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IMPOTENZA DI FUOCO: i “Soldi” a prestito promessi da Conte non sono arrivati. Governo inadempiente

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“Potenza di Fuoco!” o “Impotenza di Fuoco!”. Ancora ieri in parlamento il caro Giuseppi Conti si vantava dei soldi che il suo governo avrebbe messo a disposizione delle aziende 400 miliardi, una “Potenza di fuoco mai vista”, ma, in realtà, quanto è giunto alle aziende? In modo impietoso ItaliaOggi ci dice la verità sulle affermazioni bellicose del governo, ed è una verità molto amara. Vediamo i dati:

  • solo il 41,4% di chi ha richiesto il prestito a garanzia totale dello stato, fino a 25 mila euro, ha ricevuto la cifra in questione. Notiamo che si tratta di soldi che dovrebbero arrivare in automatico, dato che la burocrazia e l’istruttoria sono ridotti al minimo;
  • solo il 24% di chi ha chiesto oltre 25 mila euro, quindi con anche parziale garanzia dell’azienda, ha ottenuto la liquidazione del prestito;
  • solo il 27,1% di chi ha fatto richieste dei prestiti con garanzia SACE ha ottenuto i prestiti stessi.

La cifra deriva da un’indagine dei Consulenti del Lavoro effettuata fra il 12 ed il 17 giugno,m quindi si tratta di dati relativamente aggiornati. Il basso tasso di erogazione viene anche a variare a seconda dell’area geografica: per i prestiti sino ai 25 mila euro  al Centro  l’erogato si attesta al 45,1%, al Nord scende al 41,5% e al Sud al 39,4%. Per i prestiti di importo superiore, invece, a fronte del 32,7% di erogazioni del Nord, il valore si colloca attorno al 20% al Centro e al Sud.

Quindi tutta la “Potenza di Fuoco” è, in realtà, Impotenza, incapacità di erogare fondi, tra l’altro non stanziati, all’economia reale. Il fenomeno era facilmente prevedibile dato che fra il 2018 ed il 2019 si era già assistito ad un crollo del 7%-8% dei crediti verso le imprese del sistema bancario: infatti lo stock di finanziamenti alle imprese sotto forma di società era sceso di 46 miliardi da 696 miliardi a 650 miliardi tra agosto 2018 ed agosto 2019, mentre sono diminuiti di quasi 6 miliardi i crediti alle imprese familiari, da 83 a 77 miliardi (-7%).

Paradossalmente l’unico comparto in crescita era quello dei prestiti verso le famiglie , per consumo, che cresceva da 536 a 545 miliardi, indice anche di una progressiva maggiore difficoltà dei nuclei famigliari. In questa situazione, con le aziende che godevano di credito di poco più di 700 miliardi, era irrealistico poter pensare di aggiungerne altri 300-400 da un momento all’altro. La domanda che bisogna farsi è : chi sta consigliando Conte? Chi gli propone queste idee francamente demenziali, come che si possa aumentare in un mese il credito erogato del 70%? Nel frattempo le aziende chiudono, licenziano, e portano al risultato peggiore: la perdita strutturale di capacità produttiva. Il tutto per un governo imprevidente che pretendeva di far fare il proprio lavoro ad altri, al sistema bancario. Ora conte potrà prendersela coi banchieri, ma la colpa è solo sua.


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