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Il “Tunnel Putin-Trump”: l’offerta (fanta)economica di Mosca per tentare Trump e Musk
Mosca lancia la proposta (folle?) del “Putin-Trump Tunnel” da 8 miliardi. Una mossa per solleticare la vanità del Presidente o un vero affare economico? Intanto in Italia si litiga ancora sul “giocattolo” di Messina.

Dalla Russia arrivano spesso proposte creative, al limite della provocazione, ma l’ultima ha un sapore quasi fantascientifico. Un alto funzionario del Cremlino, Kirill Dmitriev (capo del fondo sovrano russo RDIF), ha lanciato ufficialmente l’idea: un “Putin-Trump Tunnel” da costruire sotto lo Stretto di Bering.
L’obiettivo dichiarato è tanto semplice quanto epocale: collegare la Siberia (Chukotka) all’Alaska, unendo fisicamente l’Eurasia e le Americhe. La proposta, riportata da diverse testate internazionali tra cui Fox News, non è solo fumo: tira in ballo Elon Musk e fornisce pure una stima dei costi.
La parte più interessante, o forse più ironica, è proprio il preventivo. Un’opera del genere, secondo le stime tradizionali, richiederebbe un investimento di almeno 65 miliardi di dollari, se non di più. Ma, secondo Dmitriev, grazie alle innovative (e più economiche) tecnologie di scavo della The Boring Company di Elon Musk, il costo potrebbe crollare ad “appena” 8 miliardi di dollari.
Una cifra che, a chiunque segua i costi reali delle grandi opere nel mondo occidentale, pare più un acconto simbolico o un numero sparato per attirare l’attenzione, piuttosto che un preventivo ingegneristico serio.
Ma perché questa mossa da Mosca, proprio ora, mentre si parla di un possibile incontro a Budapest per discutere della pace? Le ragioni, come sempre quando si tratta del Cremlino, sono probabilmente stratificate e non prive di astuzia.
- Solleticare la Vanità (Il fattore Trump): È un segreto di Pulcinella che Donald Trump abbia un forte desiderio di essere ricordato nella storia per opere “faraoniche”. Un tunnel che porta il suo nome, unendo fisicamente due continenti che furono rivali nella Guerra Fredda, è un’esca quasi troppo perfetta. Trump, secondo i media, ha definito l’idea “interessante”.
- Il Segnale Economico: Al di là della vanità, è un modo per la Russia di mettere sul tavolo la (teorica) possibilità di svolgere gigantesche attività economiche comuni. Un “grande reset” basato non sulla finanza, ma sul cemento e l’acciaio; un segnale che, nonostante tutto, Mosca è pronta a grandi progetti di cooperazione.
Ecco un’immagine della pianta dell’Opera che passerebbe anche dalle isole Piccolo Diomede (USA) e Grande Diomede (Russia)
E qui, inevitabilmente, lo sguardo si sposta sull’Italia, e l’ironia si fa amara.
Fa una certa impressione osservare la scena globale: Stati Uniti e Russia, ai ferri corti su quasi ogni dossier, che discutono (o fantasticano) di un’infrastruttura epocale da 112 km per unire due regioni quasi disabitate, coperte di permafrost e prive di collegamenti stradali o ferroviari adeguati.
Nel frattempo, nel nostro “Bel Paese”, ci si divide, ci si sbrana e si combatte da decenni contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Un’opera che, al confronto col “Putin-Trump Tunnel”, è letteralmente un “giocattolo” ingegneristico (3,3 km di campata unica), ma che unirebbe milioni di cittadini e due aree economiche pulsanti, non la tundra siberiana.
La prospettiva, a volte, aiuta a capire l’assurdità di certi nostri dibattiti interni. Staremo a vedere se il progetto russo resterà un’abile mossa di propaganda o se le “talpe” di Musk inizieranno davvero a scavare verso la Siberia.
Domande e Risposte sul Testo
Ecco tre domande che un lettore potrebbe porsi, con relative risposte:
1. Otto miliardi di dollari sono una stima realistica per un’opera del genere? Assolutamente no. È considerata una cifra estremamente ottimistica, quasi propagandistica. Le stime tradizionali per un progetto simile (circa 112 km sotto lo Stretto di Bering, in condizioni climatiche estreme) variano dai 65 ai 100 miliardi di dollari. L’idea russa si basa sull’ipotesi, tutta da verificare, che la tecnologia di scavo di Elon Musk (The Boring Company) possa abbattere i costi in modo rivoluzionario.
2. Ma un tunnel del genere servirebbe davvero a livello economico? Attualmente, l’utilità economica è molto discutibile. Il tunnel collegherebbe la Chukotka (Russia) e l’Alaska (USA), due delle regioni più remote, spopolate e climaticamente ostili del pianeta. Entrambe le aree sono quasi totalmente prive di infrastrutture ferroviarie o stradali capaci di supportare un simile flusso di merci. Servirebbero investimenti colossali (forse superiori al costo del tunnel stesso) solo per costruire le strade e le ferrovie per raggiungere il tunnel.
3. Perché la Russia propone questo progetto proprio ora? Il tempismo è puramente politico. La proposta arriva poco dopo un colloquio telefonico tra Putin e Trump e prima di un loro possibile incontro a Budapest. Serve a due scopi principali: primo, lusingare la vanità del Presidente Trump, noto per amare i progetti grandiosi che portano il suo nome. Secondo, lanciare un segnale di “cooperazione economica” e di grandi opere comuni, spostando l’attenzione dalle tensioni geopolitiche e dalla guerra in Ucraina.

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