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Analisi e studi

In Italia c’è una bella stretta creditizia

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Facciamo un post rapidissimo per mostrare in modo esplicito quello che molte aziende, e anche molti privati, stanno sentendo sulla propria pelle: l’aumento dei tassi voluto dalla BCE, congiunto con un atteggiamento molto più restrittivo delle Banche Centrali, sta provocando una forte stretta creditizia che si sta sentendo in modo particolarmente forte nel mondo delle aziende.

Il grafico sotto presentato, fonte Banca d’Italia, presenta l’andamento dei prestiti a diverse categorie di clienti del sistema bancario

Interessante è il confronto fra la linea arancione, prestiti alle famiglie, e la linea verde, che indica il totale dei prestiti a tutte le controparti non finanziarie. Dato che i prestiti alle famiglie sono calati solo dello 0,61%, ma quelli a tutte le controparti non finanziarie sono calati del 6,21%, abbiamo che la parte dei prestiti verso controparti non finanziare che non siano famiglie, cioè essenzialmente le aziende, devono essere letteralmente precipitati a due cifre. La situazione è drammatica, anche perché è coerente con un quadro di de-industrializzazione e di crollo degli investimenti. 

Francamente, visto il regalo non indifferente fatto dallo stato con la revisione delle imposte sugli extra utili, ci sarebbe da attendersi una moral suasion affinché le banche fornissero maggiori risorse alle imprese, altrimenti qui si va diretti come un treno verso la recessione. Però pare che la cosa non interessi a nessuno, per cui perché dovrebbe interessare a noi?

Intanto vediamo che è cambiata anche la struttura del passivo, cioè come si finanziano le banche.

Ovviamente i finanziatori hanno gradito molto più l’investimento nelle obbligazioni bancarie, molto più redditizie (linea arancio), piuttosto che detenere le cifre il liquidità (linee blu e verde) il che è abbastanza ovvio, anche perché il rendimento delle obbligazioni è migliorativo rispetto a quello del conto corrente.

Il problema è  molto complesso e non dovrebbe risolversi solo con una pacchetta sulla spalla, ma il potere delle lobby del sistema creditizio è enorme, quasi quanto la sensibilità delle forze politiche.

 


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