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In ricordo di Yukio Mishima, nell’anniversario della sua morte

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Yukio Mishima, al secolo Kimitake Hiraoka, impersona un’estetica giapponese unica, che, pur da un lato rifiutando molte delle influenze, soprattutto politiche, occidentali, è forse un esempio unico di fusione estetica fra oriente e occidente.

Prolifico artista, prima di tutto scrittore candidato al Nobel con “Confessioni di una maschera”, romanzo fortemente autobiografico dei suoi anni giovanili, fu anche giornalista, autore di opere teatrali, attore e modello, anche perché si dedicò alla cura del proprio fisico con estrema diligenza dopo essere stato scartato dalla visita di leva dell’esercito giapponese nel 1945, fatto che fu per lui una vergogna, ma per l’arte una fortuna.

Mishima odiava i comunisti e la sinistra e riteneva che la costituzione giapponese del 1947, imposta dagli americani, fosse una cocente umiliazione per il suo paese. La sua visione della politica era francamente di destra, strada che percorse per tutta la sua vita con grandissima coerenza. Aveva fondato una sora di milizia, la Tatenokai (società dello Scudo) che, nelle sue idee, doveva essere la base per una guardia nazionale  popolare per la difesa del Giappone dal comuni. Mishima fece pure, come volontario, un breve periodo nelle forze di autodifesa proprio per comprendere come funzionava la vita militare, ma la sua proposta non fu mai accettata.

Mishima con il suo amato gatto nel 1948

Il 25 novembre 1970 Mishima aveva 45 anni e aveva appena terminato di scrivere la sua triologia, Il Mare della Fertilità. Quello che fece fa pensare ad un suicidio organizzato da molto tempo per lasciare un segno nella storia e superare la decadenza del tempo.  Mishima e quattro membri del Tatenokai, Masakatsu Morita , Masahiro Ogawa Masayoshi Koga , e Hiroyasu Koga usarono un pretesto per visitare il comandante Kanetoshi Mashita  di Camp Ichigaya, una base militare nel centro di Tokyo e sede del Comando orientale delle Forze di autodifesa giapponesi. Quindi si barricarono l’ufficio e legarono il comandante alla sua sedia. Mishima indossava una fascia bianca hachimaki con al centro un cerchio rosso hinomaru con il kanji “Rinascere sette volte per servire il Paese” , che era un riferimento alle ultime parole di Kusunoki Masasue, il fratello minore del samurai lealista imperiale del XIV secolo Kusunoki Masashige. morto con il fratello per difendere l’Imperatore. Mishima uscì sul balcone per rivolgersi ai soldati riuniti sotto di lui. Il suo discorso intendeva ispirare un colpo di stato per ripristinare il potere dell’imperatore, una pretesa assurda, impossibile. Riuscì solo a irritare i soldati, e fu preso in giro, con scherni e il rumore degli elicotteri che oscurarono alcune parti del suo discorso. Nel suo discorso Mishima ha rimproverato il JSDF per la sua accettazione passiva di una costituzione che “nega la (loro) stessa esistenza” e ha gridato per esaltarli: “Dov’è finito lo spirito dei samurai?”.  Morita e Ogawa gettarono copie del discorso ai soldati, ma in realtà Mishima parlò solo per pochi minuti.

Mishima commise quindi seppuku, una forma di suicidio rituale mediante sventramento associata ai samurai. Morita era stato incaricato di fungere da secondo (kaishakunin) di Mishima, tagliandogli la testa con una spada alla fine del rituale per risparmiargli un dolore inutile. Tuttavia, Morita si dimostrò incapace di portare a termine il suo compito e, dopo tre tentativi falliti di recidere la testa di Mishima, Koga dovette intervenire e completare il taglio.

Quindi Morita compì il suicidio rituale, nonostante Mishima avesse tentato di dissuaderlo, e Koga ancora lo decapitò. Gli altri tre compagni accettarono di arrendersi, ma Mishima, che conosceva la fine della vicenda, aveva già predisposto dei fondi per pagare le loro spese legali, affinché non avessero a soffrire dalla vicenda. il corpo venne ricomposto molto bene e venne seppellito nella divisa del Tatenokai.

L’evento, denominato in Giappone “l’incidente di Mishima”, non diminuì la fama letteraria di Mishima. nel 1988 fu costituito il Premio letterario Mishima, mentre nel 1999 venne aperto il Museo letterario Yukio Mishima. Attualmente il corpo dello scrittore è nel cimitero Tama di Tokio e ogni anno il Gruppo di studio Yukio Mishima tiene un servizio funebre in suo onore.

 

 


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