Attualità
In Cina è corsa all’accaparramento del cibo
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Lunedì il governo ha emesso un ordine per le autorità locale che, apparentemente, è di routine: si parlava di aumentare le scorte di cibo nei depositi pubblici in vista dell’inverno, di controllare le forniture e di tenere sotto controllo i prezzi. Un ordine che, in altri momenti, sarebbe passato sottotraccia, ma che ora, per motivi da chiarire, ora invece è stato notato da tutti ed ha portato a un mutamento delle abitudini di acquisto: le famiglie hanno incominciato ad accaparrare beni di prima necessità.
La cosa si è fatta talmente grave che il governo è poi intervenuto cercando di calmare le acque, affermando che non c’è nessun problema nella fornitura di cereali e riso, ma si tratta di messaggi che rischiano di suscitare ancora più allarme. Da dove nasce questa paura?
- Il messaggio è stato insolitamente preciso, parlando di accumulare corte di quanto strettamente necessario per vivere. Un invito all’accaparramento;
- Inoltre è stato accompagnato da messaggi altamente bellicosi e aggressivi nei confronti di Taiwan
Tra l’altro il Partito in Cina ha parlato spesso di una “Taiwan che accaparra il cibo in vista della guerra” e la gente quindi ha fatto due più due e si è messa ad accaparrare. Come nota anche Bloomberg è un classico della comunicazione cinese: il governo parla della possibilità di una guerra, queste minacce sono amplificate per cento sui social media e poi il governo deve intervenire a calmare gli animi.
Chinese government: We might go to war
Chinese internet: YAY WAR YAY WAR YAY WARRRR
Chinese government: Uhh, actually, that's not what we meant…https://t.co/njCqJqAOuV
— Noah Smith 🐇🇺🇦 (@Noahpinion) November 4, 2021
Nel frattempo, timori di guerra o meno, s ci sono state segnalazioni sparse di corse su riso, noodles e olio da cucina in alcune città cinesi. Il governo si è mosso rapidamente per cercare di reprimere i timori con l’assicurazione di forniture sufficienti. Un cartello giallo brillante in una corsia di un supermercato di Pechino chiedeva ai clienti di acquistare in modo ragionevole e di non ascoltare le voci o fare scorte di merce.
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