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In mezzo al caos greco parte la AIIB: il FMI cinese.

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Oggi tutte le cronache sono state monopolizzate dai problemi grecie dal suo possibile default, eppure , proprio oggi, abbiamo assistito ad un cambiamento epocale, che potrebbe segnare l’evoluzione economica e finanziaria del futuro.

Oggi a Pechino i rappresentati di 57 nazioni hanno formato l’atto costitutivo dello AIIB, la Asian Infrastructure Investment Bank, che avrà sede proprio nella capitale cinese. Si tratta di una banca di sviluppo multilaterale il cui obiettivo è il finanziamento  di infrastrutture in Asia. La AIIB è considerata come una rivale del FMI, della World Bank e della Asian Development Bank, istituzioni finanziarie dominate dagli Stati Uniti, mentre la AIIB nasce da una iniziativa cinese. Pechino ha visto per anni frustrati i propri sforzi di acquisire una posizione rilevante all’interno della FMI /WB , per cui, nel corso del 2013, ha fatto partire questa iniziativa, centrata sul continente asiatico, in cui la sua posizione è prevalente. L’abile opera diplomatica ha poi convinto numerosi controparti ad aderire, fra cui l’Australia, la Nuova Zelanda e vari paesi europei, fra cui l’Italia

Per dare un’idea della partecipazione dei vari paesi all’istituzione ecco alcune percentuali del capitale posseduto

CINA :           29,6%

INDIA :           8,4%

RUSSIA:         6,5%

GERMANIA : 4,5%

Corea del Sud:3,7%

AUSTRALIA:   3,7%

FRANCIA:        3,4%

INDONESIA:   3,4%

BRASILE:          3,2%

Regno Unito:    3,1%

ITALIA :             2,6%

 

Sono state rigettate le candidature di Taiwan e della Corea del Nord. Giappone e Filippine, strettamente alleati con gli USA,stanno valutando la presentazione della domanda di ammissione, ma per ora sono fuori. Naturalmente Washington è stata estremamente critica sull’iniziativa, mettendo in dubbio i sistemi decisionali che verranno considerati, ma, visto quel che combina lo FMI, non pensiamo che la AIIB possa fare molto peggio.

 

 

 


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