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Economia

Il ritorno dei subprime? Il crac Tricolor e l’ombra del 2008 sul settore auto

Un crac da miliardi che scuote Wall Street: il fallimento di Tricolor riaccende l’incubo dei prestiti subprime nel settore auto. Ecco cosa sta succedendo e perché riguarda tutti.

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Il fallimento di Tricolor Holdings, un istituto specializzato proprio in prestiti auto subprime, ha fatto suonare più di un campanello d’allarme, lasciando con il cerino in mano colossi del calibro di JP Morgan Chase e BlackRock.

Sembra quasi uno di quei film già visti, di cui si conosce il finale non esattamente lieto. La trama è nota: un’euforia finanziaria generalizzata, la ricerca spasmodica di rendimenti in un mercato a tassi crescenti, la concessione di prestiti a soggetti ad alto rischio e, infine, il brusco risveglio. Se nel 2008 i protagonisti furono i mutui immobiliari, oggi il set si è spostato nel mercato delle auto usate.

La fine di Tricolor è stata repentina. Martedì sera sono emerse le prime segnalazioni di una presunta frode e, poche ore dopo, la società ha dichiarato bancarotta, annunciando la liquidazione totale. Il ricorso al Chapter 7 della legge fallimentare americana prevede che i debiti non privilegiati vengano cancellati,e questo porterà molto

Un crollo innescato da una miscela esplosiva: da un lato l’aumento dei tassi d’interesse che ha reso i finanziamenti più onerosi, dall’altro l’indebolimento del mercato del lavoro che ha messo in ginocchio proprio la fascia di clientela più fragile, innescando un’ondata di insolvenze.

La meccanica di una crisi annunciata

Per anni, gli investitori hanno trovato negli ABS (Asset-Backed Securities), ovvero pacchetti di prestiti cartolarizzati, un’oasi felice. Questi strumenti, garantiti da prestiti auto, offrivano rendimenti che pochi altri prodotti obbligazionari a Wall Street potevano eguagliare. Il mercato è lievitato fino a valere circa 80 miliardi di dollari. Tuttavia, come spesso accade, l’appetito insaziabile degli investitori ha generato un effetto collaterale perverso. Per alimentare la macchina degli ABS, si è aperta la strada a una concessione del credito sempre più disinvolta e priva delle necessarie tutele.

Un’analisi lucida arriva da Peter Cecchini, direttore della ricerca di Axonic Capital: “Gli operatori del mercato ABS stanno creando una domanda incredibile di prestiti subprime, e questo si traduce in prestiti sconsiderati”. Una dinamica che ricorda sinistramente gli eccessi visti prima della crisi del 2008. Per questo, avverte Cecchini, “sebbene il fallimento di Tricolor possa sembrare isolato, sarebbe sbagliato non chiedersi se non sia un caso isolato per i prestiti auto subprime”.

Il modello di business di Tricolor era focalizzato su un target specifico: la comunità ispanica a basso reddito, principalmente in stati come Texas, California e Nevada. Si stima che oltre due terzi dei suoi clienti fossero immigrati senza documenti, persone spesso escluse dai canali di credito tradizionali. Un mercato in crescita esponenziale, tanto che si prevedeva che i prestiti erogati da Tricolor avrebbero raggiunto il miliardo di dollari nel 2024, quasi cinque volte il volume del 2020. Un’espansione aggressiva, finanziata attraverso linee di credito temporanee (“warehouse facilities”) fornite dalle grandi banche, prima di impacchettare i prestiti e venderli agli investitori.

Punto vendita tricolor

La frode e l’infezione di Wall Street

È proprio in queste “warehouse facilities” che si sarebbe consumata la presunta frode: la stessa garanzia (le auto) sarebbe stata utilizzata per coprire più prestiti contemporaneamente. Una sorta di gioco delle tre carte finanziario che, una volta scoperto, ha fatto crollare l’intero castello.

Le conseguenze per i finanziatori non si sono fatte attendere:

  • Fifth Third Bancorp: Ha comunicato una svalutazione potenziale fino a 200 milioni di dollari.
  • JP Morgan e Barclays: Secondo fonti di Bloomberg, avrebbero esposizioni simili, per centinaia di milioni.
  • Altri creditori: Nella lista degli oltre 25.000 creditori figurano nomi come Libremax Capital, Origin Bank, Bank of the West e Triumph Bank, che ora cercano di quantificare i danni.

