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Attualità

IL SALVINOMETRO

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A volte mi metto nei panni di un uomo ‘neutro’ mediamente interessato di politica il quale non ha nessuna opinione particolare su Salvini. Insomma, che parte da zero. Parlo di  una specie di termometro umano che misura la temperatura del sentire collettivo fino a massimo +5 o a minimo -5. La sua opinione –  quell’uomo neutro e, per definizione, neutrale –  se la forma anche valutando amici e nemici di Salvini nell’ambito della cosiddetta arena mediatica. Subito, fa una scoperta singolare: Salvini non ha amici. Sta sulle palle, in modalità bipartisan, all’Avvenire e al Corriere, alla Cei e alla Cgil, alla Confindustria e ai centri sociali. E già qua, il termometro del gradimento di quell’uomo neutro sale a +1, per  una specie di reazione istintiva nei confronti dei capri espiatori i quali, come noto, ispirano sempre un moto impulsivo di solidarietà. Poi interviene Macron che accusa, praticamente, il suddetto ministro di crimini contro l’umanità solo per essersi rifiutato   di destinare i lidi italiani a terminali d’attracco di navi straniere riconvertite a moto-taxi per il commercio internazionale di carne umana. E il termometro va a +2: tra Macron e Salvini non c’è partita, come tra Gambadilegno e Topolino. È  ovvio che l’uomo neutro sta coi secondi.

Quindi,  tocca a Saviano il quale sbertuccia Salvini come neanche la più scalcagnata delle mezze bertucce meriterebbe di essere sbertucciata. Ovviamente, nella mente di quel disorientato uomo neutro scatta un’altra molla e il Salvinometro sale a +3. Logico: il bersaglio dell’intelligentone chiama simpatia come il somaro irriso dal secchione della classe. A questo punto, spunta Giuliano Ferrara e, sul Foglio, spiega da par suo, con le sue inarrivabili perifrasi, perché grossomodo Salvini e i suoi sono dei pezzenti impresentabili; vuoi mettere il mitico Royal Baby, cioè Mattero Renzi? Così, senza alcuna piaggeria – nel senso che incensare Matteo Renzi gli viene spontaneo come con Craxi e Berlusconi – Ferrara apostrofa l’ex segretario del PD. Ergo, nella scala di simpatia applicata a Salvini, l’uomo neutro segna un +4 e comincia a stupirsi del fatto di non essersi mai accorto che il capo della Lega è, in verità, un ottimo politico. Gli viene quasi da pronunciare le parole ‘grande statista’, ma non lo fa perché trattasi di elogio riservato solo a chi arriva a +5.

Ed è proprio allora che passa di là il dottor Burioni, il grande missionario della vaccinazione universale, quello secondo cui la scienza è un repositorio di verità rivelate al confronto delle quali le bibliche tavole della legge sono opinioni personali di Dio. Con buona pace di Galileo Galilei, di Karl Popper, di Paul Feyerabend i quali ci hanno vanamente insegnato l’intrinseca fallibilità di ogni sapere scientifico. E con buona pace pure di Benedetto Croce il quale ci illustrò la differenza tra le categorie della filosofia (cui pertiene la distinzione tra vero e falso) e dell’economia (o della politica, se consentite) cui pertiene la distinzione tra utile e inutile, conveniente o meno. Il nostro uomo neutro probabilmente se ne sbatte di Croce, di Popper, ma di certo gli sta sui maroni Burioni. E quando ascolta quest’ultimo fustigare Salvini, il termometro di cui sopra schizza a +5. Se dei nemici di Salvini questa è la lista, allora Salvini non può che essere un magnifico statista.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 


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