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IL SOLE 24 ORE CONFERMA LE NOSTRE PREVISIONI. CHE SI FA ?

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Cari amici,

oggi un articolo del sole, che potete vedere qui, conferma le nostre  previsioni riguardo la situazione delle banche venete.

I due grandi punti interrogativi sono :

a) Le sofferenze ed i crediti di dubbia esigibilità.

b) L’ormai misera redditività operativa.

Il punto a) è , in questo momento, di maggiore importanza perchè rischia di mettere in crisi qualsiasi piano di salvataggio o intervento pubblico. 

Come da noi anticipato le sofferenze, per i due istituti , sonopari a 8,5+1 miliardo nuovo , cioè 9,5. Attualmente la copertura è superiore al 50% (cioè almeno il 50% di questi crediti è già stato messo a perdita) ma, come calcolato dal Sole24 ore, se si vuole portare almeno al 60% il tasso di copertura bisogna fare altri 340 milioni di accantonamenti.

Noi però aggiungiamo qualche dato. Ipotizziamo 3 valori di cessione di queste sofferenze

  1. 23,5% , media di quanto pagato dall’istituto delle banche di credito cooperativo, ICCREA;
  2. 17,5% , ma media delle 4 banche risolte ;
  3. 14% il valore di cessione recentissimo di Unicredit.

In questo caso le perdite ulteriori alla cessione sarebbero:

  1. Perdite ulteriori per 1,57 miliardi circa;
  2. Perdite ulteriori per 2,14 miliardi circa;
  3. Perdite ulteriori per 2,47 miliardi circa.

E ci siamo fermati a considerare le perdite da coprire sulle sofferenze, senza contare gli incagli /dubbia esigibilità (9 miliardi , secondo il Sole24ore, 9,5 secondo nostre personali valutazioni). Senza considerare che Penati parlava addirittura di coprire le NPE , cioè anche le esposizioni future… Auguri !

Forse non sarebbe il caso di fermarsi un secondo e fare qualche considerazione prima di procedere con questa soluzione puramente di mercato ? Siamo proprio nella necessità di cedere in quattro e quattr’otto la banca, facendo assume AL PUBBLICO delle perdite multimiliardarie, rendendo difficoltoso il risanamento, lasciando sempre COMPLETAMENTE APERTA la situazione degli ex soci ?

Sinora si è voluta gestire tutta la crisi in modo puramente tecnico, come se fosse solo una questione di temporanea mancanza di capitalizzazione, non una crisi proveniente dalla degenerazione di un sistema creditizio ed imprenditoriale malato. I soldi che vengono buttati nella fornace veneta sono soldi della collettività, che dovrebbe, a questo punto, mettervi parola, così come chi ha perso tutte le proprie ricchezze.

Se ciò non accadrà l’alternativa sarà una banca-guscio, vuota e costosissima.

 


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