Attualità
IL SUPERMERCATO DELLA FINANZIARIA: quando può essere la minoranza a decidere la legge di bilancio
Ieri è iniziata una bella selezione delle centinaia, anzi migliaia, di emendamenti alla finanziaria del governo giallofucsia. Circa 300 emendamenti sono stati cancellati, tra cui diverse bandiere della maggioranza, come la riduzione dell’IVA sugli assorbenti femminili, bandiera della Boldrini e bocciata dalla maggioranza, oppure le agevolazioni fiscali per le moto con airbag, cancellate anch’esse. Però ne sono rimasti tanti, anzi tantissimi emendamenti presentati da partiti facenti parte della maggioranza in contraddizione con la maggioranza stessa.
Facciamo qualche esempio pratico: Italia Viva presenta un emendamento per la cancellazione dell’irrigidimento delle sanzioni penali per gli evasori, ritenuto inutile. Inoltre la stessa Italia Viva presenta un emendamento per il congelamento dei tributi locali, che peserebbe per 600-700 milioni sul bilancio. Neanche LEU si tira indietro con un emendamento per la sospensione ai professionisti delle nuove stringenti normative sugli appalti ed un altro in cui si prevede la temporaneo pubblicizzazione di Alitalia. Questo è solo un piccolo esempio delle contraddizioni presentate dai soli partiti della maggioranza a cui si sommano anche quelli dei partiti di minoranza, naturalmente più incidenti e che potrebbero trovare qualche sponda amichevole anche fra Italia Viva, PD, M5s e LEU.
Tutto questo trasforma la legge di bilancio in una specie di “Supermercato” delle misure di finanza in cui la minoranza, se compatta, può fare la propria “Lista della spesa” e disegnare le norme secondo le proprie preferenze, semplicemente selezionando fra le eterogenee proposte di fette della maggioranza, ma lasciando la responsabilità del complesso della manovra, e di tapparne i buchi alla maggioranza. Una situazione quasi ideale, se non fosse completamente caotica e figlia di una maggioranza raccogliticcia, senza nessuna base che non sia la pura occupazione dei posti e la sopravvivenza di deputati e senatori che sono per consci di essere già, elettoralmente, trombati. Un pasticciaccio brutto di cui pagheranno le conseguenze gli italiani.
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