la Russia, al fine di inviare un messaggio di un nuovo ordine mondiale. Modi e il leader cinese Xi Jinping hanno affermato che India e Cina sono partner, non rivali.
Tuttavia, questo riavvicinamento non si è ancora concretizzato nei rapporti commerciali e non è stato completo. Resta ancora una forte diffidenza fra i due paesi confinanti.
La Cina ha allentato le restrizioni sulle esportazioni di elementi delle terre rare approvando “un certo numero” di licenze di esportazione. Sono riprese alcune spedizioni di terre rare e magneti, fondamentali per la produzione automobilistica, verso i paesi europei e gli Stati Uniti. Ma non verso l’India.
Nessuna azienda indiana ha ancora ricevuto l’approvazione dalla Cina per importare magneti di terre rare dal fornitore dominante a livello mondiale. Ciò ha costretto le case automobilistiche indiane a progettare veicoli elettrici (EV) che non utilizzano elementi delle terre rare, appoggiandosi a tecnologie non cinesi. Anche questo elemento è una dimostrazione del fatto che i rapporti fra i due paesi sono ancora freddi, nonostante gli sgarbi USA e l’appartenenza comune ai BRICS.
Domande & Risposte
1) Qual è il nucleo della notizia? Il produttore automobilistico statale cinese SAIC Motor ha deciso di ridurre significativamente la sua partecipazione del 49% nella joint venture indiana con JSW Group e di bloccare nuovi investimenti. La decisione è motivata dalle deludenti performance e, soprattutto, dalle restrizioni imposte dall’India sugli investimenti provenienti dai Paesi confinanti, Cina inclusa. Questo rappresenta un grave intoppo nella collaborazione economica tra i due Paesi, nonostante la comune appartenenza ai BRICS.
2) Perché questa notizia è importante a livello globale? La notizia evidenzia la fragilità delle alleanze economiche non occidentali come i BRICS quando entrano in gioco rivalità geopolitiche storiche. Dimostra che la sfiducia tra India e Cina è un fattore dominante che ostacola l’integrazione economica, spingendo l’India a cercare alternative tecnologiche per ridurre la dipendenza da Pechino, specialmente in settori strategici come quello dei veicoli elettrici e delle materie prime critiche come le terre rare.
3) Quali sono le possibili ricadute per il mercato automobilistico? Per il mercato indiano, questa mossa potrebbe accelerare lo sviluppo di una filiera automobilistica nazionale più autonoma, in particolare nel settore EV, anche se a costo di rallentamenti iniziali. Per SAIC e la Cina, rappresenta la perdita di una grande opportunità in uno dei mercati in più rapida crescita al mondo, mostrando come le barriere politiche possano essere più invalicabili di quelle economiche. A livello globale, incentiva una regionalizzazione delle catene di approvvigionamento basata su blocchi geopolitici.
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