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In manovra 4 miliardi per la nuova transizione 5.0

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In Legge di Bilancio sono previsti 4 miliardi di euro per la Nuova Transizione 5.0, che proseguirà in continuità con il precedente Piano 5.0 e con Industria 4.0, ma senza i vincoli del Green Deal che ne avevano limitato l’applicazione ai settori energivori. Avrà procedure semplificate e sosterrà le imprese nell’affrontare due sfide decisive: quella energetica e quella dell’innovazione. Sosterrà da subito gli investimenti in beni strumentali e in interventi di efficientamento energetico, prevedendo un’extra deduzione per le imprese che conseguiranno specifici obiettivi di risparmio energetico. Il nuovo incentivo opererà attraverso il meccanismo dell’iperammortamento, che rispetto al credito d’imposta avrà effetti sul bilancio dello Stato diluiti negli anni a partire dal 2027.

 

Questo è una delle piu importanti novità forse per le imprese, introdotte dalla nuova manovra bilancio, appena varata dal governo Meloni. Da quanto si apprende da fonti del Mimit, si tratta di modifiche sostanziali ad una misura  he aveva incontrato delle difficoltà applicative. In un incontro agli inizi di giugno dello scorso anno, fra il nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, quest’ultimo si era detto ottimista circa il fatto che entro la fine di giugno il decreto relativo a Transizione 5.0 sarebbe stato operativo e le imprese avrebbero perciò potuto programmare i loro interventi tecnologici suscettibili di credito di imposta per la seconda parte dell’anno. Lo schema previsto, com’è noto, è quello del credito di imposta riconosciuto alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture ubicate sul territorio nazionale, beni materiali e immateriali, nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegua una riduzione dei consumi energetici.

Il piano prevede 6,3 miliardi di risorse per le aziende che intendono effettuare investimenti in beni materiali e immateriali finalizzati a ridurre i consumi energetici. Supporta investimenti “in nuovi beni strumentali necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili”, ma anche la formazione del personale per le competenze necessarie per adottare tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. In pratica, riconosce un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive situate in Italia, puntando su processi produttivi energeticamente efficienti, sostenibile e basati sulle energie rinnovabili.

Partito con le migliori intenzioni e con un investimento consistente, ha registrato finora una scarsa capacità attrattiva, a causa principalmente della burocrazia e della poca chiarezza, che le diverse FAQ non hanno aiutato a migliorare.

La Nuova Transizione 5.0 prevede due filoni di investimenti in beni strumentali. Lo sconto più forte
riguarda proprio questi interventi “finalizzati – è scritto nel testo della manovra – alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica, ivi compresa la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva cui si riferisce l’investimento, non inferiore al 3 per cento o, in alternativa, la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento”. In questo caso “la maggiorazione del costo di acquisizione degli investimenti di cui al comma 3 si applica nella misura del 220 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 140 per cento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 90 per cento per
gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro”.


Ma è anche previsto un iper-ammortamento, molto apprezzato dalla Confindustria, come detto dal presidente Emanuele Orsini alla convention dei giovani imprenditori di Capri,  anche per gli
investimenti in genere per l’innovazione e per il settore energetico per i quali – è scritto nel testo – “il costo di acquisizione è maggiorato nella misura del 180 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 100 per cento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino
a 10 milioni di euro e nella misura del 50 per cento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro”.

 

Anche le imprese energivore, prima escluse dal meccanismo sicuramente più complesso del credito d’imposta della vecchia ‘Transizione 5.0’, potranno usufruire del beneficio. Potrà essere cumulato con ulteriore agevolazioni finanziarie nazionali ed europee (anche se la base di calcolo dovrà essere al netto di queste risorse). Il periodo di applicazione è dal per tutto il 2026, con la possibilità di completare la consegna entro il 30 giugno 2027. Per usufruirne bisognerà però che l’ordine sia stato accettato dal venditore e che sia stato pagato un acconto almeno del 20% entro il prossimo anno. Come ovvio saranno
escluse invece le imprese in liquidazione o fallimento, oppure che hanno ricevuto sanzioni interdittive.
Le norme applicative dovranno arrivare velocemente, a 30 giorni dall’entrata in vigore della manovra, e dovranno fissare: ulteriori criteri applicativi e la procedura prevista per l’accesso al beneficio, oltre alla trasmissione della documentazione per la quale sarà attivata un’apposita piattaforma.

 

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