Origin Bank ha dichiarato di “essere venuta a conoscenza di preoccupazioni riguardanti l’attività di Tricolor nel fine settimana” e di avere un’esposizione di circa 30 milioni di dollari, aggiungendo che sta “attualmente valutando lo stato e la valutazione delle nostre garanzie”.

Rischio contagio: una crisi a combustione lenta?

La domanda che tutti si pongono è se siamo di fronte a un nuovo “momento Lehman“. La risposta, per ora, è probabilmente no. Il mercato degli ABS auto subprime, con i suoi 80 miliardi di dollari, è una frazione infinitesimale rispetto a quello dei mutui che innescò la crisi globale. Un suo crollo non avrebbe la forza di destabilizzare l’intero sistema finanziario.

Tuttavia, il caso Tricolor è una spia che si accende sul cruscotto dell’economia. Dimostra come anche un operatore di nicchia possa creare onde d’urto significative a Wall Street. E i segnali di stress nel settore non mancano. L’aumento dei prezzi delle auto post-pandemia ha costretto i mutuatari a richiedere prestiti più grandi, mentre gli istituti di credito allentavano gli standard per sostenere il flusso.

I dati sono eloquenti:

  • Nel 2023, i pignoramenti di auto hanno toccato il livello più alto dal 2009.
  • All’inizio di quest’anno, la quota di prestiti subprime in ritardo di oltre 60 giorni ha raggiunto il picco degli ultimi trent’anni (dati Fitch Ratings).
  • Secondo Eugene Belostotsky di Citigroup, circa il 10% delle cartolarizzazioni di prestiti auto subprime è ora sulla “lista di controllo” della banca, molto vicino al default.

“Da un po’ di tempo la situazione non sembra rosea per i consumatori a basso reddito, e ultimamente è solo peggiorata”, commenta Michael Hislop, analista di Curasset Management. “Eppure gli investitori continuano ad accettare rendimenti sempre più bassi su obbligazioni sempre più rischiose”.

Il crollo di Tricolor, quindi, non è un fulmine a ciel sereno, ma il sintomo di una febbre che cova da tempo nel sottobosco del credito al consumo. Non sarà, forse, l’inizio di una crisi sistemica come quella del 2008, ma è certamente un monito severo. La storia non si ripete mai identica, ma a volte le assonanze sono fin troppo evidenti. La dimensione dei prestiti

Concessionario Tricolor

Domande e Risposte

1) Quali sono le cause principali che hanno portato al fallimento di Tricolor Holdings?

Il fallimento di Tricolor è il risultato di una “tempesta perfetta”. La causa scatenante è stata una presunta frode, in cui la stessa garanzia sarebbe stata usata per più prestiti. Tuttavia, le radici del problema sono più profonde. Da un lato, fattori macroeconomici come l’aumento dei tassi di interesse e l’indebolimento del mercato del lavoro hanno messo in difficoltà la sua clientela a basso reddito, causando un’ondata di insolvenze. Dall’altro, una domanda insaziabile da parte degli investitori per i prodotti finanziari (ABS) legati a questi prestiti ha incentivato la stessa Tricolor ad adottare standard di prestito “sconsiderati” per alimentare il mercato.

2) Perché il fallimento di un singolo istituto di credito subprime per auto è considerato una notizia così importante?

La sua importanza risiede nel suo valore simbolico e nel suo ruolo di “campanello d’allarme”. Sebbene il mercato dei prestiti auto subprime sia troppo piccolo per innescare da solo una crisi finanziaria globale come quella del 2008, il caso Tricolor rivela delle crepe nel sistema. Mostra come l’eccessiva ricerca di rendimento stia di nuovo spingendo verso rischi elevati e come grandi banche di Wall Street, come JP Morgan, siano ancora esposte a questi mercati di nicchia. È un segnale che le dinamiche di “azzardo morale” che portarono alla crisi passata non sono scomparse.

3) Quali potrebbero essere le ricadute immediate e future di questa crisi nel settore?

Le ricadute immediate sono perdite per centinaia di milioni di dollari per le banche e i fondi che hanno finanziato Tricolor. Per il futuro, si possono prevedere due scenari. A breve termine, potremmo assistere a una maggiore cautela da parte degli investitori e a una stretta creditizia nel settore dei prestiti auto subprime, rendendo più difficile l’accesso al credito per i consumatori a basso reddito. A medio termine, se altri istituti di credito simili dovessero fallire, la sfiducia potrebbe estendersi, aumentando i costi di finanziamento per l’intero settore e mettendo sotto pressione il mercato delle auto usate.

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